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Dialoghi, eretici, strani viaggi in:
Dentro la casa, asserragliata, il pretore con quattro carabinieri e il Grandi.
Fuori, là davanti, una folla inferocita reclamava l’assassino.
Perché ormai era evidente, a far sparire i quattro bambini di cui fino allora
non s’era trovata traccia era stato lui.
Ammazzati li aveva, e seppelliti nella bottega, dove ne avevano trovati i
resti.
Alle quattro del pomeriggio, mentre ancora aspettava i rinforzi militari
del circondario, il Chelini redasse un dettagliato rapporto al procuratore
del re, dove, riepilogati i fatti dei giorni passati, descriveva gli avvenimenti
di quella domenica:
Verso le ore 11, 3/4 antimeridiane, da uno stabile a pian terreno nella strada di
mezzo di questo paese dell’Incisa n. 43 sortivano grida strazianti di un piccolo
fanciullo. Accorsa la gente per entrare in detto ambiente fu trovato chiuso al
di dentro da ogni parte.
Atterrato ben presto una porticella per cui vi si accede, entrati alcuni paesani
d’Incisa in quella stnza si presentò loro uno strano spettacolo. Il nominato
Grandi Callisto del fu Giuseppe, di anni 24, di professione carradore e
domiciliato all’Incisa, aveva sotto di sé il fanciullo Turchi Amerigo di
Sebastiano che tentava di strangolare.
Levatogli di sotto questa sua vittima ed esaminata la stanza si trovò una
piccola fossa probabilmente destinata ad accogliere il cadavere di quel giovincello.
Presso detta fossa apparvero ben presto sotterrati a fior di terra, i resti di
uno o più fanciulli di recente inumati.
A questa vista si commosse ben presto la popolazione e fu miracolo se il
Callisto Grandi fu sottratto dall’ira della moltitudine, che voleva far giustizia
immediata. Per interposizione del Segretario, del facente funzione di Sindaco,
dell’Esattore Comunale e di altre persone influenti del paese, il Grandi fu
ricoverato in una casa dello stesso.
Il sottoscritto dietro avviso ricevuto si recava immediatamente sul luogo della
scorta dei RR. Carabinieri, allorché divulgatosi il caso, la moltitudine cresceva
e cresceva pure l’indignazione per il grave caso accresciuta dalla vista del
giovinetto Turchi Amerigo lacerato e contuso e dalle grida dei genitori che
avevano perduto i loro figli e che reclamavano vendetta.
Per sedare la moltitudine abbiamo dovuto lottare a corpo a corpo ad attualmente
sebbene calmata un poco la popolazione pur nonostante non è prudenza sortire
dalla casa dove siamo assediati col Grandi imputato e coi Reali Carabinieri di
Figline in numero di quattro.
Si è già domandato rinforzi di Carabinieri alle stazioni di Rignano e del
Pontassieve e coll’aiuto di questi si spera di potere, nella serata, condurre il
Grandi, senza inconvenienti, alle Carceri di Figline; e quindi saranno assunti
tutti gli atti pel materiale che per lo speciale del delitto di cui già abbondano i
mezzi e sarà rimesso il processo al più presto possibile.
(P. Guarnieri, L’ammazzabambini)