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Al di sopra delle grandi vette (1) &
Al di sopra delle grandi vette (2)
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i miei libri
Proprio mentre Lincoln stava per insediarsi alla Presidenza degli Stati
Uniti, Cavour vedeva la sua opera quasi al culmine….
Di lì a tre mesi egli sarebbe sceso nella tomba.
Quattro anni dopo Lincoln avrebbe avuto un destino stranamente simile:
quello di mancare al suo paese e al suo partito proprio nell’ora suprema,
nella crisi di passaggio tra due ere; e, come Cavour, Lincoln avrebbe la-
sciato la direzione della politica nelle mani di uomini che (sotto l’aspetto
di continuatori dell’opera sua) ne sarebbero stati in realtà i capovolgitori
e gli eversori.
… Il processo di formazione della nazione americana era stato allora
solo avviato: ed ora questa nazione doveva sorgere, salda, unita, omo-
genea, capace di armonizzare gli interessi del Mezzogiorno e del Set-
tentrione, di adattare le vecchie strutture agrarie alla nuova realtà della
rivoluzione industriale senza però sopprimerle.
Nella persona di Lincoln il Medio Ovest aspirava ad assidersi arbitro tra
i due mondi ‘l’uno contro l’altro armato’. Ma il Sud aveva fatto ricorso alla
secessione: ora l’Unione doveva essere salvata, se il processo di forma-
zione della nazione americana doveva andare avanti.
E’ uno dei grandi drammi storici che i due moti, per la formazione di una
nazione americana omogenea da una parte, e per l’indipendenza di un’-
autonoma nazione sudista dall’altra, si siano così tragicamente incon-
trati su un’area ove dei due ideali doveva venire inesorabilmente sacrifi-
cato.
E’ chiaro che nel pensiero di Lincoln il Sud doveva avere un posto, e un
grande posto, nella nuova nazione: ma l’indipendentismo sudista doveva
essere irrimediabilmente bandito.
Abbiamo citato prima il nome di Cavour e non a caso…
Perché Lincoln era veramente il Cavour di questo nuovo risorgimento a-
mericano le cui battaglie stavano per combattersi. E come per Cavour il
processo di unificazione nazionale italiana doveva portare non ad un’Ita-
lia qualunque, ma ad un’Italia liberale e parlamentare, così per Lincoln la
‘grande Repubblica’ doveva essere essenzialmente fondata su uno svi-
luppo ulteriore della democrazia.
Questo doveva essere l’Unione: questo, o nulla!
Lincoln non era un nazionalista… Per lui si trattava di salvare l’unità ove
un governo del popolo si era potuto stabilire ed ove, se pure ancora so-
pravvivevano (e probabilmente sarebbero sopravvissute a lungo) disu-
guaglianze e ingiustizie, la strada era tuttavia aperta per il pacifico pro-
gresso verso un’età in cui tali disuguaglianze e ingiustizie sarebbero
state eliminate per sempre.
La democrazia doveva ‘elevare le condizioni dell’uomo, scaricare da
ogni spalla i pesi inutili, aprire per tutti il cammino verso lodevoli impre-
se, garantire a tutti un punto di partenza senza intralci ed una onesta
possibilità di riuscire nella gara della vita…’.
Ma questo non era possibile accettando la secessione: ‘Il nostro gover-
no popolare è spesso stato definito un esperimento. Due suoi capisaldi
il nostro popolo ha già definitivamente stabilito: la possibilità di fondarlo
con successo e di amministrarlo con successo. Uno ancora ne rima-
ne: la possibilità di mantenerlo con successo di fronte ad un formidabi-
le tentativo di rovesciarlo… E in questa lotta è in gioco ben più che il
destino di questi Stati Uniti. Essa infatti pone all’intera famiglia umana il
problema se una repubblica costituzionale, o una democrazia, – un go-
verno del popolo, per opera del popolo, – può o no mantenere la sua in-
tegrità territoriale contro i suoi nemici interni…
Ciò ci costringe a chiederci: una debolezza su questo punto è forse
inerente e fatale a tutte le democrazie?’.
Così il suo sguardo si levava a dominare prospettive politiche immen-
se, ben di sopra e di là dagli orizzonti di tutti i suoi conterranei, e spa-
ziava oltre i confini degli Stati Uniti, sul mondo.
Da quando i patrioti dell’indipendenza avevano fondato l’Unione, essa
era parsa una sfida all’intera Europa feudale e assolutista e di là dall’-
Atlantico monarchi e tiranni ne avevano atteso con impazienza la
caduta.
Essi, per il vero, avevano irriso alla pretesa democratica di lasciare i
destini dello stato nelle mani del popolo: e avevano profetizzato il pros-
simo crollo di quella grande comunità in cui gli uomini avevano osato
tentare di vivere liberi ed eguali!
Ora, la democrazia non poteva reggersi che sul rispetto della volontà
della maggioranza: se si consentiva alla minoranza di andarsene a fon-
dare un’altra unione, allora la democrazia era morte e non rimaneva ai
monarchi e ai tiranni che seppellirla, dopo aver dimostrato che solo
piegando il popolo sotto la sferza si poteva mantenere l’unità dello Sta-
to.
I sudisti che avevano fatto la secessione amavano la democrazia non
meno di Lincoln ed erano pronti per i suoi principi a dare la vita: ma la
loro visione pareva piuttosto ‘locale’, mentre quella del grande Presi-
dente spaziava sul mondo intero (oltre i piccoli e meschini interessi
della piccola o grande borghesia di provincia) ove le sorti stesse della
democrazia erano in gioco.
Un giorno, parlando al suo segretario John Hay, Lincoln ebbe a dire
senza ambagi: ‘per parte mia, io penso che l’idea-base di questa lotta
consista nel provare che il governo popolare non è un’assurdità. Noi
dobbiamo chiarire ora questo problema: se, in un governo libero, la
minoranza ha il diritto di spezzare in due lo stato quando meglio cre-
de. Se noi falliremo, ciò sarà portato come prova dell’incapacità del
popolo a governarsi da solo. Ci può essere una sola considerazione
da fare per obiettare ad un tale giudizio: che cioè nel caso nostro si
è in presenza di un vasto e ramificato elemento perturbatore tale che
non si troverà mai nella storia di alcun’altra nazione libera.
Questo tuttavia non lo dobbiamo dire ora.
Prendendo il governo come lo abbiamo trovato, vedremo se la mag-
gioranza può preservarlo’.
La vittoria della secessione avrebbe però significato per lui non solo
la disfatta morale della democrazia, ma lo spezzettamento del Nord
America in potenze ostili, a……
(R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana)
(Prosegue….)