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(….. I politici possono sempre imparare qualcosa
di nuovo dall’alto del loro pulpito……
…..E che Dio ci risparmi dai loro sermoni,
loro o della ‘famiglia’ e ‘casta’ di appartenenza…….)
A Robert Erwin Howard
Caro R.E.H.,
Nessun sistema di governo potrà restituire all’individuo quella
pressoché illimitata possibilità d’azione e d’iniziativa che esiste-
va nel mondo agricolo-artigianale di un tempo: è questa una
conseguenza inevitabile della crescita demografica- che provoca
una sempre maggiore interazione tra gli individui – e di un siste-
ma industriale meccanizzato che impedisce l’iniziativa impren-
ditoriale all’individuo medio privo di assistenza, ma consente al
contrario un’attività produttiva virtualmente illimitata all’indi-
viduo o gruppo dotato di ampia disponibilità di macchinari e di
risorse utili al lavoro.
Questi due fattori sono perfettamente naturali, e dunque inevita-
bili: non li si potrà eliminare.
Non ha senso fermarsi e rimpiangere la scomparsa dell’epoca d’-
oro dell’individualismo.
La crescita della densità demografica e l’avvento della meccaniz-
zazione nella produzione industriale sono due fenomeni ormai
consolidati: non possiamo che adattare le nostre abitudini e i
nostri stili di vita a queste realtà ineluttabili.
Logicamente, non lotteremo contro queste nuove realtà in sé, ma
contro il loro abuso. Potremo quindi legittimamente opporci a che
la crescita demografica e la produzione di massa vengano prese a
pretesto per attuare misure unilaterali.
Se la maggior parte della popolazione dovrà modificare il proprio
atteggiamento a causa delle nuove condizioni che sono maturate,
lo stesso dovrà fare il mondo dell’industria e degli affari.
L’illimitata libertà d’azione non è un principio che vada necessa-
riamente difeso come sacro o inviolabile: tutte le civiltà, in misura
variabile, lo adottano – a causa dell’infinito arricchimento dell’esi-
stenza che esso comporta.
Ma analogamente, l’illimitata iniziativa individuale, che porti a
una logica del profitto non regolamentato, non è a sua volta alcun-
ché di sacro o inviolabile.
Se la situazione della società moderna fa sì che la politica econo-
mica liberista si rilevi dannosa sul piano sociale – provocando, ad
esempio, la concentrazione delle risorse nelle mani di pochi e il
generale peggioramento delle condizioni di vita della maggio-
ranza – allora questa politica di ricerca del profitto, e l’iniziati-
va individuale priva di regole, devono essere respinte.
L’obiettivo di un buon governo non è quello di realizzare ideali
astratti come quelli di ‘libertà’ o di ‘buona amministrazione’,
bensì, più semplicemente, di assicurare un’equa distribuzione
delle risorse esistenti e di trovare il giusto equilibrio tra il sod-
disfacimento dei normali istinti e bisogni della popolazione e
il mantenimento del sistema, senza far sprofondare le persone
in uno stato di miseria peggiore rispetto a quello che potrebbero
sopportare sotto quel sistema e le sue leggi.
La completa libertà d’azione, e l’iniziativa non regolamentata
in campo economico e nella ricerca del profitto, probabilmente
non saranno più ammissibili in futuro – e un’aculata politica
conservatrice potrebbe rivelarsi più efficace di un avventato
radicalismo.
Una moderna nazione civile è perfettamente in grado di salva-
guardare la libertà di pensiero, di opinione, di ricerca scientifi-
ca, e di espressione artistica, nonostante la Russia abbia deciso
di ripudiarle.
Sarebbe come affermare che alcuni piaceri della vita debbano
essere eliminati, solo perché esistono categorie di persone che
non riescono ad apprezzarli.
Se tutto il patrimonio culturale che abbiamo erididato ci fosse
portato via, quale altra ragione di vita rimarrebbe?
E’ questa la critica principale che muovo alla Russia sovietica.
L’ultimo, irrinunciabile baluardo d’indipendenza individuale
per il quale vale la pena lottare fino in fondo è ‘la libertà di pen-
siero, opinione, ricerca, ed espressione artistica’.
Sono questi i principi realmente costitutivi della personalità nel
senso migliore del termine: senza di essi, la tanto decantata liber-
tà fisica del selvaggio non ha alcun valore.
Invece, se quei principi sono garantiti, non può esistere schiavitù.
Ma naturalmente la libertà fisica presenta gradazioni, e di queste
è ancora necessario e opportuno discutere.
Quando affermo che alla libertà stessa dell’individuo occorre più
freno, non intendo auspicare che vengano poste continue limita-
zioni agli spostamenti quotidiani delle persone, o che in qualun-
que periodo della sua vita il cittadino debba rendersi disponibi-
le alla chiamata alle armi o a trasferirsi in territori lontani per
lavorare nelle industrie statali che ne fanno richiesta – come in-
vece è previsto dal programma sovietico.
Queste sono misure estreme, assolutamente non necessarie e
intollerabili, poiché rendono virtualmente impossibile il sod-
disfacimento degli istinti primari – e non è ragionevole consi-
derarle misure richieste dalle attuali (e probabilmente future)
condizioni dell’industria.
Ci vuole sempre moderazione, e non possiamo trasformare
le pur necessarie misure di riduzione della libertà individuale
in una scusa per introdurre arbitrarie e ingiustificate restrizio-
ni, perché in tal modo scadremmo nella TIRANNIDE.
HPL
(21 gennaio 1933)
(H.P. Lovecraft, L’orrore della realtà, lettere)