Precedente capitolo
si erano trasferiti per
il declino di Parigi nel
vortice della guerra
dei Cent’anni, al
principio
del secolo.
Gerozzo ritrovava il
sapore di casa e del
mestiere tra registri,
lettere di cambio,
mercanti e uomini di
finanza avveduti e
avidi.
Poi, controllato lo stato degli affari della filiale medicea, si rimise in strada per valicare
il Giura, salendo al Col de la Faucille, m. 1320. Alle spalle si allargava salendo un
si allontanava il Monte
Bianco.
Biancheggiante,
misterioso,
intoccato.
Subito si era nelle
terre del duca di
Borgogna.
Gli stati borgognoni
non mancavano di
analogie con quelli
del duca di Savoia;
ugualmente
una bizzarra congerie
di feudi tenuti insieme
solo dalla fedeltà –
intermittente – al
signore.
Ma erano vastissimi,
anche se non perfettamente
continui: da nord a sud si
andava da Macon sulla
Saona all’Olanda, dal Giura
al Mare del Nord; in
parte erano terre teoricamente
della corona di Francia, in
parte terre d’impero.
Phileppe de Commynes,
al momento della caduta
di Borgogna, per le disavventure di Carlo il Temerario, celebrerà la casata ‘stimata
quanto nessun’altra della cristianità’, durata un secolo, con quattro prìncipi, ‘in
continua felicità e prosperità’. Reggeva ora lo stato il penultimo duca Filippo il
Buono; la sua corte faceva ricadere sul paese un dorato polverio di lusso, languida
cavalleria, confusione di vita e letterario rispecchiamento.
L’itinerario del fiorentino può essere stato: Besancon, Nancy, la Mosella, le Ardenne.
Besancon è nella Franca Contea, una delle parti dei domini borgognoni che passeranno
agli Asburgo per il matrimonio di Massimiliano e Maria, la figlia di Carlo il Temerario.
Diventerà francese solo al tempo di Luigi XIV dopo l’assedio del 1674. Era come oggi
un sito pittoresco, dove il Doubs disegna un meandro attorno alla roccia su cui sorge
la cittadella, ma non era ancora chiusa negli orgogliosi bastioni disegnati dal Vauban,
né si vedeva ancora il palazzo che Nicolas de Granvelle, ministro di Carlo V, si farà
costruire nel gusto rinascimentale. Passando per la Porte Noire, che è un arco romano,
si arrivava come ora alla cattedrale gotica di Saint-Jean, dalla non frequente pianta a
due absidi opposte. Nancy la capitale del ducato di Lorena, è come si sa, una delle
più belle città del XVIII secolo francese; difficile immaginarla come può averla vista
Gerozzo, sulla riva sinistra della Meurthe, tra i fossi e le mura ai piedi delle quali
periranno Carlo il Temerario e tutte le fortune di Borgogna. Ai consiglieri che gli
facevano notare la sproporzione delle forze in cui in quel momento si trovava
a vantaggio dei nemici, il duca avrebbe risposto: ‘Dovessi combattere da solo
tuttavia li combatterei’. Nudo, sfigurato, il suo cadavere fu ritrovato nel fango
dello stagno di Saint-Jean, due giorni dopo la battaglia.
(L. Camusso, Guida ai Viaggi nell’Europa del 1492)
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