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Com’era già accaduto nell’autunno 1938 dopo ‘Monaco’, dopo
la vittoria sulla Francia Hitler venne a trovarsi in una situazione
che gli apriva, al di là dell’immediata dominazione dei Paesi
sconfitti, tutta una serie di grandi prospettive.
La vittoria militare all’inizio dell’estate 1940, raggiunta in così
breve tempo nel settore occidentale europeo, ebbe conseguenze
di vasta portata sull’orientamento politico di tutti gli Stati
europei e ampie ripercussioni sull’intera situazione politica
mondiale.
Di nuovo però come nel 938, Hitler – per ragioni insite nella
natura stessa del suo regime e nei suoi ‘obiettivi finali’, tenacemente
perseguiti al di là di tutta la versatilità tattica nel mascherarne
propagandisticamente le vere intenzioni, e in spregio di tutte
le tradizioni europee – non fu capace di cogliere le occasioni
che la nuova costellazione gli offriva per conquistare un ruolo
di guida politica in Europa che non fosse basato soltanto sulla
violenza.
L’assunto che non fosse più possibile arrestare la supremazia
della Germania sul continente dominò, nell’estate 1940, tutta
la scena europea compresa il ‘fronte marittimo’ anti-inglese,
esteso da capo Nord al golfo di Biscaglia, e il confine di interesse
sovietico-tedesco.
In quell’estate 1940 sembrò una norma generale di saggezza
politica avvicinarsi alla nuova potenza-guida a seconda della
distanza di ciascun Paese dal nucleo di potenza tedesco e anche
della forza di attrazione o di repulsione che il sistema nazional-
socialista esercitava sulle diverse forze politiche dell’Europa
continentale.
L’attesa occasione di poter valere con l’appoggio tedesco – nel
quadro di una riorganizzazione generale dell’Europa di cui tutti
i paesi erano certi – vecchie pretese di revisioni e di ampliamenti
territoriali, oppure, viceversa, la speranza di poter ancora bloccare
tali aspirazioni del Paese vicino, adattandosi alla nuova situazione,
spinsero tutti gli Stati interessati nella medesima direzione:
avvicinarsi il più possibile alla Germania.
Nei paese dell’Europa sud e nord-orientale le tendenze a buttarsi
nelle braccia di Hitler furono ancora più rafforzate dai timori
di un’ulteriore avanzata dell’Unione Sovietica, la quale nella
fase conclusiva della campagna occidentale nella seconda metà
di giugno 1940 si era annessa la regione della Bessarabia nella
Romania orientale e la Bucovina del nord, si era impadronita
interamente dei Paesi Baltici Estonia, Lettonia e Lituania e
aveva avanzato nuove pretese nei confronti della Finlandia.
Sembrò allora profilarsi la possibilità di concentrare l’intera
Mitteleuropa sotto l’egemonia tedesca, e in effetti al ministero
degli Esteri e in altre istanze centrali tedesche, riprendono in
parte il cosiddetto ‘Programma di settembre’ del 1914 di
Bethmann-Hollweg, furono elaborati piani per una ‘grande
area economica di circa 200 milioni di persone’, con annesso
impero coloniale tedesco nell’Africa centrale. (prosegue….)