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Lee Oswald (la pedina della C.I.A.) (17) &
un altro omicidio (un giorno da ricordare: 5/6/1968)
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giochi di guerra (il circo di Camp Street) (19)
la caccia
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George
De Mohrenschildt
Da:
i miei libri

Interesse per il marxismo
Oswald cominciò a leggere testi comunisti dopo che
con la madre ebbe lasciato New York per trasferirsi
a New Orleans.
Disse ad Aline Mosby, una giornalista che l’intervistò
dopo il suo arrivo a Mosca:
‘Io sono un marxista… Cominciai a interessarmene al-
l’età di 15 anni. Da un punto di vista ideologico. Una

vecchia signora mi diede un opuscolo sulla campagna
per salvare i Rosenberg…
Guardavo quei fogli e ancora me lo ricordo, non so per-
ché’.
Oswald studiò il marxismo dopo l’arruolamento nei Ma-
rines e le sue simpatie in quella direzione e per l’Unione
Sovietica par che fossero note a molti, almeno nel repar-

to a cui fu assegnato dopo il ritorno dall’Estremo Oriente.
Il suo interesse per la Russia indusse qualche commilito-
ne a chiamarlo ‘compagno’ oppure ‘Oswaldsvovic’.
Agli scacchi voleva sempre i pezzi rossi perché, come eb-
be a dire in un contesto a quanto pare scherzoso, prefe-
riva ‘l’armata rossa’.
Studiò la lingua russa, leggeva un giornale in quella lin-

gua, e mostrava interesse per quanto accadeva nell’U-
nione Sovietica.
Thornley, secondo il quale Oswald aveva una ‘irrevoca-
bile convinzione’ che le sue idee marxiste fossero giuste
testimoniò:
‘Io credo che si sarebbe potuto stare a discutere con lui
per anni… e non credo che si sarebbe riusciti a fargli cam-

biare idea, su questo, a meno di non sapere perché ci cre-
deva.
Io certamente non lo so. Ma non credo che bastasse una
qualsiasi argomentazione logica a scuotere le sue convin-
zioni.
Era come… era come non riuscire mai a guardare le cose
da un punto di vista differente, una volta diventato mar-
xista. Se poi lo era’.

Thornley testimoniò inoltre su un incidente che nacque
dal combinarsi delle ben note simpatie marxiste di Oswald
con il libro di Orwell, ‘1984’, uno dei preferiti da Oswald,
che Thornley lesse dietro suo consiglio.
Poco dopo che Thornley ebbe finito di leggere quel libro,
il reparto a cui ambedue erano assegnati fu mandato a
partecipare alla sfilata del sabato mattina, in onore di cer-

ti sottufficiali che andavano in pensione; un avvenimen-
to che i due accolsero con poco entusiasmo.
Mentre aspettavamo che cominciasse la sfilata, scambia-
rono qualche parola su ‘1984’, pur sembrando Oswald tut-
to assorto nei suoi pensieri.
Dopo un breve silenzio Oswald osserrvò che quella sfila-
ta era una stupidaggine, e che gli faceva venire rabbia.

E Thornnley rispose:
‘Be’, se viene la rivoluzione tutto questo cambia’.
Thornley, inoltre testimoniò:
‘Allora mi guardò come un Cesare tradito e urlò, urlò pro-
prio: ‘Anche tu, Thornley, no!’ E ricordo che la voce gli
si ruppe in gola nel dire questo. Era molto seccato di quel
che io avevo detto e a me veramente non sembrava di a-

ver detto molto…. Poi non gli dissi più nulla e neanche
lui mi disse più nulla’.
Il tenente Donovan testimoniò che secondo Oswald ‘c’e-
rano molte ingiustizie relative alle questioni di politica
internazionale’.
Ricordò che Oswald s’interessava specificamente della
America Latina, e particolarmente di Cuba, e che espres-

se la sua opposizione al regime di Batista e simpatia per
Castro (ma i suoi interessi arrivavano fino alla Patago-
nia…).
Donovan inoltre testimoniò di non aver mai sentito e-
sprimere da Oswald il desiderio di prendere personal-
mente parte all’eliminazione delle ingiustizie in qual-
che parte del mondo, e di ‘non averlo mai sentito in

alcun modo o forma confessare d’essere comunista, né
di aver mai pensato che egli fosse comunista’.
…L’interesse di Oswald per il marxismo indusse qual-
cuno a evitarlo, anche se, come detto da sua moglie,
quell’interesse fu forse motivato dal desiderio di susci-
tare attenzione….

