Prosegue in:
Simmetrie ‘spazio temporali’ in:
cronologia-storica-di-un-terrorista
….Per oltre un anno e mezzo Crook poté vantarsi che ‘nessun reato o razzia
di nessun genere’ erano stati commessi dagli indiani dell’Arizona e del Nuovo
Messico.
Geronimo e Chato facevano a gara a sviluppare i loro ranchos e Crook teneva
d’occhio l’agente perché distribuisse provviste adeguate. Fuori dalla riserva e
dai presidi militari, tuttavia Crook veniva molto criticato e accusato di essere
troppo accondiscendente con gli Apache; i giornali che egli aveva accusato di
diffondere ‘ogni genere di esagerazioni e di falsità sugli indiani’ ora si volsero
contro di lui. Alcuni giornalisti, particolarmente in malafede, arrivarono al
punto di spargere la voce che Crook si era arreso a Geronimo nel Messico e
aveva fatto un accordo con il capo chiricahua per salvare la propria vita.
Per quanto riguarda Geronimo, ne fecero una specie di diavolo, inventando
decine di storie atroci sul suo conto e invitando i membri del comitato di
vigilanza a impiccarlo, se non avesse fatto il governo.
Mickey Free, l’interprete ufficiale dei Chiricahua, raccontò a Geronimo queste
storie che circolavano sui giornali.
‘Quando un uomo cerca di fare il giusto,’ commentò Geronimo ‘simili
storie non dovrebbero apparire sui giornali’.
Dopo l’epoca di Piantare il Mais (primavera 1885) i Chiricahua divennero
scontenti. C’era poco da fare per gli uomini, tranne che ritirare le razioni,
giocare d’azzardo, litigare, oziare e bere tiswin. Il tiswin era proibito nella
riserva, ma i Chiricahua avevano una gran quantità di mais per fare la
birra e il bere era uno dei pochi piaceri dei vecchi tempi che era rimasto
loro.
La notte del 17 maggio, Geronimo, Mangas, Chihahua e Nana, ubriachi
fradici di tiswin, decisero di andare nel Messico. Si reacarono a trovare
Chato per invitarlo a seguirli, ma Chato era sobrio e rifiutò. Egli e Geronimo
litigarono e per poco non passarono a vie di fatto prima della partenza
di Geronimo e degli altri. Del gruppo facevano parte 92 donne e bambini,
8 ragazzi e 34 uomini. Appena lasciarono San Carlos, Geronimo tagliò i
fili del telegrafo.
Sia gli uomini bianchi sia gli Apache cercarono di spiegare in vari modi
questo improvviso esodo da una riserva dove tutto apparentemente sembrava
andare liscio. Alcuni dissero che la cosa era imputabile all’euforia del
tiswin; altri dissero che le brutte storie che circolavano sui Chiricahua
avevano fatto temere loro di essere arrestati.
‘Essendo stati messi in catene, una volta prima che la banda venisse spedita
a San Carlos,’ disse Jason Betzinez ‘alcuni capi erano decisi a non subire
un’altra volta un simile trattamento’.
Geronimo in seguito spiegò in questo modo: ‘ Qualche tempo prima che me
andassi, un indiano di nome Wadiskay ebbe un colloquio con me. Disse:
‘Stanno pensando di arrestarti’, ma non gli badai, pensando che non avevo
fatto nulla di male; e la moglie di Mangas, Huera, mi disse che stavano
pensando di prendermi e di mettere me e Mangas in prigione e venni a
sapere dai soldati americani e apache, da Chato e da Mickey free che gli
americani si stavano preparando ad arrestarmi e a impiccarmi e così
me ne andai’.
La fuga del gruppo di Geronimo attraverso l’Arizona diede il via a un
susseguirsi di voci incontrollate. I giornali uscirono con titoli a caratteri
cubitali: GLI APACHE SONO USCITI DALLA RISERVA!
La stessa parola ‘Geronimo’ divenne un sinonimo di sangue.
(Dee Brown, Seppelite il mio cuore a Wounded Knee)