MISOPOGON (il nemico della barba e i nemici della storia)

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Così dunque anche tra i Celti, come il Misantropo di

Menandro, io recavo affanni a me stesso.

Tuttavia, se la selvatichezza dei Celti sopportava ciò,

logicamente lo tollera male una città felice come que-

sta, beata e popolosa di uomini, dove ci sono molti

ballerini, molti flautisti, più mimi che cittadini, e do-

ve non c’è rispetto per chi governa.

Ai deboli infatti conviene arrossire, mentre ai valoro-

si, come voi, si addice FAR FESTE FIN DALL’ALBA,

gozzovigliare di notte, per non insegnare a parole, ma

dimostrare con i fatti, che non vi preoccupate delle leg-

gi; che ve ne compiacciate, lo rendete manifesto in mol-

te ciscostanze, soprattutto nelle piazze e nei teatri:

il popolo con gli applausi e con le grida, i magistrati in-

vece con la fama e la rinomanza acquisita presso  di

tutti per quanto hanno sperperato in simili feste, più

famosi e rinomati dell’ateniese.  Solone per il suo incon-

tro con Creso, re di Lidia; tutti belli, alti, lisci e senza

barba, emuli, giovani allo stesso tempo e vecchi, della

vita beata dei Feaci, anteponendo alla legge divina

‘vestiti diversi, caldi lavacri ed il letto’.

 

Giuliano Apostata di Giovanni Pietro Bellori.jpg

 

Pensavi davvero che la tua selvatichezza, la tua misan-

tropia, la tua goffaggine, potessero andar d’accordo con

tutto questo?

Tu, il più idiota e attaccabrighe di tutti gli uomini tanto

sciocca e leggera è questa animuccia, che i più IGNOBILI

dicono sapiente, da credere di doverla adornare ed abbel-

lire con LA SAGGEZZA? 

Hai torto, poiché in primo luogo noi non sappiamo cosa

mai sia la saggezza: ne udiamo solo il nome, non vedi-

amo gli effetti.

Se è come tu vivi ora, sapere che  bisogna sottomettersi

agli dei e alle leggi, trattare da pari a pari con quelli di 

uguale condizione e accettare benignamente la superiori-

tà in mezzo a loro,  darsi cura e provvedere a che i pove-

ri non subiscano minimamente ingiustizia dai ricchi e

per questo avere noie, quante è naturale che tu ne ab-

bia avute spesso, inimicizie, risentimenti, insulti; inoltre,

quindi, sopportare tutto ciò con forza, non adirarsi e non

abbandonarsi alla collera, dominare sé stessi per quanto

è possibile, ed esercitare LA SAGGEZZA; se poi si pone

anche questo come effetto della saggezza, astenersi da

ogni piacere che non sembri in pubblico troppo sconve-

niente o degno di biasimo, persuaso che non è possibile

che sia saggio in privato, in casa e di nascosto, chi in

pubblico vuole essere smodato e si diletta nei teatri; se

dunque essenzialmente la saggezza è questa, ti sei rovi-

nato e ora rovini anche noi, che della servitù non sop-

portiamo neppure il nome, né verso gli dei, nè verso le

leggi; è dolce infatti essere liberi in tutto. 

(Giuliano Imperatore, Misopogon)

 

 

 

 

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MISOPOGON (il nemico della barba e i nemici della storia)ultima modifica: 2014-06-03T00:00:00+02:00da giuliano106
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