INTERMEZZO VENATORIO (2): L’UCCELLO COMBATTENTE

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intermezzo venatorio 2: l'uccello combattente

 

 

Se vi capitasse di vederlo d’inverno, o comunque fuori dalla stagione

riproduttiva, lo prendereste magari per una pettegola, o forse per un

beccaccino o per qualche altro, qualsiasi appartenente della famiglia

degli scolopacidi, di cui la beccaccia, che appunto si chiama, lei sola,

Scolopax, è il più illustre, il più noto rappresentante.

E invece no! 

intermezzo venatorio 2: l'uccello combattente

Sotto quell’invernale aria qualsiasi cova un vero vulcano: il combattente

(Philomachus pugnax) non è per niente un ‘qualsiasi’, né tra gli

scolopax(cidi) né tra gli uccelli in generale, e io sono convinto che,

anche se tanto di lui sappiamo, quest’uccello è ancora un mistero,

un mistero intrigante. 

intermezzo venatorio 2: l'uccello combattente

Da davvero da pensare, il combattente, e a ragione.

Così voglio raccontarvi sia i fatti che i pensieri che suscita, e comincerò

col dirvi del vulcano che prepotente esplode a primavera, alla

stagione degli amori.

Il vulcano è un fatto, apparentemente, solo maschile, ed è per ciò

dei maschi che soprattutto vi parlerò. 

intermezzo venatorio 2: l'uccello combattente

Non sottovaluterei, però, il ruolo delle piccole, apparentemente

insignificanti, sempre poco vistose, femminelle.

Gli uccelli combattenti maschi sono loro i gladiatori, e le arene

sono postazioni fisse, anno dopo anno, e nel loro ambito sono

distinguibili piccoli spazi, chiamati corti, ciascuno proprietà d’

un differente maschio. 

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I maschi dunque possiedono un piccolo spazio che difendono

dall’ingresso di altri maschi, e qui stando, ciascuno nel suo, s’

impegnano in combattimenti rituali.

Sembrano appunto gladiatori in un’arena.

Innanzitutto non c’è uno uguale all’altro.

Quando di primavera tornano, lassù dal nord, nelle zone riproduttive,

i maschi vestono un’eccezionale livrea. Spunta loro un grande

collettone, e sopra questo, pure di penne e piume, due specie

di ciuffi o orecchie. E tutto ciò è mobile e sensibile ai variabili

umori dei gladiatori, che erigono o ripiegano i loro ornamenti.

E la variabilità sta nel colore di queste penne, perché di colletti

e ciuffi ce n’è a fondo nero, o rosso o grigio o bianco, più o

meno e diversamente macchiati.

(D. Mainardi, Dalla parte degli animali)

 

 

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