Da http://giulianolazzari.myblog.it
Presentiamolo.
Nostra guida di verità.
I fatti.
Delle istantanee al magnesio.
Dei brani di vita che riassumono una ‘malavita’.
Parleremo il meno possibile di noi.
La parola a lui.
Ai suoi partigiani.
Ai suoi cortigiani e cortigiane.
Ai suoi istrioni.
Scriviamo un manuale per ‘l’uomo della strada’. O per chi vuol orientarlo.
Sovente la nausea ci strapperà uno scatto indignato.
La colpa è il fetore che promana dal fango rimescolato.
Bisogna riaccumulare il materiale sparso.
Ridire cose dette.
Rievocare episodi obliati.
Riesumare documenti sperduti.
Raccontare vicende e fatti ignoti o malnoti.
L’ex capitanfracassa della ‘sociale’ balzato ad un tratto nelle superne sfere degli
unti del signore, ad eclissarli tutti in uno splendore di vanità provincialmente
pavonesca, ha avvertito di istinto l’urgenza di far scomparire le macchie del
passato chiassoso e rissoso che pose marattiane che portano per ogni verso
le sue impronte digitali, e non potendo distruggere se stesso, così come aveva
fatto incenerire ogni cosa che lo ‘denunciava’, sì è fatto coprire di una proluvie
d’ornamenti multicolori dorati, brillanti e raggianti: e croci e ciondoli e collari
e commende, e spade e bastoni di comando, e stelle e pennacchi e pergamene
e postume medaglie al postumo valore di guerra e fastose livree votate al
tenace lavorìo delle futuriste tignole, nonché previdenti corazze protettrici della
preziosissima epa.
Vi fu una gara mondiale a chi prima arrivava gittarsi ai suoi piedi col prezioso
carico delle onorificenze nobiliari che lo rendessero degno del concilio dei numi.
E vi corsero, fieri del loro servilismo come gli antichi vassalli verso il loro re,
principi e regine, corti e accademie, chiese e università, ordini secolari ed imperi.
Duce di terra, di cielo e di mare, l’ex fanfarone della palinganesi operaia, ha visto
annullati davanti a sé tutti i limiti della esaltazione della genuflessione e
dell’apoteosi.
Fu un orgia di servilismo attorno alla carogna dell’ex socialista.
Dicono che l’incenso serva per conservare i cadaveri!
Ci riferiamo beninteso, non alla realtà; ma alla esteriorità di quanto si pensa di lui,
del Truce, dai suoi paraninfi e dai suoi cortigiani; vogliam dire a quel gioco di
apparenze che ci ricorda i razzi e le bombarde dei fuochi artificiali nelle sagre
provinciali della nostra giovinezza.
Ché tutto attorno a lui è – come lui – falso e prezzolato e tremebondo e basso e vile
bassamente vigliacco: sia che si tratti dei bordellieri plutarchizzati dal giornalismo
commestibile del regime e ubriacati dal subitaneo imprevisto clamoroso trionfo;
sia che si tratti dei fradici sadisti del cosiddetto ‘vecchio regime’ voronofizzati nei
loro furori liberticidi delle frustate a sangue loro somministrate dalle avvenente
cocotte che li domina e che li servì fedelissimamente in un primo tempo; sia che
venga il turno dei trionfanti ‘ Pallondivento?, di rapisardiana memoria, piantati
oggi come simboli di gloria e di genio culturale romano e latino sul letamaio
dell’intellettualismo ufficiale italiano; sia infine, che ci rivolgiamo a studiare
quella progenia di macachi fredifraghi e vili ed osceni, che tengono nella storia
il primato per onor di famiglia nel rango degli scellerati che cospirano ai danni
della libertà italiana: vogliamo parlare della Corte sconciamente cortigiana di
Roma, cui l’ultimo pezzente gitterebbe un soldo di compassione per il tasso
di infamia con cui paga la malriafferrata corona.
( Armando Borghi )