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Urlano contro ‘Invetriata’ (1) & (2)
Da:
– C’è alloggio, signor locandiere? C’è qui la scimmia indovina
e il teatrino della liberazione di Melisendra.
– Perbacco!,
disse il locandiere.
– C’è il signor Mastro Pietro! Che bella serata che si prepara.
Dimenticavo di dire che Mastro Pietro portava coperti l’occhio
sinistro e quasi mezza guancia con una benda di taffettà verde,
segno che tutta quella parte doveva esser malata.
Il locandiere proseguì, dicendo:
– Sia benvenuto, signor Mastro Pietro. Dove sono la scimmia e
il teatrino, che non li vedo?
– Stanno per arrivare,
rispose l’uomo di camoscio;
– Io son venuto avanti a vedere se c’era alloggio.
– Glielo toglierei al Duca d’Alba in persona per darlo a Mastro
Pietro, rispose il locandiere:
– Venga la scimmia e il teatrino, c’è gente alla locanda che paghe-
rà per vederlo e per l’abilità della scimmia.
– Sta bene,
rispose il bendato;
– Ridurrò i prezzi, e con le sole spese mi considererò ben pagato.
Ora vado a far che si sbrighi il carretto su cui viaggiano la scim-
mia e il teatrino.
E tornò a uscire dalla locanda.
Immediatamente don Chisciotte domandò al locandiere chi fos-
se quel tal Mastro Pietro e che cos’erano la scimmia e il teatrino
che portava.
Al che il locandiere rispose:
– Quello lì è il famoso burattinaio che da parecchio tempo gira per
questa parte della Mancia aragonese, dando rappresentazioni della
liberazione di Melisendra ad opera del famoso don Gaiferos, che è
una delle storie più belle e meglio rappresentate che si siano viste
da parecchi anni in qua in questa regione.
Inoltre, porta una scimmia che ha la più straordinaria abilità che
si sia mai vista fra le scimmie, o che abbia mai escogitato un uo-
mo, perché, se le domandano qualche cosa, sta attentissima a ciò
che le si domanda, dopo di che salta sugli omeri del suo padrone e,
accostandoglisi all’orecchio, gli dice la risposta a quello che hanno
domandato, e Mastro Pietro la comunica; e dice assai più delle cose
passate che non di quelle che devono ancora venire; e sebbene non
sempre indovina tutto e per tutto, per lo più non si sbaglia; di mo-
do che ci fa proprio pensare che ci abbia il diavolo in corpo.
Prende due reali a domanda, se la scimmia risponde, intendo dire
se il padrone risponde per lei dopo che gli ha parlato all’orecchio;
si ritiene quindi che quel Mastro Pietro sia ricchissimo, ed è, come
dicono in Italia, galantuomo e buon compagno, e fa la più bella vita
del mondo; parla per sei e beve per dodici, e tutto a spese della sua
parlantina, della sua scimmia e del teatrino.
A questo punto tornò Mastro Pietro col carretto su cui c’era il
teatrino e la scimmia, grande e senza coda, con un feltro sul se-
dere, ma con una faccia non brutta; e appena la vide don Chi-
sciotte le domandò:
– Lei, signora indovina, mi dica un po’: che pesci pigliamo?
Che sarà di noi? E guardi qui i miei due reali.
E ordinò a Sancio di darli a Mastro Pietro, il quale rispose per
la scimmia, e disse:
– Signore, quest’animale non risponde, né dà informazioni sulle
cose che devono venire; sa qualcosa delle passate, e un pochino
delle presenti.
– Per san….,
disse Sancio,
– Io non do un centesimo per farmi dire quello che mi è già acca-
duto, perché, chi può saperlo meglio di me? E che io pagassi per
farmi dire quello che so già, sarebbe una bella stupidaggine; ma
visto che sa le cose presenti, mi dica la signora scimmiona che sta
facendo ora mia moglie Teresa Panza e come passa il tempo.
Mastro Pietro non volle prendere il danaro, e disse:
– Non accetto pagamenti anticipati, se non c’è stata prima la pre-
sentazione d’opera.
E con la destra si diede due colpetti sull’omero sinistro, al che la
scimmia d’un balzo vi si issò sopra, e avvicinata la bocca all’orec-
chio, si mise a battere i denti con grande rapidità; e dopo aver fat-
ta questa operazione per la durata di un credo, con un altro salto fu
di nuovo a terra, e subito, con una straordinaria sollecitudine, Ma-
stro Pietro corse a mettersi in ginocchio davanti a don Chisciotte e
abbracciategli le gambe, disse:
– Abbraccio queste gambe come se abbracciassi le due colonne d’Er-
cole, o insigne resuscitatore della già obliata cavalleria errante! O
non mai abbastanza lodato cavaliere don Chisciotte della Mancia,
rianimatore dei disperati, sostegno di quanti son per cadere, brac-
cio dei caduti, bastone e conforto di tutti gli infelici!
(Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia)