SCARSAMENTE DOTATO DALLA NATURA

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scarsamente dotato dalla natura

 

 

Nel 1945 l’autore di un libro che si proponeva di dare al pubblico

 di lingua francese una ‘spiegazione della Germania di oggi’,

precisava subito che il suo lavoro non poteva essere che un

semplice tentativo di approccio.

Ne offriva in modo perentorio il motivo:

Per qualsiasi spirito latino e logico il mondo tedesco rimane in se

stesso un enigma.

Osservazioni di questo tipo sono fiorite in Francia ben prima

del 1945. Esse hanno alimentato un antigermanesimo (profonda-

mente condiviso dall’autore del presente blog) che, dopo

l’ondata di entusiasmo per una ‘Germania romantica e sognatrice’

diffusasi attorno a Madame de Stael all’inizio del XIX secolo, si è

manifestato in tutta la sua forza dopo la guerra del 1870, e ancor

più violentemente all’epoca della I Guerra Mondiale. 

 

scarsamente dotato dalla natura

 

Un esempio caratteristico è fornito dalla congenita incapacità

creativa che si ritorce contro chi crea… non errava quindi il libro

di Jacques Rivière, pubblicato nel 1919 e molto letto negli

ambienti intellettuali. Costui, che fu il direttore della prestigiosa

‘Nouvelle Revue Francaise’, non temeva di apparire delirante

quando scriveva che il tedesco era dal punto di vista intellettuale

‘scarsamente dotato dalla natura’, ed anche se può apparire il

ritratto della natura, in realtà è il suo più feroce nemico.

Il suo spirito presentava una ‘incurabile imperfezione’, e che

una ‘parte di cervello gli era rimasta vuota’.

 

scarsamente dotato dalla natura

 

L’angelo caduto di razza germanica ed i suoi sottoprodotti nella

secolare incapacità intellettuale volta alla creazione, parente

stretta della natura, la imitano con una appropriazione indebita

della sua vera essenza, per poi dopo sopprimerla.

Ecco il loro cieco determinatismo di preservare razza, sangue,

e ‘inferiorità intellettuale’, la paura di ciò che è diverso e principio

creatore dell’ordine delle cose che sempre vorrebbero sovrintendere.

L’anarchia è il loro terrore.

Il nazismo esorcizza questi mali, e li riduce all’ordine costante,

elevando questo o quello che di volta in volta si piegono ai falsi

dèi di questo nefasto olimpo.

 

scarsamente dotato dalla natura

 

Che cosa diventa in una prospettiva del genere, l’analisi del

fenomeno tedesco e di conseguenza …nazista?

Esso viene considerato lo sbocco naturale di una malattia conge-

nita dello ‘spirito tedesco’.

Alcuni intellettuali francesi, spesso rappresentanti di un nazio-

nalismo di ispirazione cattolica, fanno delle accuse ancor più

precise: la riforma sarebbe la grande responsabile.

Ecco Hitler, sebbene cattolico per il battesimo, trasformato in

un continuatore di Lutero.

Uno dei detrattori più violenti del nazismo prima del 1940 è

André Suarès: ‘Lutero e la riforma, a un livello meno grossolano,

sono fenomeni analoghi a quelli di Hitler e della sua robaccia.

Georges Bernanos sembra fargli eco quando in una conferenza 

tenuta a Ginevra nel 46, definisce la Germania come una ‘cristianità

mancata’, ‘una cristianità anormale’, trasformata dalla Prussia

in ‘una nazione armata’, che Hitler si sarebbe limitato in seguito

a forgiare in ‘un blocco di bronzo’ ed a farne un’opera artistica.

(prosegue)

 

 

 

scarsamente dotato dalla natura

       

GIUGNO 1940: le prospettive tedesche nella II Guerra Mondiale

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giugno 1940

 

 

Com’era già accaduto nell’autunno 1938 dopo ‘Monaco’, dopo

la vittoria sulla Francia Hitler venne a trovarsi in una situazione

che gli apriva, al di là dell’immediata dominazione dei Paesi

sconfitti, tutta una serie di grandi prospettive.

