1446 DA FIRENZE A BRUGES: LA STRADA DELLA BANCA (4)

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I banchieri italiani vi                                                  Chron_hainau_det.jpg

si erano trasferiti per

il declino di Parigi nel

vortice della guerra

dei Cent’anni, al

principio

del secolo.

Gerozzo ritrovava il

sapore di casa e del

mestiere tra registri,

lettere di cambio,

mercanti e uomini di

finanza avveduti e

avidi.

Poi, controllato lo stato degli affari della filiale medicea, si rimise in strada per valicare

il Giura, salendo al Col de la Faucille, m. 1320. Alle spalle si allargava salendo un

panorama fantastico e                                        monte bianco.jpg

si allontanava il Monte

Bianco.

Biancheggiante,

misterioso,

intoccato.

Subito si era nelle

terre del duca di

Borgogna.

Gli stati borgognoni

non mancavano di

analogie con quelli

del duca di Savoia;

erano                                              mani.jpg 

ugualmente

una bizzarra congerie

di feudi tenuti insieme

solo dalla fedeltà –

intermittente – al

signore.

Ma erano vastissimi,

anche se non perfettamente

continui: da nord a sud si

andava da Macon sulla

Saona all’Olanda, dal Giura

al Mare del Nord; in

parte erano terre teoricamente

della corona di Francia, in

parte terre d’impero.

Phileppe de Commynes,

al momento della caduta

di Borgogna, per le disavventure di Carlo il Temerario, celebrerà la casata ‘stimata

quanto nessun’altra della cristianità’, durata un secolo, con quattro prìncipi, ‘in

continua felicità e prosperità’. Reggeva ora lo stato il penultimo duca Filippo il

Buono; la sua corte faceva ricadere sul paese un dorato polverio di lusso, languida

cavalleria, confusione di vita e letterario rispecchiamento.

L’itinerario del fiorentino può essere stato: Besancon, Nancy, la Mosella, le Ardenne.

Besancon è nella Franca Contea, una delle parti dei domini borgognoni che passeranno

agli Asburgo per il matrimonio di Massimiliano e Maria, la figlia di Carlo il Temerario.

Diventerà francese solo al tempo di Luigi XIV dopo l’assedio del 1674. Era come oggi

un sito pittoresco, dove il Doubs disegna un meandro attorno alla roccia su cui sorge

la cittadella, ma non era ancora chiusa negli orgogliosi bastioni disegnati dal Vauban,

né si vedeva ancora il palazzo che Nicolas de Granvelle, ministro di Carlo V, si farà

costruire nel gusto rinascimentale. Passando per la Porte Noire, che è un arco romano,

si arrivava come ora alla cattedrale gotica di Saint-Jean, dalla non frequente pianta a

due absidi opposte. Nancy la capitale del ducato di Lorena, è come si sa, una delle

più belle città del XVIII secolo francese; difficile immaginarla come può averla vista

Gerozzo, sulla riva sinistra della Meurthe, tra i fossi e le mura ai piedi delle quali

periranno Carlo il Temerario e tutte le fortune di Borgogna. Ai consiglieri che gli

facevano notare la sproporzione delle forze in cui in quel momento si trovava

a vantaggio dei nemici, il duca avrebbe risposto: ‘Dovessi combattere da solo

tuttavia li combatterei’. Nudo, sfigurato, il suo cadavere fu ritrovato nel fango

dello stagno di Saint-Jean, due giorni dopo la battaglia.

(L. Camusso, Guida ai Viaggi nell’Europa del 1492)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

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