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MEMORABILE APPARIZIONE
Mentre camminavo tra i fuochi dell’inferno, e mi
deliziavano i rapimenti del Genio, che agli Angeli
sembrano tormento e pazzia, raccolsi alcuni dei
loro proverbi, pensando che, simili ai modi di dire
di una nazione nel designarne il carattere, i Proverbi
dell’Inferno mostreranno la natura della sapienza
Infernale meglio di qualsiasi descrizione di palazzi o
di abbigliamenti.
Quando tornai a casa, sull’abbisso dei cinque sensi,
là dove una scarpata liscia di fianchi con lo sguardo
corrucciato incombe sul mondo presente, vidi, avvolto
in nubi nere, un poderoso Diavolo ai lati volteggiare
della roccia: con fiamme corrosive egli scrisse questa
frase che ora le menti degli uomini percepiscono, e
leggono in terra: ” Non vuoi capire che ogni Uccello che
fende le vie dell’aria è un universo di delizie, chiuso
dai tuoi cinque sensi?”.
PROVERBI INFERNALI
Nel tempo della semina impara, in quello del
raccolto insegna, d’inverno spassatela.
Guida il carro e l’aratro sopra l’ossa dei morti.
La strada dell’eccesso porta al palazzo della
saggezza.
La Prudenza è una ricca e brutta vecchia zitella
corteggiata dall’Impotenza.
Chi desidera ma non agisce, alleva pestilenza.
Il verme tagliato perdona l’aratro.
Se gli piace l’acqua, buttatelo nel fiume.
Lo stolto non vede un albero allo stesso modo del
saggio.
Chi ha un volto senza un raggio di luce, non
diventerà mai stella.
L’Eternità è innamorata delle opere del tempo.
L’ape affaccendata non ha tempo per dolersi.
Le ore della pazzia sono misurate dall’orologio;
ma quelle della saggezza, nessun orologio può
misurarle.
Per l’unico cibo sano non valgono reti né trappole.
Conti, peso e misura, lasciali all’anno di carestia.
Nessun uccello sale troppo in alto, se sale con le
sue ali.
Un cadavere non si vendica se l’insulti.
E’ il gesto più sublime anteporre un altro a sé.
Se il matto persistesse nella sua follia, andrebbe
incontro alla saggezza.
Pazzia è il travestimento della malizia.
Vergogna è la maschera dell’Orgoglio.
Con le pietre della Legge hanno alzato Prigioni;
coi mattoni della Religione, Bordelli.
La superbia del pavone, è la gloria di Dio.
La lubricità del capro, è la manuficenza di Dio.
La collera del leone, è la sapienza di Dio.
La nudità della donna, è il lavoro di Dio.
L’eccesso di dolore ride.
L’eccesso di gioia piange.
Il ruggire dei leoni, l’ululare dei lupi, l’ergersi del
mare furente e il gladio distruttore, sono particelle
dell’eternità troppo grandi per l’occhio
dell’uomo.
La volpe biasima la trappola, non se stessa.
Le Gioie fecondano : i Dolori partoriscono.
(William Blake)