La vittoria militare all’inizio dell’estate 1940, raggiunta in così

breve tempo nel settore occidentale europeo, ebbe conseguenze

di vasta portata sull’orientamento politico di tutti gli Stati

europei e ampie ripercussioni sull’intera situazione politica

mondiale.

 

giugno 1940

 

Di nuovo però come nel 938, Hitler – per ragioni insite nella

natura stessa del suo regime e nei suoi ‘obiettivi finali’, tenacemente

perseguiti al di là di tutta la versatilità tattica nel mascherarne

propagandisticamente le vere intenzioni, e in spregio di tutte

le tradizioni europee – non fu capace di cogliere le occasioni

che la nuova costellazione gli offriva per conquistare un ruolo

di guida politica in Europa che non fosse basato soltanto sulla

violenza.

 

giugno 1940

 

L’assunto che non fosse più possibile arrestare la supremazia

della Germania sul continente dominò, nell’estate 1940, tutta

la scena europea compresa il ‘fronte marittimo’ anti-inglese,

esteso da capo Nord al golfo di Biscaglia, e il confine di interesse

sovietico-tedesco.

In quell’estate 1940 sembrò una norma generale di saggezza

politica avvicinarsi alla nuova potenza-guida a seconda della

distanza di ciascun Paese dal nucleo di potenza tedesco e anche

della forza di attrazione o di repulsione che il sistema nazional-

socialista esercitava sulle diverse forze politiche dell’Europa

continentale.

 

giugno 1940

 

L’attesa occasione di poter valere con l’appoggio tedesco – nel

quadro di una riorganizzazione generale dell’Europa di cui tutti

i paesi erano certi – vecchie pretese di revisioni e di ampliamenti

territoriali, oppure, viceversa, la speranza di poter ancora bloccare

tali aspirazioni del Paese vicino, adattandosi alla nuova situazione,

spinsero tutti gli Stati interessati nella medesima direzione:

avvicinarsi il più possibile alla Germania.

Nei paese dell’Europa sud e nord-orientale le tendenze a buttarsi

nelle braccia di Hitler furono ancora più rafforzate dai timori

di un’ulteriore avanzata dell’Unione Sovietica, la quale nella

fase conclusiva della campagna occidentale nella seconda metà

di giugno 1940 si era annessa la regione della Bessarabia nella

Romania orientale e la Bucovina del nord, si era impadronita

interamente dei Paesi Baltici Estonia, Lettonia e Lituania e 

aveva avanzato nuove pretese nei confronti della Finlandia.

 

giugno 1940

 

Sembrò allora profilarsi la possibilità di concentrare l’intera

Mitteleuropa sotto l’egemonia tedesca, e in effetti al ministero

degli Esteri e in altre istanze centrali tedesche, riprendono in

parte il cosiddetto ‘Programma di settembre’ del 1914 di

Bethmann-Hollweg, furono elaborati piani per una ‘grande

area economica di circa 200 milioni di persone’, con annesso

impero coloniale tedesco nell’Africa centrale. (prosegue….)

 

 

 

giugno 1940

      

LA GUERRA IL VERO MOTIVO (24 novembre 1963)

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la guerra

 

29 novembre 1963

….Lee era un bambino felice.

Non riuscite a capire?

Il punto essenziale è come tutto questo

andrà avanti e avanti.

E’ questo il punto.

Il punto è…quando hanno iniziato a servirsi di lui?

Un tempo il mio piccolo …Lee saliva sulle cime dei

tetti con un binocolo, a spiare le case degli altri….,

e loro lo hanno mandato in missione in Russia….,

E io non so per chi lavora adesso…

(Don Delillo, Libra)

 

la guerra

 

 

Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica

estera degli Stati Uniti immediatamente dopo quel 22 novembre

1963, il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della

CIA abbiano voluto togliere dalla Sala Ovale John Kennedy e

metterci al suo posto Lyndon Jhonson. 

la guerra

Il nuovo presidente elevato alla responsabilità delle nostre scelte

di politica estera dalla sparatoria di Dallas sarebbe stato dei più

entusiastiaci sostenitori della Guerra Fredda, anche se lo divenne

per necessità in quanto vicepresidente. 

Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore

della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un

uomo dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per

esperienza e temperamento era ‘portato a ragionare in termini

militari’. 

la guerra

Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al difficile

momento della più accesa crociata anticomunista che caratterizzò

la politica americana degli anni che seguirono la fine della seconda

guerra mondiale.

Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomica

come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per

mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come non 

ce n’erano mai state di uguali. 

la guerra

Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi

militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del

pentagono’, contrastavano apertamente con l’attenzione del

presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.

Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito

dopo la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di

Jhonson alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici muta-

menti nella politica estera e nella politica militare americana.

L’ordine di Kennedy di riportare al più presto il conflitto

in corso nel Vietnam venne prontamente annullato. 

la guerra

Ancora più gravido di conseguenze sarebbe stato, nella domenica

pomeriggio che seguì l’assassinio, dopo il solenne atto di presenza

alla commemorazione di Kennedy presso il Senato, l’incontro di Jhonson

con Henry Cabot Lodge l’ambasciatore USA nel Vietnam del Sud, presso

il palazzo del governo.

Informò Lodge che non aveva intenzione di perdere il Vietnam, che

non voleva che il sudest asiatico finisse nelle mani della Cina, che

‘Saigon avrebbe potuto contare su di noi’.

Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchino o,

almeno, così venne detto al pubblico americano.

L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro condotto

dalla intelligence. 

la guerra

‘Durante un normale pattugliamento in acque internazionali’, annunciò

Washington, ‘il cacciatorpediniere Maddox ha subito un attacco non

provocato’.

Johnson denunciò con tono severo quest’ ‘evidente aggressione’.

Apparve alla televisione nazionale per informare la cittadinanza

americana che ‘le ripetute azioni ostili  contro le navi degli Stati Uniti

al largo del Golfo del Tonchino mi hanno obbligato a dare oggi stesso

l’ordine alle forze armate degli Stati Uniti di intraprendere un’azione

di risposta. 

la guerra

I leader del Congresso di entrambi i partiti dichiarò, hanno assicurato di

condividere ogni risoluzione che renderà chiaro ‘che il nostro governo è

unito nella sua determinazione di prendere tutte le misure necessarie a

difesa della libertà e a difesa della pace nel sudest asiatico’.

La risoluzione del Golfo del Tonchino, approvata il 7 agosto 1964,

con soli due senatori dissenzienti, diede al vice-presidente il potere

di prendere qualunque decisione di ordine militare da lui ritenuta

necessaria nel sudest asiatico. 

la guerra

Questa dichiarazione di guerra al Vietnam del Nord, sia pure non

ufficiale, arrivò a distanza di un anno dal discorso di Kennedy,

tenuto all’American University, con il quale aveva espresso con grande

forza la sua speranza di pace. 

Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Congresso

gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamento del Vietnam

del Nord. 

Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Vietnam

del Sud.

Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000. 

Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio

del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnamiti

erano morti.

Dunque la politica estera del presidente Kennedy venne rovesciata

‘senza conformarsi alle leggi in vigore nel paese per la sostituzione

dei suoi rappresentanti ufficiali’, che è la definizione di un colpo

di stato.

Questa fu la conseguenza più importante dell’assassinio di John

Kennedy e il vero motivo per cui venne compiuto. 

(J. Garrison, JFK) 

 

 

la guerra

       

Lì E IN MOLTI ALTRI LUOGHI

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lì e in molti altri luoghi

 

 

 

– Sono nato nello stesso anno di Buddha precedente – questo

è importante.

Ero appena un bambino, vivevo con i miei genitori, quando

il gruppo di ricerca arrivò nella mia zona. Un vicino gli disse

la mia data di nascita, e loro mi portarono via con loro al

tempio di Tianshui.

Fui scelto tra altri mille. 

lì e in molti altri luoghi

 – Cosa provò quando la portarono via?

