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Per sempre più finalmente conquidere il preteso Contratto Sociale, voglionsi
rilevare gli ‘effetti perniciosissimi’ che dal di lui sistema scaturiscono.
I suoi fautori sostengono che sia in facoltà del popolo di rivendicare a sé la
sovranità, spogliandone chi n’ha l’esercizio, se le condizioni non osservi del
Contratto Sociale, a segno di poter astringerlo colla forza a cederlo, qualora
non si arrendesse alle persuasioni, e si ostinasse contro il voto universale.
Or prima d’ogni altra cosa convien qui ripetere che la Sovranità non deriva
dal popolo, né in esso risiede.
E’ la Sovranità naturalmente inerente allo stato di società, come sopra si è
provato, e qualunque sia la forma di governo, dal diritto essenzialmente
risulta, che ha ciascheduna società di provedere alla sua conservazione, e
al suo benessere.
Che anzi, essendosi già dimostrato che Iddio vuole la società civile perché
nell’ordine della sua infinita sapienza e providenza è corrispondente all’indole,
ai bisogni, alla perfettibilità degli uomini, ed è diretta al maggior bene del genere
umano, quindi siegue, che ei voglia la sovranità, la quale, per conservarla e per
raggiungerla è onninamente necessaria.
Non provvedendo dunque questa dagli uomini, perché inerente per diritto naturale
allo stato di società, già non può derivare, né deriva che dall’istesso Dio, il
quale perciò la conferisce a chi abbia legittimo titolo di esercitarla.
Quanto ci fa la retta ragione su ciò conoscere, e si comprende in forza di legittimo
raziocinio, rimane poi sempre più chiaro, anzi diviene certissimo per l’infallibilità
della divina Rivelazione.
Questa indubitatamente ci ammaestra, conforme poc’anzi si riferì, che a Dio viene
ogni podestà tra gli uomini, e che per lui i sovrani regnano sopra i popoli e
presiedono al governo delle nazioni.
Come pertanto potrebbe in ogni caso un popolo a sé rivendicare quella Sovranità
che non ha, che da esso non proviene, e che per niun titolo gli appartiene?
Qual diritto avrebbe una nazione di spogliarne chi n’è legittimamente investito?
Se la Sovranità vien da Dio, se Iddio è, che la conferisce, come può sostenersi
aver diritto gli uomini di levarla a chi non l’ha ricevuta da loro?
Per quanto sofistichiamo, e si dibattano i difensori del Contratto Sociale, non hanno
trovato sinora, né troveremo giammai una risposta che sia ragionevole e concludente.
(Affido all’intelligenza dei lettori questo raro documento, così come agli addetti
ai lavori dell’arte giuridica. Possiamo scorgere come lentamente la nostra e talvolta
altrui repubblica si dissolva in questo artefizio di cui il documento già qui
riportato ne dimostra la sua efficacia. Vien da domandarsi quanta repubblica sia
rimasta in codesta nuova monarchia, e quanto diritto conserva il sovrano di spogliare
un intiero popolo delle sue ragioni, del suo arbitrio, della capacità di comprensione
degli eventi. (nota dell’autore del blog) ).
(B. Maschietto, L’anti-Rousseau di Filippo Maria Renazzi 1745-1808)