CIRCA IL MATRIMONIO E LA MENZOGNA

Gli Authié nel 1300 circa, così si esprimevano sulla continenza…:

“Dicevano che il matrimonio di cui è la parola nel Vangelo:

‘ella si sposi in Cristo’ e saranno due in una sola carne’ (Marco, 10,8), ecc, non

è che falsa apparenza e finzione. Infatti, dato che nel Vangelo si dice: ‘Dio ha

stabilito il matrimonio nel paradiso’ (Marco 10,6), quel matrimonio fu quello

dell’anima e dello spirito, cioè di cosa spirituale e non carnale, e che non ha 

a che fare con la corruzione della carne, così come avviene nella CHIESA

ROMANA. Difatti, in paradiso non v’è mai la corruzione della carne, né

altro che non fosse puramente e semplicemente spirituale. E questo

matrimonio è stato stabilito da Dio affinché le anime che sono cadute dal

cielo non volontariamente per orgoglio, e che si trovano in questo mondo,

ritornino alla Vita grazie al matrimonio dello Spirito Santo, vale a dire 

mediante le opere buone e l’astensione del peccato, e ‘fossero due in una

sola carne’, come si legge nel Vangelo. Ma quel che si effettua nella Chiesa

romana è la riunione di due carni distinte. Quindi non si tratta di ‘due in 

una sola carne’, ma del maschio e della femmina, ognuno in una carne

distinta”.

– Pietro Authié mi disse circa la MENZOGNA:

“Mi disse di essere un sant’uomo e di vivere una vita santa, a tal punto che

non avrebbe mai detto una bugia tantomeno una calunnia. Se gli fosse capitato

di mentire avrebbe dovuto digiunare per tre giorni, di modo che per tre giorni

non avrebbe mangiato o bevuto. Per questo sosteneva che le pancie dei falsi

cristiani erano sempre satolle di ogni ben del loro Dio… E se gli fosse capitato 

di toccare una donna, avrebbe dovuto digiunare per nove giorni di fila a pane

e acqua. Lui non si comportava come i Predicatori e i Minori, e gli altri di questa

Chiesa che prende e scortica…e per un poco di potere….”.

(……….)

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1446 DA FIRENZE A BRUGES: LA STRADA DELLA BANCA (5)

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Questa era l’immane                                              duca di borgogna.jpg

tragedia che riservava

il futuro. In quel

momento Gerozzo, che

da Ginevra aveva

viaggiato e fino a

Bruges continuerà

a viaggiare quasi

sempre per domini del

duca di Borgogna,

stava percorrendo una

terra ricchissima.

La ricchezza era

spremuta                                                    paternier1.jpg

dalle grasse

campagne, su cui

vegliavano dai

loro castellotti piccoli

e medi nobili, in

proprio o per conto

dei grandi, ma

soprattutto veniva

dai commerci e le

manifatture delle

città: Arras, Lilla,

Ypres, Grand,

Bruges,                                              paternier2.jpg

Bruxelles, Lovanio,

Anversa, Malines.

Traversando le

Ardenne e la foresta

immensa di grandi

querce e lande

selvagge, il fiorentino

stava arrivando al cuore

economico del dominio,

in un certo senso il

cuore economico d’

Europa. Ecco Brabante

e Fiandra in alcuni

tocchi dalle impressioni

di viaggio del De

Beatis:                                    gastro124.jpg

giardini a quasi tutte

le case con ‘herbecte,

rose, gariofali et quantità

di lavendola’, le facciate

delle case con intelaiatura

di travi e i riempimenti in

muri di mattone e le

parti in legno ‘così

ingegnosamente lavorate,

che non solo non offendono

la vista, ma dilectano’,

tetti coperti ‘de certe

tavolecte di pietre negre’.

Nel paese, tutto

piano da Bruxelles                                             loyset1bis.jpg

in poi, ‘campanili

alti et acutissimi’ e le

donne che tutte ‘vanno

con veli soctilissimi in

testa’.

E’ ben noto che è la

terra di una grande

pittura, e quello era il

momento. Nell’anno 

del viaggio del Pigli a

Bruxelles, in quello

splendido esempio di

architettura gotica che

è il palazzo comunale 

vi erano

pitture                                                                             

di Roger van der 

Weyden. 

Nel castello dei duchi di

Brabante, Lev z Rozmitalu

e i suoi compagni boemi

vedranno in tutto il suo                                                     paternier3.jpg

fulgore la corte

borgognona di Filippo

il Buono.

Li affascinano 

soprattutto le evoluzioni

dei pattinatori sul laghetto

ghiacciato del parco; sono

tanto veloci e abili che

nessun cavallo reggerebbe

il paragone.

Gand è città in situazione

militare fortissima. Si

vanta di non aver mai

chiuso le porte, né di

giorno né di notte, 

nemmeno in tempo 

d’assedio; invero con

l’acqua dei suoi 

quattro fiumi può,                                                                   loyset4.jpg

in sole tre ore,

allagare la terra

intorno per lo

spazio di una lega.

Almeno così affermerà

nel suo giornale di

viaggio un mercante

milanese. Intorno alla

città vi è un gran numero

di mulini a vento e

nella cattedrale di 

San Giovanni si andava

a vedere il polittico

dell’Agnello mistico

di Jan van Eyck,

‘dipinto stupendo e

pieno d’intelligenza’ come

annoterà il Durer.

(L. Camusso, Guida ai Viaggi nell’Europa del 1492)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

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