VIAGGI IN ALTRI MONDI: ALBERT BIERSTADT (6)

Questi dipinti di                                       albert_bierstadt.9.jpg

grandi dimensioni,

prescindendo da una

puntuale e realistica

descrizione topografica,

ricreavano

scenograficamente i

paesaggi rappresentati,

unendo all’indubbio

fascino esercitato

comunque dalla

visione di terre lontane,

elementi immaginari e

idealizzati, un virtuosismo

tecnico fuori dal comune

e particolari di vivida

resa veristica.

Per accrescere l’                                                    biestadt10.jpeg

effetto di meraviglia,

questi paesaggi venivano

esposti con particolari

accorgimenti luminosi

in ambienti quasi

completamente oscurati,

in modo da accentuare

il cromatismo degli

accesi tramonti,

della natura selvaggia,

dei cieli solcati da

nubi.

Nel 1863 Bierstadt

si recò per la seconda

volta nel West.

Solo otto anni prima                                                     Bierstadt_11.jpg

nel 1855, la

Yosemite Valley,

nella catena montuosa

della Sierra Nevada

californiana, era stata

esplorata per la prima

volta.

Quando l’artista si

accampò nella valle

per circa sei settimane,

lo spettacolo che si                                         

presentò ai suoi occhi                                   biestadt12.jpg

era quello di una

natura praticamente

incontaminata, una

sorta di paradiso

terrestre da

contrapporre ai

turbamenti della

Guerra Civile che

divampava nell’Est

americano. Inoltre,

il mito della California

come eden promesso,

dove chiunque avrebbe

potuto ricrearsi una

nuova, pacifica e agitata                                                          biestadt13.jpg

esistenza, veniva

accresciuto a dismisura

dal miraggio dell’oro

che portò dagli anni

40 in poi, una

moltitudine di cercatori

ad attraversare le grandi

pianure nella speranza

di un avvenire migliore.

Bierstadt inviò il

proprio diario di

viaggio al periodico ‘New York Evening Post’ che lo pubblicò con regolarità e, quando

ritornò a New York, le quotazioni delle sue opere avevano ormai raggiunto cifre vertiginose.

Tra il 1867 e il 1869 viaggiò nuovamente per l’Europa esponendo in diverse città i suoi

grandi paesaggi del West americano.

A Parigi fu insignito da Napoleone III della Legion d’Onore. Tra il 1871 e il 1873 visse 

in California e successivi viaggi, di cui è rimasta ampia testimonianza nei dipinti, lo

portarono a visitare le Bahamas e il Canada. Nel 1889 la sua grande tela intitolata 

quasi simbolicamente ‘L’ultimo dei bufali’, destinata all’Esposizione Universale di

Parigi, venne giudicata antiquata e fu respinta dalla commissione preposta alla 

scelta delle opere per la mostra.

Ma ormai, a partire dagli anni 80, con la costruzione della ferrovia che univa le

due coste americane, il mito della terra inesplorata e promessa si andava affievolendo

e la pittura di Bierstadt, fino ad allora avvolta nell’indubbio fascino dovuto alla

novità e al mistero che circonda i luoghi appena scoperti, perse via via l’attrattiva

che la caratterizzava trasformandosi in pittura di genere ormai passata di moda.

(The American West, l’arte della frontiera americana 1830-1920)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

bierstadt_14.jpg

   

 

 

VIAGGI IN ALTRI MONDI: ALBERT BIERSTADT (6)ultima modifica: 2010-11-16T08:00:00+01:00da giuliano106
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