LE SFIDE DELLA NATURA: migrazioni & relazioni (5)

 

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Un nobile viaggiatore

Prosegue in:

Le sfide della Natura: il colonnello & la gazza (6)

Prima & Seconda passeggiata &

Il libretto da guida  &  La testa del lupo  (prenderò Old Club Foot!)

Foto del blog:

Relazioni pericolose (3)  & (4)

Da:

i miei libri

 

 

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I biologi che studiano i lupi sul campo condividono in larga parte una

credenza secondo la quale ai lupi piace viaggiare, spostarsi…

Anch’io lo penso, come credo che una delle ragioni per cui conser-

vare un ampio territorio sia proprio il poter disporre di spazi per viag-

giare liberamente in lungo e in largo.

Rimane molto da imparare sul modo in cui i lupi entrano in relazione

con lo spazio, su come lo occupano e quanto ne sanno. L’ululato e i

marchi odorosi sono due sistemi che i lupi sembrano utilizzare per

garantire un certo intervallo tra i branchi, tendendo quindi a distribui-

re le risorse alimentari e lo spazio individuale.

Esistono però altre e più intriganti idee al proposito…

 

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Alcune ricerche sostengono che i lupi siano capaci di spostarsi negli

spazi aperti e di intercettare mandrie di animali migratori che non pote-

vano aver visto nel momento in cui avevano intrapreso il viaggio, mo-

strando così un misterioso intuito circa la destinazione delle prede.

Sembra che i lupi sappiano con sufficiente certezza quando i caribù

sono diretti verso di loro da muoversi lungo i crocevia preferiti (che

devono ricordarsi da episodi precedenti) e preparate le imboscate.

Ricordo una volta in cui mi avvicinai a un branco nel Nelchina Basin,

nell’Alaska centromeridionale.

 

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Uno degli animali, una femmina, che era stato colpito con un tranquil-

lante dall’elicottero, andò ad accasciarsi in un fitto bosco. Per raggiun-

gerla dovemmo atterrare in una radura e trascinarci nella neve fino al-

le anche.

Nell’avvicinarmi, notai il suo aspetto assolutamente sano. Era marzo,

un periodo di carestia nell’arco dell’anno, ma la lupa aveva uno spes-

so strato di grasso lungo il dorso. Si era alimentata bene.

Quando le aprii la bocca, vidi che i canini erano stati ridotti a delle pro-

tuberanze. Doveva avere otto o nove anni. No era lei a procurarsi la

carne di cui si nutriva, e tra i lupi coloro che non contribuiscono alla

vita associata sono destinati alla morte.

Quale apporto forniva questo esemplare?

Per quanto antropomorfa fosse, non riuscivo a liberarmi dell’idea che il

suo contributo si limitasse alla sua esperienza. Era un componente del

branco, pensai, che sapeva dove trovare i caribù.

 

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I lupi si relazionano con gli animali di cui non sono predatori in modi poco

conosciuti. Alcuni, come il coyote e la lince, abbandonano l’area in cui si

trovano non appena vi si stabiliscono i lupi. Altri,  quali la volpe, il corvo o

il ghiottone, si nutrono delle carogne lasciate dai lupi, che a loro volta uti-

lizzano le tane di volpe in disuso e di altri animali per costruire la propria,

ne razziano i nascondigli e in certe occasioni si nutrono delle prede vitti-

me degli orsi.

I lupi presentano una curiosa dipendenza dai caribù in qualità di spazza-

neve. Appare chiaro che in inverno i lupi della tundra non seguono i cari-

bù e gli alci unicamente per cacciarli, ma anche perché questi grossi er-

 

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bivori aprono e appiattiscono le piste innevate. I lupi, senza queste auto-

strade, non potrebbero muoversi tra le nevi profonde delle foreste del

nord.

Sembra che i lupi intessano poche relazioni definibili a carattere sociale

con altri animali, malgrado sembrino a proprio agio in compagnia dei cor-

vi imperiali. Il corvo imperiale, con un areale ampio quanto quello del lupo,

tra cui persino la tundra, segue spesso i lupi durante la caccia per appro-

fittare dei loro avanzi.

In inverno, quando le piste sono visibili dal cielo, i corvi seguono la pista di

un branco nella speranza di trovare una carcassa. Si appollaiano sugli al-

beri circostanti o saltellano ingerendo pezzetti di neve insanguinata in atte-

sa che i lupi finiscano di mangiare e abbandonino la carogna. Il rapporto

tra i due animali, però, è più profondo, come viene illustrato dal seguente

episodio….

 

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Un branco in viaggio si fermò a riposare, quando quattro o cinque corvi im-

periali che si erano accodati cominciarono a infastidirlo. Gli uccelli si tuffa-

vano sulla testa e sulla coda dei lupi, che chinavano la testa per poi salta-

re in loro direzione.

A volte i corvi inseguivano i lupi volando radenti sopra le loro teste e, in u-

na occasione, uno di essi camminò verso un lupo sdraiato, prese a bec-

cargli la coda e poi fece un salto di lato mentre il lupo reagiva con un ge-

sto di stizza.

Quando il lupo volle vendicarsi del volatile assumendo un atteggiamento

da caccia, quest’ultimo gli concesse di avvicinarsi fino ad una trentina di

centimetri per poi volare via, atterrare qualche metro più in là e ripetere la

beffa.

 

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Sembra, così, che il lupo e il corvo abbiano raggiunto un accordo secon-

do cui ognuno è compensato in qualche modo dalla presenza dell’altro e

pienamente consapevole delle capacità altrui.

Entrambe le specie sono caratterizzate da un’alta socialità e devono quin-

di possedere i meccanismi psicologici necessari alla formazione di legami

sociali. Forse, per certi versi, gli appartenenti a ciascuna specie hanno in-

cluso membri dell’altra nel proprio gruppo sociale e con essi hanno svilup-

pato dei vincoli.

 

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Il lupo può intrattenere rapporti simili anche con altri animali; ci sono per-

sone che hanno sentito strolaghe e gufi rispondere ai loro ululati e vice-

versa.

Con gli orsi, invece, sono poche le possibilità di incontri importanti.

Nella gran parte dei casi, i lupi si scagliano sui talloni e sui fianchi dell’or-

so per allontanarlo da una carcassa o dai cuccioli, e l’orso a sua volta si

sbraccia e tenta di abbrancarli.

Alla fine, tutte le speranze del lupo si riducono a indirizzare l’orso dalla

parte giusta.

 

(B. Lopez, Lupi)

 

 

 

 

 

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LE SFIDE DELLA NATURA: migrazioni & relazioni (5)ultima modifica: 2014-06-15T00:05:56+02:00da giuliano106
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