– Ero solo un bambino. Non provai nulla.

Ho scrutato il suo viso. Aveva dimenticato?

O ero io ad avere dimenticato?

Anni fa, con la testa infarcita di cliché da psicologo, avevo

osservato sconcertato alcuni bambini in un orfanatrofio di

Pechino che giocavano insieme senza la minima traccia della

tensione occidentale.

Chiedo:

– Cosa provarono i suoi genitori?

– Non volevano che andassi. Erano contadini. Volevano che li

aiutassi nei campi..

Abbassa lo sguardo sulle proprie mani. 

lì e in molti altri luoghi

 – Andai lo stesso. Ma a 17 anni dovetti partire di nuovo. Era

arrivata la rivoluzione comunista, e i monaci venivano dispersi

da tutte le parti. All’inizio continuai a studiare. Poi, nel 1964, il

governo mi ordinò di sposarmi. Volevano che i monaci fossero

come tutti gli altri.

– Ha una bella famiglia.

Ha sorriso dolcemente.

– Grazie.

Sapevo che qui il buddhismo aveva sempre lottato per giustificarsi. 

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Se il confucianesimo e il comunismo si erano fatti strada nella

società – con la pietà filiale o con il progresso sociale – il buddhismo

accenneva a una salvezza privata.

Il suo destino era diffondere un’illusione. E la società era un

miraggio.

– Durante la Rivoluzione culturale fui osteggiato pesantemente.

Le Guardie rosse odiavano l’idea di un Buddha vivente.

Vennero in quattro a prendermi. Mi picchiarono talmente forte

che dovetti rimanere per tre mesi con il corpo a pezzi. 

lì e in molti altri luoghi

Si tocca le braccia e le ginocchia.

– Mentre mi picchiavano continuavano a dire:

– Hai torto! Hai torto! Torto!,

e io dicevo:

– Sì, sì, ho torto, ho torto!

Scoppia a ridere all’improvviso: non è l’ansioso balbettio cinese,

ma un’esplosione senza tempo di follia terrena.

– E tutto il tempo in cuor mio ero certo che la mia strda, il mio

sentiero fosse altrove. Ma non dissi niente. Mentre giacevo

supino composi una grammatica tibetana, e anni dopo la

scrissi. Così sono sopravvissuto.

Queste sedute punitive potevano essere di una ferocia inaudita.

In sostanza erano pestaggi di massa – un calvario di derisione

e tortura – inflitti a volte da una folla di vicini e di amici di un

tempo. Via via che le prepotenze e il terrore si intensificavano, 

qualsiasi cosa la vittima dicesse veniva violentemente contrad-

detta e negata, finché svaniva in essa qualsiasi brandello di 

autostima.

Le confessioni forzate davano avvio alla distruzione dell’io.

La vergogna spingeva molti al suicidio. 

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Se la vittima ripudiava la propria famiglia, un altro puntello

dell’individualità cadeva. Col tempo, se veniva sottoposta

a una rieducazione più profonda, la sua stessa vergogna

simulata poteva distruggere lentamente la convinzione della

sua innocenza, come una maschera che corroda il viso.

In questo scenario la vittima desiderava essere colpevole,

altrimenti il mondo stesso impazziva.

Veniva invasa da uno strano e immotivato senso di colpa.

Diventava la sua stessa accusatrice, il suo stesso crimine.

E l’opera era completa. 

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Ma di solito la seduta punitiva era troppo rapida e inaspettata

per provocare più di una simulazione improvvisata.

Le confessioni gridate erano come atti teatrali nei quali anche

i personaggi recitavano un ruolo preordinato – la sceneggiatura

era stata scritta dallo Stato. 

Eppure morì un milione di persone.

Ora, a quasi quarant’anni di distanza, la retorica sembra debole

come una canzoncina. E spesso, come nel caso del Buddha

vivente, qualcosa nel cuore della vittima rimane inviolato.

