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Ammazzare il Tempo (chi lo ha ucciso?) (8) &
La freccia del Tempo (Prima) & (Seconda parte)
In memoria di J. Ruskin… (1) & (2)
Decifrare l’uomo che fu e sarà (1) & (2)
Da:
Celeste virtù che muta la dura materia nella sua fondamentale
costituzione, si che divenga atta a generare, a ricevere le virtù
infuse nelle acque dei forti metalli, come riceve e accetta la vir-
tù informativa dell’embrione.
Ragione di scherno ai filosofi, da parte di coloro che hanno
compreso che la celeste virtù è comune in ogni natura elemen-
tata, e che per la sua grandissima nobiltà in ogni tempo riceve
determinazione. Nelle cose composte tanto s’influisce per arte
quanto per natura: e ciò avviene per virtù naturale.
Noti ancora ogni artefice che la natura non può operare se non
alla successione di cose minime, né può ricevere virtù, se non
col successo della sua operazione; perché non possono le
costellazioni sopportare alcuna fermezza di punto temporale,
la quale immediatamente non muti: dato il tempo minimo della
costellazione rispetto alla rivoluzione dei circoli.
Lasciata, adunque, da parte, la cognizione dei movimenti stel-
lari nella qualità e quantità, e servendoci dell’Arte, prepariamoci
a ricevere a investigare le sopradette virtù celesti che sono co-
muni a tutte le cose inferiori, e fermiamole nell’acqua grande
delle virtù minerali, al fine di moltiplicarne le virtù in breve tem-
po, e fissarle in ciò che si chiama Quinta Essenza, umana
medicina, o pietra preziosa al suo termine.
La virtù celeste è comune alla materia prima, e vi fu compe-
netrata per il regolare corso delle cose di natura, ma essa è
moltiplicabile per mezzo dell’arteficio dell’ingegno, col fuoco;
e, per l’istinto attrattivo, riceve virtualmente le potenze terribili,
con le quali si colma la cosa vacua, e le quali penetrano per
l’influenza penetrativa sottile, insieme ad altre potenze, nella
materia spirituale assottigliata sino alla semplicità.
Intendi pure, che tale attrazione delle semplici virtù, sta insie-
me con le virtù materiali, perché con essa operiamo nella ma-
teria, mentre non possono in alcun tempo attrarsi se non le
materie concordevoli, e simili in natura materiale.
Operiamo con cautela, e sino a certo punto, in modo che la
materia non ne rimanga divisa, che puossi ottenere per la
grande e potente sottilità delle essenze reali del cielo e dei
pianeti.
Quindi la generale virtù, e quella insita alla natura inferiore,
influiranno di continuo nelle singole materie. Ed avviene che
piglino certa determinazione, a causa del concorso celeste,
e tengano le cose materiali come gli spiriti l’anima, e seguo-
no la virtù in quel suo orientarsi, secondo il genere della ma-
teria nella quale sono infuse.
(Foto del blog: Don Komarechka)