L’ingresso di Oswald nell’Unione Sovietica
Sebbene l’inchiesta non sia esauriente sui motivi che
spinsero Oswald a recarsi in Unione Sovietica, non c’è
indicazione alcuna che egli fosse costretto ad agire in tal
modo da agenti sovietici.
Egli può avere iniziato lo studio della lingua russa men-
tre soggiornava in Giappone. Dopo essere arrivato a Mo-
sca nell’ottobre del 1959 disse a numerose persone di aver

maturato la sua partenza per due anni, il che fa supporre
che la decisione fosse nata mentre si trovava nell’Estremo
Oriente.
George De Mohrenschildt, che incontrò Oswald dopo il
suo ritorno dall’Unione Sovietica (un russo bianco…), ha
testimoniato che Oswald gli parlò di questo argomento:
‘Ho incontrato alcuni comunisti in Giappone, mi hanno

stimolato e interessato, e questo fu uno dei motivi che
mi indussero a recarmi nella Russia Sovietica, per vede-
re come stanno le cose’.
Non esiste alcuna prova che Oswald ricevesse assisten-
za finanziaria esterna per il suo viaggio nell’Unione
Sovietica. Dopo essere arrivato a Mosca, Oswald riferì
a un corrispondente, Aline Mosby, che per il viaggio a-
veva risparmiato 1.500 $ del suo salario di Marine, an-
che se la notizia sull’intervista di Oswald con la Mosby
riportava inesplicabilmente la somma di 1.600 $ invece
di 1.500 $.

La questione del visto
La commissione ha indagato sulla facilità con cui Oswald
ottenne un visto d’entrata nell’Unione Sovietica ai fini di
saggiare l’ipotesi di un’eventuale collusione.
Oswald partì da New Orleans per l’Europa il 20 settembre
1959, dopo essere stato congedato l’11 settembre 1959.
Egli andò direttamente a Helsinky, Finlandia, via Le Ha-
vre e Londra, giungendo a Helsinky sabato 10 ottobre 1959.

Oswald arrivò probabilmente troppo tardi ad Helsinky
per poter ottenere la sera stessa il visto del consolato so-
vietico.
Domandò il visto con ogni probabilità entro la mattina
stessa di lunedì 12 ottobre. Il 14 ottobre gli venne rilascia-
to il visto da turista sovietico nr. 403339, valido per una
visita di 6 giorni nell’URSS. Partì da Helsinky su un treno

diretto a Mosca il 15 ottobre.
La C.I.A. comunica che i visti concessi durante la stagio-
ne turistica 1964 venivano concessi in un periodo da 5 a
7 giorni.
Questa informazione del dipartimento di Stato e della
C.I.A. ci fa così sapere che l’attesa di Oswald per il visto
può sì essere stata più breve della media ma non eccezio-
nalmente breve.

L’immediatezza della concessione del detto visto può
essere stata semplicemente il risultato di una normale
procedura dovuto al fatto che l’ingorgo estivo era finito.
Poteva anche significare che la prontezza del rilascio
del suo visto fosse dovuta all’urgenza delle richieste di
Oswald.
In ogni caso la Commissione non aveva ravvisato nul-

la nelle circostanze dell’ingresso di Oswald nell’Unione
Sovietica, che indicasse che egli fosse a quell’epoca un
agente dell’URSS.
(E’ da notare con rammarico, l’autenticità di tali gior…,
– accreditata fonte biografica su Kennedy…. -…….)
Che le informazioni più valide concernenti il periodo tra-
scorso da Oswald a Mosca verso la fine del 1962 proven-
gono dalle annotazioni (o sollecitazioni) dell’ambasciata
americana a Mosca, dalla testimoninaza, altresì, dei fun-
zionari dell’ambasciata, e dagli appunti …..(?????) di due
giornaliste americane…….
(avvertenza per i più piccoli non accompagnati dai genito-
ri: non trattasi del ‘Lee Oswald Game’; la sala giochi si tro-
va presso il bar di…..Jack Ruby…. il famoso e rinomato….
Carousel…. – grazie…- )
(Rapporto Warren sull’assassinio di Kennedy….)
