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Per gli sciamani dell’antico Messico un’altra questione
legata all’ ‘intento’, trasferito però a livello dell’ ‘inten-
dimento’ universale, era il ‘fatto energetico’ che siamo
continuamente spinti, tirati e messi alla prova dal co-
smo stesso.
Per loro era un fatto energetico che l’universo è estre-
mamente predatorio, ma non nel senso che attribuia-
mo generalmente a questo termine, ovvero l’atto di
depredare, rubare, ferire o sfruttare gli altri a nostro
vantaggio.
Per gli sciamani dell’antico Messico, la condizione pre-
datoria dell’universo significa che l’intento dell’univer-
so e quello di mettere continuamente alla prova la con-
sapevolezza.
Essi videro che il cosmo crea un numero infinito di es-
seri organici e inorganici.
Esercitando una pressione su questi esseri, l’universo li
costringe ad ampliare la loro consapevolezza e, in que-
sto modo, tenta di raggiungere la consapevolezza di sé.
Nell’universo conoscitivo degli sciamani, quindi, la
questione finale è la consapevolezza (contraria all’in-
consapevolezza del comune essere detto civile).
Don Juan Matus e gli sciamani della sua stirpe inten-
devano la consapevolezza dell’atto di essere delibera-
tamente consci di tutte le possibilità percettive dell’-
uomo, non solo di quelle dettate da una determinata
cultura il cui ruolo sembra quello di ridurre la capaci-
tà percettive dei suoi membri (come avviene nella nor-
male condizione dell’essere ed appartenere al mondo
per la maggior parte di …loro).
Don Juan sosteneva che rilasciare, o liberare le capaci-
tà percettive degli esseri umani non avrebbe in alcun
modo interferito con il loro comportamento funziona-
le.
In effetti, questo comportamento diventa un fatto stra-
ordinario perchè acquisisce un nuovo valore.
In circostanze simili la funzione diventa una necessità
stringente.
Libero dagli idealismi e dai falsi obiettivi, l’uomo ha
come unica funzione quella di usare la forza guida di
se stesso.
Gli sciamani chiamano questa funzione ‘impeccabilità’.
Per loro essere impeccabili significa fare del proprio me-
glio, e anche qualcosa di più.
Gli sciamani ricavarono la funzione dalla capacità di
vedere direttamente il fluire dell’energia nell’universo.
Se l’energia fluisce in un certo modo, per loro seguire il
flusso dell’energia significa essere funzionali.
La funzione, di conseguenza, è il comune denominato-
re con il quale gli sciamani affrontano il fatto energeti-
co del loro universo conoscitivo.
L’esercizio di tutte le unità della cognizione dello stre-
gone consentì a don Juan e gli sciamani della sua stir-
pe di giungere a strane conclusioni energetiche che,
a prima vista, sembrano riguardare solo queste perso-
ne e le loro circostanze personali, ma che, se esamina-
te con attenzione, possono essere applicate a tutti gli
uomini.
Secondo don Juan, il culmine della ricerca degli scia-
mani è ciò che considerava l’ultimo fatto energetico,
non solo per gli stregoni, ma per ogni essere umano.
Chiamò questo fatto il VIAGGIO FINALE.
(Carlos Castaneda, Gli insegnamenti di don Juan)