DA RUOLO A RUOLO: un olandese (8)

 

Precedenti capitoli:

Da ruolo a ruolo: un francese (7) &

Gente di passaggio: contro la politica di ‘Giulio’

Prosegue in:

Da ruolo a ruolo: un olandese (9)

 

 

 

 

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A cosa potrà servire la bellezza, il dono                            uijhgtfgd.jpg

maggiore degli dèi immortali, se viene

guastata dallo spleen?

A cosa la giovinezza, se il lievito della

tetraggine senile la fa inacidire?

Infine cosa sarai in grado di fare nel

modo appropriato, di fronte a te stesso

e agli altri, in ogni dimensione della vita  senza la ben in-

tenzionata assistenza del qui presente Amor Proprio, che a

buon diritto per me è quasi fratello, tanto valore dimostra

nel sostenere ovunque la mia causa?

Infatti cosa c’è di più insensato dell’essere soddisfatti di sé?

Dell’ammirare se stessi?

Ma d’altra parte, come potrai agire in modo elegante aggra-

ziato, non sconveniente se sei scontento di te?

Prova ad eliminare questo sale della via: subito l’oratore che

perora lascerà indifferenti, il musicista non avrà alcun succes-

so coi toni, l’attore sarà preso in giro con le sue Muse, il pitto-

re sarà disprezzato con la sua arte, il medico farà la fame con

i suoi farmaci.

Infine sembrerai Tersite anziché Nireo, Nestore anziché Faone,

maiale anziché Minerva, balbuziente anziché eloquente, cafone

anziché raffinato cittadino.

A tal punto occorre che ognuno lusinghi persino se stesso e si

raccomandi a se stesso con una lisciatina prima di poter godere

della stima altrui.

Infine, dato che voler essere ciò che si è è la componente più

importante della felicità, il mio Amor Proprio riesce ad ottene-

re per la via breve che nessuno sia insoddisfatto della sua bel-

lezza, nessuno della sua intelligenza, nessuno della sua stirpe,

nessuno del luogo di nascita, nessuno della professione, nessu-

no della patria, tanto che l’Irlandese non vuole fare a cambio con

l’Italiano né il Trace coll’Ateniese né lo Scita con l’abitante delle

isole Fortunate. 

Con che diligenza incredibile ha agito la natura, bilanciando tut-

to nella varietà delle cose! Dove ha distribuito più avaramente i

suoi doni, aggiunge un po’ di Amor Proprio….

Ma ho detto veramente una sciocchezza, perché appunto l’Amor

Proprio è certo il dono maggiore. 

Tutto questo per non dire poi che nessuna azione nobile viene

intrapresa senza che io la stimoli, nessuna nobile arte è stata tro-

vata senza che ne fossi io l’inventrice.

Non è forse la guerra germe                                                           erasmo1.jpg

e fonte di tutte le azioni lodevoli?

Ma cosa c’è di più insensato che 

affrontare uno scontro in cui entrambe

le parti riportano più danni che vantaggi

per cause del tutto insignificanti?

Dei caduti, poi, non si parla, come dei

Megaresi.

Poi, quando le schiere scintillanti di ferro hanno preso posizione

su entrambe le fronti e le trombe hanno fatto risuonare il rauco

segnale che se ne può fare, vi chiedo, di questi valenti saggi che,

spossati dagli studi, col loro sangue sottile e raffredato fanno fa-

tica persino a respirare: c’è bisogno di tipi grossi e forzuti, pieni

di audacia e senza cervello.

A meno che non si preferisca come soldato Demostene, il quale

seguendo il consiglio di Archiloco fece appena a tempo a vedere

i nemici per poi scappare gettando lo scudo, soldato buono a nul-

la quanto era saggio oratore.    

Dicono però che in guerra conta molto la riflessione.

Certo, nel comandante, e per di più strategica, non filosofica; per

il resto questo capolavoro che è la guerra si fa                                             

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senza scrocconi, ruffiani, briganti,

killers, burini, deficienti, debitori e

simile bruttura, non con filosofi

abituati alla lucerna.

Del resto quanto poco servono

i filosofi per tutte le faccende

pratiche basta Socrate ad

insegnarlo, lui giudicato dall’oracolo di Apollo, ma non certo

sapientemente, l’unico sapiente: quando provò a fare non so

bene cosa nella vita pubblica, dovette andarsene in mezzo al

riso generale. Ma non era sciocco del tutto, lui che non accetta

di esser chiamato saggio e riserva questo nome soltanto al dio

e che ritiene che il sapiente debba astenersi dalla politica: ma

avrebbe fatto meglio ad insegnare che chi vuole venir contato

fra gli uomini deve astenersi dalla sapienza. 

Cos’altro lo ha costretto a bere la cicuta, quando è stato accu-

sato, se non la sapienza?

(Erasmo, Elogio della follia)

 

 

 

 

 

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DA RUOLO A RUOLO: un olandese (8)ultima modifica: 2014-01-20T08:02:00+01:00da giuliano106
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