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Nel 1878 il Rénard, autore dei famosi bicicli alti m. 2,50 e perfino 3 metri,
che ricevevano il movimento mediante un sistema di leve a parallelogramma
– partendo dal concetto praticamente discutibile di accrescere la velocità
aumentando il diametro della ruota motrice – inventò i raggi tangenti, nello
intento di ovviare, colla nuova disposizione, alla torsione che il raggio diretto
subiva dal mozzo della ruota al cerchione, la qual torsione era tanto più
sensibile, quanto più grandi erano la ruota e la velocità.
Non è esclusivamente questa la ragione tecnica e pratica che oggi ha consigliato
la universale adozione dei raggi tangenti per le ruote da bicicletta, ma della
importantissima innovazione dobbiamo essere grati al geniale inventore,
che vide invece assai presto dimenticata la sua macchina gigantesca quanto
inutilmente pericolosa.
D’altronde il biciclo, preso come tipo, anche se non spinto a esagerazioni
iperboriche, costituiva sempre un ordigno pesante, incomodo, poco maneggevole,
disadatto ai lunghi viaggi e pericoloso, per la facilità delle cadute, quasi
sempre gravi nelle loro conseguenze.
La forma intermedia, il tipo di transizione fra il biciclo e la bicicletta, è costituito
dai cosidetti bicicli di sicurezza. Ne sono campioni il bicycle sur del francese
Rousseau – che il Baudry de Saunier volle chiamare ‘l’apostolo del velocipedismo
pratico’ – e il Kangaroo-Safety, meno alti dei bicicli comuni avendo la ruota
anteriore assai rimpicciolita. In tali macchine la sella era stata collocata indietro,
ed il movimento dei pedali, trasmesso mediante due catene al mozzo della
ruota, era stato portato un poco più in basso e fissato a speciali prolungamenti
della forcella verticale.
Il Kangaroo-Safety e il Sur, che pure aumentando i punti di attrito non eliminavano
tuttavia completamente gli inconvenienti lamentati nei bicicli di tipo comune,
passarono senza rimpianto, sostituiti, nel 1879, dalle prime biciclette, ancora
incerte e diverse nella forma, ma giunte finalmente a stabilire la massima
meravigliosa di un principio meccanico ancora oggi immutato.
(Umberto Grioni, Il ciclista)