Muratori in
The Brooklin Cigar Co.
PAUL: E’ già chiuso?
AUGGIE: Hai finito gli Schimmelpenninck?
PAUL: faccio ancora in tempo a comprarli prima che tu chiuda?
AUGGIE: Certamente. Non sto mica correndo a teatro.
PAUL: Sembra che qualcuno abbia dimenticato una macchina fotografica.
AUGGIE: Sì, io.
PAUL: E’ tua?
AUGGIE: Sì, è un aggeggio che ho da un sacco di tempo.
PAUL: Non sapevo che facessi fotografie.
AUGGIE: Penso che si possa chiamare un hobby. Non mi prende più di
cinque minuti, ma lo pratico ogni giorno. Con la pioggia o col sole, con
la neve e col vento. Un po’ come i postini. Qualche volta ho l’impressione
che l’hobby sia il mio vero lavoro e che il lavoro serva solo a pagarmi l’
hobby.
PAUL: Quindi non sei soltanto uno che passa i giorni qui dentro a dare
il resto.
AUGGIE: Questo è ciò che vede la gente, ma non è necessariamente ciò
che io sono.
PAUL: Come hai cominciato?
AUGGIE: A far fotografie? E’ una lunga storia. Ci vorrebbero almeno due
o tre bicchieri per raccontarla.
PAUL: guarda un po’ un fotografo….
AUGGIE: Be’ non esageriamo. Faccio fotografie. Inquadro qualcosa nel
mirino e schiaccio il pulsante. Non è il caso di menarla con tutte queste
cazzate sull’arte.
PAUL: Un giorno vorrrei vedere le tue foto.
AUGGIE: Perché no….Dato che ho letto i tuoi libri, non vedo perché non
dovrei mostrarti le mie foto. Sarebbe un onore.
(P. Auster, Smoke)