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Uno sguardo attento allo specchio è un’esperienza snervante.
A nessuno di noi piace vedere i propri difetti.
Ma anche se è uno sguardo che fa paura, perlomeno ci suggerisce
dei rimedi. Accettare il fatto che gli uomini abbiano una storia
molto lunga di violenza implica che sono stati plasmati nel
temperamento per usare la violenza con efficacia e che perciò
faranno fatica a frenarla.
E’ forse allarmante riconoscere l’assurdità del sistema: un sistema
che lavora per favorire i nostri geni e non la nostra coscienza e
che inavvertitamente mette in pericolo il destino di tutti i nostri
discendenti.
Ci aiuta a studiare i nostri difetti?
Ci aiuta ad avvicinarci a quel che vorremmo, a creare un mondo
dove l’umanità sia meno violenta di adesso?
Sarebbe bello rispondere ‘sì certo’.
Ma nulla indica che essere consapevoli del problema riduca
efficacemente la violenza proiettata verso l’esterno della società
umana: il problema di Noi contro Loro, dell’aggressività inter-
gruppo.
A livello internazionale, è certamente difficile immaginare come
un disegno evolutivo possa influire sui calcoli e le aspirazioni
dei leader, messi sotto pressione per lavorare nell’interesse della
propria tribù, nazione o impero.
E la storia indica che l’analisi intellettuale ha avuto scarso impatto
nel corso delle aggressioni intergruppo; se esaminiamo le società,
dall’antica Grecia alle nazioni moderne contemporanee, scopriamo
pattern non chiari nell’andamento totale delle morti causate dalla
violenza intergruppo, che sono comprese tra 5 e 65 per 100.000
all’anno.
Per tradizione, nella società, quando un comportamento va fuori
dalle regole, il miglior modo per tenerlo sotto controllo è infliggere
delle sanzioni morali.
Nelle società primitive, i meriti di un antenato uniscono i discendenti
nella difesa dell’onore dell’antenato. In gruppi più grandi, le religioni
basate su principi morali tengono uniti i credenti.
Entrambi i sistemi fanno miracoli all’interno della società.
Purtroppo però quasi sempre lo spirito corporativo viene usato
contro altri, tanto che le diversità religiose diventano scuse per
giustificare aggressioni dirette verso l’esterno (e di conseguenza
canalizzare l’istinto innato della violenza).
Uno dei pregi della visione evolutiva è che presenta gli umani
come un unico gruppo, che venera un unico antenato.
Mette in rilievo l’unità e banalizza le nostre differenze.
Una visione ampia ci induce a pensare che forse le nostre ridicole
strategie per raggiungere lo status, per aumentare la procreazione
individuale di una o due generazioni, potrebbe essere la causa
della fine della riproduzione della nostra specie…per sempre.
(Wrangham/Peterson, Basi biologiche della violenza umana)