E LA SUA FINE RICORDARE

 e la sua fine ricordare

 

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un cristo percio’ voglio oggi raccontare

Prosegue in:

caccia e pesca

(ma se ben ricordo vi era anche un uomo che pensava solo al volo)

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i miei libri

 

e la sua fine ricordare

 

 

  





….Allo studio però aggiunsi una spietata, continua, inesorabile

osservazione sugli uomini, sugli animali, le piante, su tutto ciò

che – in una parola – circonda l’uomo.

Il libro della vita: questo è il libro dei libri!

Tutti gli altri non hanno per scopo che insegnare a leggere que-

sto. Libri onesti, s’intende, ché i disonesti hanno opposto fine.

La meditazione di questo gran libro determinò le mie azioni ed

i miei principi; sprezzai il motto ‘Ognuno per sé e Dio per tutti’,

mi schierai dalla parte dei deboli, giammai come è religione ora…,

dei forti e contro i deboli! …Dei poveri, degli oppressi, dei sem-

plici e dei perseguitati, compresi che in nome di Dio, della Leg-

ge, della Patria, della Libertà, delle più pure astrazioni della

mente, dei più alti ideali umani, si perpetrano e si continueran-

no a perpetrare i più feroci delitti, fino al giorno che, acquista-

ta la luce, non sarà più possibile ai pochi di far commettere il

male, in nome del bene, ai più.

Compresi che non impunemente l’uomo calpesta le inedite leg-

gi né può violare i vincoli che lo legano all’universo.

Compresi che i monti, i mari, i fiumi chiamati confini naturali,

si sono formati antecedentemente all’uomo, per un complesso

di processi fisici e chimici, e non per dividere i popoli.

Ebbi fede nella fratellanza, nell’amore universale.

Ritenni che chi benefica o danneggia un uomo, benefica o dan-

neggia la specie. Cercai la mia libertà nella libertà di tutti, la

mia felicità nella felecità di tutti.

Compresi che l’uguaglianza di fatto, nelle necessità umane, di 

diritti e di doveri, è l’unica base morale su cui può reggere l’

umano consorzio.

Strappai il mio pane con l’onesto sudore della mia fronte; non

ho una goccia di sangue sulle mie mani, né sulla mia coscien-

za.

Ora?

A Trentatré anni, sono candidato alla galera, e alla morte.

Né me ne meraviglierei se così non fosse…..

(B. Vanzetti, Non piangete la mia morte)


 

 

 

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