CORVIDI

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I Corvi e le Cornacchie, Passeracei molto evoluti e dotati            iujhnk.jpg

di grande facilità di adattamento, danno prova in Europa

di una sicura tendenza verso spostamenti migratori

stagionali.

Il Corvo, nidificante in quasi tutta l’Europa, salvo la regione

mediterranea e l’estremo Nord della Russia e della

Scandinavia, e in una parte della Siberia occidentale,

compie anche vere migrazioni, studiate da numerosi

autori a causa dell’importanza agricola di questi uccelli.

I nostri Corvi indigeni sono nell’insieme sedentari e non compiono

in ogni caso vere migrazioni. Si assiste tutt’al più in inverno a un

trapianto verso l’Ovest e il S-O ; il tragitto più lungo evidenziato

non supera tuttavia i 375 chilometri.

Solo una parte della popolazione dei Corvi, soprattutto i giovani,        oihjnmk.jpg

è interessata a questi movimenti che sortirebbero l’effetto di

mescolare differenti colonie.

Nel corso dell’inverno il nostro paese accoglie al contrario un

importante contigente di Corvi orientali che vengono a

svernare nelle pianure dell’Europa occidentale:

principalmente in Francia, in Germania, in Belgio, in Olanda

e nella metà meridionale dell’Inghilterra.

La direzione generale di tale migrazione è E-O, talora N-E e S-O.

Nel quadro di questo vasto movimento possono distinguersi

parecchi gruppi di popolazioni che si caratterizzano per le aree

e le rotte migratorie un po’ diverse.                                                  oikjmh.jpg

I Corvi del Nord della pianura russa migrano attraverso le

grandi piatte distese dell’Europa settentrionale fino al Nord

della Francia.

I Corvi dei Paesi Bassi vanno a passare l’inverno, dopo aver

seguito una via simile, nel Nord della Francia, in Belgio e in

Inghilterra.

I Corvi dell’Ucraina della Polonia meridionale, della Slesia, della

Francia e dell’Austria anch’essi una direzione di migrazione E-O;

ma questa via nettamente più meridionale delle precedenti: essa                oiktresd.jpg

conduce gli uccelli verso la Svizzera, la maggior parte della

Francia, l’Italia del Nord.

Alcune di queste popolazioni di Corvi migratori appaiono

dunque distinte fra loro dal punto di vista biologico, in

quanto ovviamente nessun carattere mofologico permette

di separarle.

La migrazione dei Corvi sono state particolarmente studiate

a causa del loro interesse agricolo.

Nel corso della stagione di nidifiazione, i Corvi sono ritenuti

piuttosto utili, poiché si rivelano grandi consumatori di insetti e

di larve di cui si nutrono i loro piccoli.

Al contrario, d’inverno sono piuttosto nocivi strappando

sistematicamente le giovani buttate dei cereali con il loro

becco allungato, denudato alla base presso l’adulto, come per

potersi affondare meglio nella terra.

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L’ORIENTAMENTO: OSSIA TEORIE CHE SOSTENGONO FACOLTA’ SENSORIE SCONOSCIUTE

Poesia in:

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Si è pensato innanzitutto al ‘campo magnetico terrestre’ come fonte capace

di fornire agli uccelli il sistema di riferimento necessario a dirigersi.

Da molto tempo si sono avanzate spiegazioni ‘magnetiche’, all’inizio, sembra,

da Viguier (1882), che suppose l’uccello capace di misurare insieme l’intensità

e la direzione del campo magnetico terrestre.

Sappiamo che i punti in cui il campo magnetico raggiunge la stessa intensità si

allineano formando dei veri e propri paralleli magnetici, mentre i punti di eguale

declinazione magnetica formano meridiani.

Di conseguenza questo doppio riferimento rappresenta, in ‘teoria’, un sistema

di coordinate analoghe alle nostre coordinate geografiche, pur non confondendosi

con esse.

Esistono però innumerevoli irregolarità dovute alle anomalie del campo magnetico

terrestre.

In teoria si può concepire, come fece Viguier, che l’uccello, sensibile a queste

due caratteristiche del campo magnetico terrestre, sia capace di dirigersi fondandosi

su di esse.

Quando si trova in un luogo diverso dal suo ‘home’, gli basta volare in modo

che le condizioni magnetiche tendano ad assomigliare alla situazione cui è abitato.

Ma il sistema, logico in teoria, non può reggere in pratica, non fosse altro perché,

date le anomalie del campo magnetico terrestre, le linee di forza e di uguale intensità

sono talvolta parallele, ciò che non consente di avere un sistema di coordinate

utilizzabile.

Fra gli altri studi del passato, spesso ricchi più di polemiche che di scienza, citeremo

tuttavia quelli di Thauzies (1898) e di Casamajor (1926), riguardanti l’orientamento

dei Piccioni viaggiatori, nei quali si trova qualche dato interessante su alcuni aspetti

del problema.

Queste teorie magnetiche sono state riprese, molto di recente, da qualche studioso

moderno e in particolare da Yeagley (1947-51) di cui gli esperimenti e le conclusioni

teoriche formano un tutto coerente e rappresentano un tentativo degno d’interesse

di risolvere il problema dell’orientamento.

Ma prima di abbordare la teoria di Yeagley, segnaliamo l’originale saggio del fisico

danese Ising (1945) che mette in correlazione l’orientamento degli uccelli con forze

meccaniche risultanti dalla rotazione della terra e non dal magnetismo.

Vedremo come Yeagley si richiami ai due sistemi insieme per spiegare l’orientamento

dei migratori.

Come ha fatto notare Ising, quando un uccello si sposta sulla superficie terrestre,

il suo peso varia leggermente in funzione della velocità e della direzione del volo

rispetto al movimento del pianeta.

Infatti la sua velocità si somma o si sottrae alla velocità di rotazione della terra intorno

al proprio asse, ciò che produce per l’uccello una variazione nella costante di

gravitazione g. Beninteso anche la latitudine interviene nella valutazione di questa

forza.

 

 


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