Continua:

– Dopo mi mandarono in campagna a lavorare tra i contadini

della regione in cui ero stato Buddha. Ci rimasi dodici anni.

Parla senza amarezza o autocommiserazione.

– Poi finalmente sono stato destinato qui. E adesso insegno

religione agli studenti tibetani. Ho perfino una casa accanto

al tempio di Tianshui, e spesso ci vado per le cerimonie.

E’ un bel posto.

(C. Thubron, Ombre sulla Via della Seta. Le riproduzioni

iconografiche di questo post sono di Sven Hedin.)


 

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VISIONI (la freccia del tempo)

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visioni

 

 

 

Quando l’uomo esce dalle mura protettive del dogma, vede

ancora, come ho detto, l’immagine dalla quale si sta ritraendo,

ma non vede il futuro; è come se entrasse nel futuro distogliendone

gli occhi.

E’ una particolarità della nostra coscienza, in effetti, quella di         

guardarsi sempre indietro: vediamo solo il passato e non vediamo

il futuro.

Di tanto in tanto, come per sbaglio, abbiamo una visione fuggevole

del futuro, che però non è nulla in confronto con il quadro del passato

con tutti i suoi colori.

Vedete, in qualsiasi direzione ci sviluppiamo, di solito facciamo l’

errore di essere pienamente consci -inutilmente consci – di ciò da

cui proveniamo, e siamo a malapena in grado, se pure lo siamo,

di crearci un quadro di dove atterreremo – o sbarcheremo – nel

futuro.

L’inconscio, però, percorre una strada molto diversa.

L’errore della nostra coscienza sta nel presumere che l’inconscio

operi nel suo stesso modo.

E’ esattamente il contrario, l’inconscio non si guarda indietro.

Nonostante il fatto che parli esclusivamente il linguaggio del

passato, tenta di prevedere e di raffigurarsi il futuro.

E’ sempre avanti di diverse lunghezze nel futuro, parlando però

il linguaggio del passato.

Parlare del futuro, di ciò che avverrà domani o tra dieci anni, ci

piace, ma siamo singolarmente incapaci di prevedere o di costruire

il futuro; vediamo soltanto il passato, sebbene sembri che il nostro

interesse sia nel futuro.

D’altro canto, il nostro inconscio parla invece del passato ma in realtà

intende il futuro, sta sempre anticipando e costruendo il futuro.

La teoria che i sogni prevedano realmente il futuro è giusta e la

natura dei sogni è questa.

Nell’esaminare a fondo, a posteriori, i sogni di persone in cui l’inconscio

abbia assunto il ruolo giusto, se ne trovano di interessantassimi;

sogni che stavano preparando un atteggiamento futuro quando ancora

il sognatore non sapeva assolutamente perché sarebbe stato necessario 

un atteggiamento del genere.

Soltanto più tardi, dopo il verificarsi di certi eventi, a volte eventi di

natura molto oggettiva, si scopre perché nell’individuo venisse

preparato quell’atteggiamento.

E’ estremamente interessante osservare come l’inconscio lavori, a

questo riguardo.

SIG.na WHARTON: Lei li definirebbe sogni profetici?

DOTT. JUNG: Si possono definire sogni profetici ma, naturalmente,

con una particolare riflessione psicologica.

….L’inconscio, invece, tiene gli occhi aperti sul futuro e dice: ora sta

attento, si avvicina qualcosa di cui non ti rendi conto. Per questo è

così importante studiare i sogni o quelle visioni inconsce che sono

costruite esattamente allo stesso modo.

Anche loro costruiscono e anticipano.

Vedete, la discesa della nostra paziente all’epoca dell’uomo primitivo,

arrivando persino all’animale, non era assolutamente prevista.

Stava ancora guardando alla Chiesa, mentre diceva a se stessa con

una certa soddisfazione: “Adesso ne sono distante due miglia,

adesso tre, sta diventando sempre più piccola, è quasi scomparsa

e ora ho raggiunto la completa illuminazione”, e così via.

L’inconscio dice: “sarai presto nel 2000 a.C., e adesso nel 6000 a.C. –

come la macchina del tempo – e adesso ecco l’animale”.

