Prosegue in:
Parlare istruiti dagli occhi d’un altro, vedere coll’altrui parola,
frenar la mente con uno stolto fantasma, questo è vera sofia e
sapienza prima.
Costoro, se la ragione non m’inganna, io crederei di dover ab-
bandonare e spregiare per un’alta legge, come quelli che Dio
non vuol fortunati per sorte migliore.
Ed è stato provveduto anche a loro, e così bisogna far che ri-
mangono, né curino la dubbia mèta e l’incerto scopo quantun-
que sia ottima per se stessa.
Non si consiglia a nessuno di sforzarsi con troppo ardore
oltre le proprie forze e dirigersi fuori dei propri confini,
quasi sottoscrivendo senza giudizio né ragione.
Chi non ha giudizio deve vivere coi molti, essendo incapace
di vivere nobilitato coi pochi. Scegliti il pastore che la fortu-
na ti segnerà, percorri senza pericolo le vestigia del gregge a
te congenere.
Non ti piaccia, o amico, la libera caverna della volpe, non imi-
tare i remoti rifugi dei cervi, non osare sdraiarti nell’antro del
fiero leone, o infelice, perché non sei celebre per miglior seme,
sei desipiente, tardo, imbelle per fauci, unghia e bocca, non hai
astuzie né corsa veloce, e nessuna forza ti fu messa nell’animo
o nel torpido cuore.
Non a te fu aperta la via per cui tu ti volga all’orbe della
luce: per la qual cosa attieniti al modo di sentire approvato
dai più, e al numero dei plaudenti e confamulanti, e trionfi
la fama d’un autore principe.
E sii, così, contento di poche cose, come se queste fossero tut-
te; ché abbastanza sei ricco, perché non hai nessun senso del-
la tua povertà; e sei sano, perché non hai nessuna idea del tuo
morbo.
(G. Bruno, De Immenso et Innumerabilibus)