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La politica della ricchezzza…..
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Breve riflessione nel giorno dell’insediamento &
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La struttura interiore della libertà ha la forma di una doppia
elica: un filamento, la libertà politica, si avvolge verso l’alto,
descrivendo una spirale in coppia con un altro filamento, la
libertà economica.
Affinché la struttura della libertà resti integra, tuttavia è ne-
cessario che i due filamenti, pur intrecciati, rimangano distin-
ti.
Se nella storia della libertà le componenti economica e politi-
ca sono da considerarsi alla stregua di fratello e sorella, è dal-
l’unione incestuosa di ricchezza e potere che proviene la più
pericolosa minaccia alla democrazia.
Se la ricchezza può essere facilmente barattata con il potere,
la concentrazione dell’una o dell’altro può raddoppiare il po-
tenziale corruttore di entrambi.
In questo caso, l’elica della libertà precipita verso il basso in
una malsana combinazione di accentramento economico e
politico.
Tale dinamica si è manifestata ripetutamente nel corso della
storia: la ricchezza e il potere si sono concentrati nelle mani
di pochi, che hanno consolidato e perpetuato il proprio con-
trollo a spese dei molti.
Uno schema, questo, palesatosi, nelle più diverse varianti e
interrotto soltanto in pochi casi eccezionali e memorabili,
come nell’antica Atene.
Il tentativo più incoraggiante di rompere con questo sche-
ma vizioso è avvenuto con la fondazione degli Stati Uniti
d’America. Per la prima volta nella storia, grandi masse di
individui erano autorizzate a usare regolarmente la cono-
scenza e il sapere per mediare tra la ricchezza e il potere.
E poiché in America l’unica fonte legittima di potere sareb-
be stata il consenso dei governanti, la ricchezza non sareb-
be stata barattabile con il potere politico.
La derivazione di un giusto potere dal consenso dei gover-
nanti dipende dall’integrità del processo di ragionamento
attraverso il quale tale consenso viene accordato.
Se il processo di ragionamento è corrotto con il denaro e
con l’inganno, il consenso dei governanti si fonda su pre-
messe fallaci e qualsiasi potere che da esso derivi è per sua
storia e natura è falso e ingiusto.
Se il consenso dei governanti viene estorto con la manipo-
lazione delle paure collettive, o carpito con la pretesa di
essere guidati da un’entità suprema, la democrazia si im-
poverisce.
Se, venendo meno al richiamo della ragione, una parte ri-
levante della popolazione perde fiducia nell’integrità del
processo, la democrazia può andare incontro al fallimento
(e con essa chi la vorrebbe impropriamente rappresentare).
Se i cittadini smettono di partecipare al processo politico
(divenendo strumenti passivi del potere), l’individuo che
nota i primi segni di corruzione o illogicità non trova il
modo di esprimere i propri timori e attirare l’attenzione
di altre persone che, alla luce dei medesimi fatti, potreb-
bero condividere la sua costernazione.
Non può mai nascere una massa critica di opposizione
tra individui isolati gli uni dagli altri e chiusi in ambien-
ti insonorizzati, dove possono al più guardare attraverso
uno specchio unidirezionale e gridare fino a sgolarsi, ma
senza riuscire a farsi sentire.
Se un numero sufficiente di cittadini (anche uno solo)
smette di partecipare al processo democratico, la demo-
crazia è in pericolo.
(prosegue in alla ragione)
(Al Gore, L’assalto alla Ragione)