Allora ella ha uno shock e non può andare più indietro, perché la sua

coscienza arriva al termine.

Per non perdere la coscienza, quindi, adesso deve guardare la strada

per la quale è venuta. Mentre stava procedendo a ritroso verso

l’animale, infatti, davanti a lei non c’erano soltanto chiese cristiane,

c’erano anche dei templi greci e latini, e lei vedeva tutto.

Allora ha cominciato a muoversi in avanti ed è arrivata, adesso,

in quell’antica sfera dove sta iniziando il Cristianesimo. 

Adesso è in un conflitto terribile tra lo scoprire di nuovo il

Cristianesimo e il procedere sulla linea antica.

E’ UN PROBLEMA ENORME, IN REALTA’; LO SI POTREBBE

DIRE UN PROBLEMA INTERAMENTE STORICO, INVECE NO,

E’ UN PROBLEMA DEL FUTURO.

(C.G. Jung, Visioni)

 

 

visioni

  

SIMMETRIE (il viaggio celeste)

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simmetrie

 

 

Il Viaggio celeste dell’anima che ritorna è per il vero una delle

caratteristiche più comuni e costanti in sistemi che per altri

aspetti divergono grandemente, e il suo significato per la mente

gnostica è valorizzato dal fatto che esso rappresenta una fede

non soltanto essenziale nella teoria e aspettativa gnostica, e

inoltre espressiva della concezione della relazione dell’uomo

con il mondo, ma anche di importanza ‘pratica’ immediata per

il credente gnostico, poiché il senso della gnosi, è quello di

preparare per l’evento finale e tutta la sua istruzione etica,

rituale, tecnica, è intesa ad assicurare il suo adempimento

completo.

Storicamente c’è un aspetto di portata ancora maggiore del

significato letterale per le dottrine dell’ascesa.

In uno studio posteriore di sviluppo ‘gnostico’, la topologia

esterna dell’ascesa attraverso le sfere, col progressivo spogliamento

 

simmetrie

 

dell’anima dai suoi sviluppi mondani e il recupero della sua

originale natura acosmica, poté essere ‘interiorizzato’ e trovare

il suo analogo, in una tecnica psicologica di trasformazione

interiore per la quale l’io, mentre è ancora nel corpo, può

raggiungere l’assoluto come condizione imminente, seppure

temporanea: una scala ascendente di stati mentali, sostituisce

le stazioni dell’itinerario mitico: la dinamica della progressiva

trasformazione spirituale di sé sostituisce la spinta spaziale

attraverso le sfere.

Per tal modo la stessa trascendenza è volta in immanenza,

tutto il processo viene spiritualizzato e posto entro il potere

e l’ambito del soggetto.

Con questa trasposizione di uno schema mitologico nell’interiorità

della persona, con la trasposizione dei suoi stadi, oggettivi in fasi

soggettive di un’esperienza attuale il cui punto culminante ha la

forma di stasi, il mito gnostico si è trasformato in ‘misticismo’ (

neoplatonico e monastico) e in questo nuovo mezzo continua la

sua vita molto dopo la separazione delle originali credenze 

mitologiche.

In maniera analoga i misteri di Mitra imponevano ai loro iniziati

il cerimoniale del passaggio attraverso sette porte disposte su

scalini ascendenti che rappresentano i sette pianeti.

Il risultato raggiunto da tutto il rituale prolungato è talvolta

tormentoso era chiamato rinascita: si riteneva che l’iniziato stesso

fosse rinato come Dio.

La terminologia di ‘Rinascita’, ‘Trasformazione’, ‘Trasfigurazione’,

fu coniata, nel contesto di questi rituali, come parte del linguaggio

dei culti misterici.

Nel contesto del culto misterico, o in sue sostituzioni private e

spiritualizzate, ispirate dal modello generico, il ‘Viaggio Celeste’

poteva diventare di fatto un’esperienza visiva raggiungibile

durante il breve stato estatico.

