FINESTRA SULL’ANIMA

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

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Nel 1931 Godel ormai padroneggiava l’arte di usare un’analisi rigorosa

per trovare nuovi sentieri nel labirinto del pensiero autoreferenziale.

A ogni stadio della sua carriera apparve evidente che egli apriva nuovi

orizzonti concettuali: nei primi anni, segnati dai trionfi in matematica e

logica, nella seconda fase, in cui si rivolse a questioni di fisica, nella

speranza di ripetere i suoi precedenti successi; e negli ultimi anni, in cui

si dedicò principalmente alla riflessione su problemi filosofici.

Nella filosofia della matematica Godel era un platonista risoluto.

Assumeva che gli oggetti matematici esistessero da qualche parte oltre lo

spazio e il tempo, ma che non fossero per questo meno reali.

Nelle sue parole, ‘abbiamo una certa percezione degli oggetti della teoria

quantitativa, e ci formiamo anche le nostre idee di questi oggetti sulla base

di qualcosa che è direttamente dato’.

Non ci sono dubbi che questa sia una concezione platonica degli oggetti

matematici. Per il platonista gli oggetti si presentano come dati all’intuizione.

Al contrario, per l’intuizionista o il costruttivista essi sono invenzioni della

mente umana. Dunque, un ‘realista’ matematico come Godel afferra mediante

l’intuizione oggetti matematici che esistono indipendentemente, e poi dimostra

le proprietà di questi oggetti usando l’analisi logica.

Così, l’intuizione matematica è un mezzo per un fine cognitivo, non semplicemente

una fonte di finzioni della mente.

Come dice il matematico e filosofo Renè Thom, ‘ La voce della realtà è nel

senso dei simboli’.

Anche nel caso di Godel si riscontra un intreccio tipicamente platonistico di un

concetto oggettivo di realtà con un tipo di percezione extrasensoriale di idee

platoniche astratte.

Per Godel non vi erano più ragioni per dubitare dell’esistenza degli oggetti

dei suoi studi di quante ne avessero i fisici per dubitare della realtà degli

oggetti materiali su cui vertevano le loro ricerche.

Questi oggetti matematici devono dunque esistere fuori dallo spazio e dal

tempo, e non c’è da stupirsi del fatto che Godel, più tardi, cominciò a interessarsi

di percezioni extrasensoriali di trasmigrazione delle anime e di occultismo

in tutte le sue varianti.

( Casti/DePauli, Godel, Raffaello Cortina Ed.)

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