LA BICICLETTA (l’amante segreta) (11)

Precedente capitolo

la-bicicletta-l-amante-segreta-10.html

Capitolo successivo

da-milano-a-chicago-in-bicicletto-12.html

due-uomini-su-bicicli.jpg

Nel 1878 il Rénard, autore dei famosi bicicli alti m. 2,50 e perfino 3 metri,

che ricevevano il movimento mediante un sistema di leve a parallelogramma

– partendo dal concetto praticamente discutibile di accrescere la velocità

aumentando il diametro della ruota motrice – inventò i raggi tangenti, nello

intento di ovviare, colla nuova disposizione, alla torsione che il raggio diretto

subiva dal mozzo della ruota al cerchione, la qual torsione era tanto più

sensibile, quanto più grandi erano la ruota e la velocità.

Non è esclusivamente questa la ragione tecnica e pratica che oggi ha consigliato

la universale adozione dei raggi tangenti per le ruote da bicicletta, ma della

importantissima innovazione dobbiamo essere grati al geniale inventore,

che vide invece assai presto dimenticata la sua macchina gigantesca quanto

inutilmente pericolosa.

biciclo001.jpg

D’altronde il biciclo, preso come tipo, anche se non spinto a esagerazioni

iperboriche, costituiva sempre un ordigno pesante, incomodo, poco maneggevole,

disadatto ai lunghi viaggi e pericoloso, per la facilità delle cadute, quasi

sempre gravi nelle loro conseguenze.

La forma intermedia, il tipo di transizione fra il biciclo e la bicicletta, è costituito

dai cosidetti bicicli di sicurezza. Ne sono campioni il bicycle sur del francese

Rousseau – che il Baudry de Saunier volle chiamare ‘l’apostolo del velocipedismo

pratico’ – e il Kangaroo-Safety, meno alti dei bicicli comuni avendo la ruota

anteriore assai rimpicciolita. In tali macchine la sella era stata collocata indietro,

ed il movimento dei pedali, trasmesso mediante due catene al mozzo della

ruota, era stato portato un poco più in basso e fissato a speciali prolungamenti

della forcella verticale.   

Il Kangaroo-Safety e il Sur, che pure aumentando i punti di attrito non eliminavano

tuttavia completamente gli inconvenienti lamentati nei bicicli di tipo comune,

passarono senza rimpianto, sostituiti, nel 1879, dalle prime biciclette, ancora

incerte e diverse nella forma, ma giunte finalmente a stabilire la massima

meravigliosa di un principio meccanico ancora oggi immutato. 

(Umberto Grioni, Il ciclista) 

Il Biciclo[5].jpg