 

 

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LA CORDA D’ARGENTO

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…Leggi anche:

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la corda d'argento

 

 

 

Questa brusca separazione fa sì che la corda d’argento si

contragga e il corpo astrale viene riassorbito improvvisamente

nel veicolo fisico.

La sensazione è assai peggiore allorché si è viaggiato e si fa

ritorno. Il corpo astrale fluttua a qualche metro d’altezza sopra

il corpo, come un pallone all’estremità di un cavo.

Qualcosa, forse un rumore esterno, fa sì che il corpo astrale rientri

nel veicolo fisico con eccessiva rapidità.

L’organismo si desta di colpo e si ha la sensazione orribile di

essere precipiati da un dirupo e di essersi ridestati appena in

tempo.

Il viaggio astrale completamente dominato dalla volontà, e in

pieno stato di veglia, è effettuabile quasi da chiunque. Richiede

pratica, ma soprattutto, nei primi stadi, richiede solitudine: è

necessario poter essere soli e senza timore di interruzioni.

Questo non è un manuale di metafisica, e pertanto non avrebbe

scopo dare norme sui viaggi astrali, ma è bene sottolineare che

essi possono costruire una esperienza sconvolgente, a meno

che non si disponga di un abile maestro.

Non vi è alcun pericolo effettivo, ma si corre il rischio di choc

e di disturbi emotivi qualora l’allontanamento del corpo astrale

o il suo ritorno nel corpo fisico avvengono fuori di fase o

disarmonicamente.

Le persone che soffrono di cuore non dovrebbero mai praticare

la proiezione astrale.

Noi tibetani riteniamo che tutti gli uomini, prima della perdita

del Paradiso Terrestre, fossero in grado di compiere viaggi

astrali e possedessero poteri di chiaroveggenza, telepatici e di

levitazione.

La nostra interpretazione della perdita del Paradiso Terrestre 

è la seguente: l’uomo abusò dei poteri occulti e se ne avvalse

nel proprio interesse egoistico invece di contribuire al progresso

dell’umanità come un tutto.

Agli albori della storia l’uomo poteva conversare con i propri

simili mediante telepatia. Ogni tribù aveva un proprio linguaggio

limitato esclusivamente all’ambito dei singoli gruppi.

Le comunicazioni telepatiche avvenivano naturalmente, con il

pensiero, ed erano comprensibili a tutti, indipendentemente

dai linguaggi locali. Quando il potere telepatico andò perduto,

a seguito di abusi, ….ecco la Torre di Babele…

(T. L. Rampa, Il terzo occhio)

Da: 

la corda d'argento

giulianolazzari.myblog.it

www.giulianolazzari.com

 

 

 

la corda d'argento

    

IL TERZO OCCHIO

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il terzo occhio

 

 

 

Nelle ore in cui siamo desti sulla terra, il nostro io è limitato

al corpo fisico e, a meno che non si sia particolarmente addestrati,

non è possibile separare le due entità.

Quando dormiamo, è soltanto l’organismo ad aver bisogno di

riposo; l’anima si libera e di solito si reca nel regno degli spiriti,

press’a poco come un bambino fa ritorno a casa al termine della

giornata scolastica.

L’io e i corpi fisici mantengono il contatto per mezzo della ‘corda

d’argento’, capace di una estensione illimitata.

Il corpo rimane in vita fino a quando la corda d’argento è intatta;

al momento della morte la corda si stacca, mentre l’anima nasce

a una nuova vita nel mondo dello spirito, proprio come il

cordone ombelicale del neonato viene reciso per separarlo

dalla madre.

La nascita del bambino significa la morte dell’esistenza protetta

che esso conduceva nel corpo materno.

La morte, per l’anima, è la rinascita nel più libero mondo dello

spirito. Fino a quando la corda d’argento è intatta, l’io è libero

di vagare durante il sonno, o anche consciamente nel caso di

coloro che sono stati sottoposti a pratiche particolari.

Il vagabondare dell’anima dà luogo a sogni, che sono impressioni

trasmesse lungo la corda d’argento.

