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29 novembre 1963
….Lee era un bambino felice.
Non riuscite a capire?
Il punto essenziale è come tutto questo
andrà avanti e avanti.
E’ questo il punto.
Il punto è…quando hanno iniziato a servirsi di lui?
Un tempo il mio piccolo …Lee saliva sulle cime dei
tetti con un binocolo, a spiare le case degli altri….,
e loro lo hanno mandato in missione in Russia….,
E io non so per chi lavora adesso…
(Don Delillo, Libra)
Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica
estera degli Stati Uniti immediatamente dopo quel 22 novembre
1963, il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della
CIA abbiano voluto togliere dalla Sala Ovale John Kennedy e
metterci al suo posto Lyndon Jhonson.
Il nuovo presidente elevato alla responsabilità delle nostre scelte
di politica estera dalla sparatoria di Dallas sarebbe stato dei più
entusiastiaci sostenitori della Guerra Fredda, anche se lo divenne
per necessità in quanto vicepresidente.
Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore
della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un
uomo dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per
esperienza e temperamento era ‘portato a ragionare in termini
militari’.
Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al difficile
momento della più accesa crociata anticomunista che caratterizzò
la politica americana degli anni che seguirono la fine della seconda
guerra mondiale.
Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomica
come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per
mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come non
ce n’erano mai state di uguali.
Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi
militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del
pentagono’, contrastavano apertamente con l’attenzione del
presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.
Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito
dopo la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di
Jhonson alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici muta-
menti nella politica estera e nella politica militare americana.
L’ordine di Kennedy di riportare al più presto il conflitto
in corso nel Vietnam venne prontamente annullato.
Ancora più gravido di conseguenze sarebbe stato, nella domenica
pomeriggio che seguì l’assassinio, dopo il solenne atto di presenza
alla commemorazione di Kennedy presso il Senato, l’incontro di Jhonson
con Henry Cabot Lodge l’ambasciatore USA nel Vietnam del Sud, presso
il palazzo del governo.
Informò Lodge che non aveva intenzione di perdere il Vietnam, che
non voleva che il sudest asiatico finisse nelle mani della Cina, che
‘Saigon avrebbe potuto contare su di noi’.
Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchino o,
almeno, così venne detto al pubblico americano.
L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro condotto
dalla intelligence.
‘Durante un normale pattugliamento in acque internazionali’, annunciò
Washington, ‘il cacciatorpediniere Maddox ha subito un attacco non
provocato’.
Johnson denunciò con tono severo quest’ ‘evidente aggressione’.
Apparve alla televisione nazionale per informare la cittadinanza
americana che ‘le ripetute azioni ostili contro le navi degli Stati Uniti
al largo del Golfo del Tonchino mi hanno obbligato a dare oggi stesso
l’ordine alle forze armate degli Stati Uniti di intraprendere un’azione
di risposta.
I leader del Congresso di entrambi i partiti dichiarò, hanno assicurato di
condividere ogni risoluzione che renderà chiaro ‘che il nostro governo è
unito nella sua determinazione di prendere tutte le misure necessarie a
difesa della libertà e a difesa della pace nel sudest asiatico’.
La risoluzione del Golfo del Tonchino, approvata il 7 agosto 1964,
con soli due senatori dissenzienti, diede al vice-presidente il potere
di prendere qualunque decisione di ordine militare da lui ritenuta
necessaria nel sudest asiatico.
Questa dichiarazione di guerra al Vietnam del Nord, sia pure non
ufficiale, arrivò a distanza di un anno dal discorso di Kennedy,
tenuto all’American University, con il quale aveva espresso con grande
forza la sua speranza di pace.
Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Congresso
gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamento del Vietnam
del Nord.
Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Vietnam
del Sud.
Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000.
Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio
del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnamiti
erano morti.
Dunque la politica estera del presidente Kennedy venne rovesciata
‘senza conformarsi alle leggi in vigore nel paese per la sostituzione
dei suoi rappresentanti ufficiali’, che è la definizione di un colpo
di stato.
Questa fu la conseguenza più importante dell’assassinio di John
Kennedy e il vero motivo per cui venne compiuto.
(J. Garrison, JFK)