Di mano in mano che la mente fisica le capta, esse vengono

‘razionalizzate’ e adattate alle credenze dell’individuo.

Nel mondo dello spirito il tempo non esiste, il ‘tempo’ è un concetto

puramente fisico, e pertanto si hanno casi in cui sogni lunghi

e complessi sembrano svolgersi in una frazione di secondo.

Probabilmente, tutti hanno fatto un sogno in cui si sono incontrati

e hanno parlato con una persona molto lontana, forse anche

al di là degli Oceani.

Può darsi che quella persona abbia comunicato un messaggio, e 

al risveglio si ha di solito la netta impressione di ‘qualcosa’ che

si dovrebbe ricordare. Non di rado si ricorda di avere incontrato

un amico o un parente lontani e non ci stupisce ricevendo,

dopo breve tempo, notizie di quella persona. Negli individui

non particolarmente addestrati, il ricordo è spesso deformato

e il ricordo è un sogno illogico, o un incubo.

Nel Tibet viaggiamo molto mediante proiezione astrale, non

mediante levitazione, e l’intero processo è assoggettato alla

volontà.

L’io abbandona il corpo, anche se rimane legato ad esso dalla

corda d’argento. Si può viaggiare dove si vuole, con la massima

rapidità consentita dal pensiero.

Quasi tutti gli individui hanno la capacità di compiere viaggi

astrali. Tutti, probabilmente, hanno avuto la sensazione di 

scivolare nel sonno e poi, senza alcun motivo apparente, di

essere destati all’improvviso da un violento sussulto.

Esso è causato dall’esteriorizzazione troppo rapida dell’io,

da una brusca separazione dei corpi fisico e astrale.

(T. L. Rampa, Il terzo occhio)

 

 

il terzo occhio

  

VITTIME MALEFICIO

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Selezione dal Baculus Daemonum

 

Modo di riconoscere le vittime del maleficio

 

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Gli affatturati appetiscono cibi spregevoli e sono nauseati dai 

cibi di qualità.

Non possono trattenere il cibo ingerito ma sono molestati da 

vomito incessante.

Molti sentono un nodo nello stomaco che sale alla gola;

sembra loro di poterlo espellere col vomito ma invece torna

giù dov’era prima.

Altri avvertono una pulsazione rapida al collo, o dolore alle reni.

Ad alcuni talvolta capita di sentire un morso all’imboccatura

del ventricolo.

Alcuni cadono in deliquio frequentemente, spesso nel corso

della medesima ora.

Alcuni hanno legata la vena della generazione.

Altri non possono mai digerire e sentono un greve peso allo

stomaco.

Altri hanno un dolore continuo e innaturale alla testa o al

cervello, e se ne sentono oppressi, dilaniati e trafitti.

THE GARDEN OF EARTHLY DELIGHTS, DETAIL, HIERONYMUS BOSCH.jpg

Le vittime del maleficio sono talmente tormentate nel cuore

che sembra loro d’essere dilaniati dai cani, morsi dai serpenti e

d’essere trafitti da un chiodo, o da un ago, d’essere costretti e

soffocati.

In alcuni insorgono dolori improvvisi che si ripetono con frequenza

e, incapaci di allontanarli, gridano e a volte muoiono a causa di

quei dolori.

Altri si sfiniscono nel corpo che è ridotto a nulla.

Qualche volta sembra loro d’essere flagellati nelle membra, d’

essere stretti e dilaniati.

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A certuni si torcono i visceri e il ventre si gonfia violentemente

e all’improvviso corre vento come se fossero vuoti.

Molti affatturati sono oppressi da un umore melanconico ed

alcuni di essi s’ammalano così che non vogliono parlare, né

avere contatti con la gente.

E’ ancora un segno di maleficio quando i medicamenti applicati

non giovano agli affatturati.

Si sommano insieme, infine, diversi sintomi ed affetti secondo

l’intenzione di chi fa il maleficio sicché non è da meravigliarsi

se talvolta i maleficati presentano un colorito citrino.

 

 

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