18 novembre

Ho scritto un articolo per la ‘NRF’, ma sono insoddisfatto.

Troppo spesso considero le cose sotto il profilo storico.

Mi piacerebbe un’analisi più profonda. Oppure avrei dovuto essere uno storico puro.

Probabilmente era la mia vera vocazione. Ma allora quante notti in bianco! Che ne

sarebbe stato della mia amata pigrizia?

– L’altra sera ho cenato con delle mezze ebree.

– Gentaglia!

– Tornano sempre al punto di partenza.

– Dopo cena, mi costringono a incontrare ebrei. Di una specie detestabile, quelli che

fanno dello spirito, e pesantemente. Sul genere del Bloch di Proust. Come se non

bastasse, si trattava di imboscati, quantunque abbastanza giovani, inesauribili sul

tema della guerra. Lancio qualche modesta frecciata che accolgono con la consueta

aria scandalizzata. Se qualcuno li contraddice, credono o dicono che comincia la

persecuzione.

Ho ripensato al libro sugli ebrei che da anni progetto di scrivere, dove le considerazioni

generali, storiche e psicologiche dovrebbero alternarsi con gli aneddoti, i ricordi, le

notazioni. Si vedrebbe finalmente un antesemita intelligente, il migliore amico degli

ebrei.

– Prima di tutto, mi ripugnano fisicamente.

– Naturale.

– E poi, li trovo poco intelligenti, poco profondi. E niente affatto artisti.

– Privi di gusto, di tatto.

– Oh il tatto!

– Quel loro modo di non accorgersi mai delle reazioni altrui.

– E prima di tutto non si rendono conto che sono degli intrusi e che nessun popolo (a parte

gli zingari) si è mai permesso di andare a insediarsi in quel modo a casa di un altro.

Infatti hanno cominciato a emigrare senza necessità. Forse ci hanno provato gusto dopo 

le deportazioni assire. All’inizio della diaspora, nessuno li costringeva.

– Quell’insopportabile aria di sufficienza.

– Le loro idee non si discutono.

– Il regime a cui si appoggiano è quello giusto.

Qui il liberismo, là il socialismo. Allo stesso modo avrebbero voluto essere nazisti e

consegnare l’Europa alla Germania. 

E i loro viaggetti da finti artisti, da improvvisati nazisti, ma sempre da ebrei

Fra l’altro, l’incredibile ingenuità di Benda. Lui li consegna al boia. Ma in Francia non

c’è nessun boia se non per i più vecchi francesi. Ed è giusto perché sono rimbambiti.

– Ancora una volta, le democrazie aspettano le decisioni di Stalin, Hitler e Mussolini.

Formeranno un triumvirato? Siamo veramente alla fondazione dell’èra imperiale di

Roma. 

– Quando vedrò di nuovo dei quadri? La fotografia ora mi disgusta.

– Come mi mancheranno. Mi sarebbe piaciuto essere pittore. La più effimera, la più

vana delle arti. Dipingere sui muri, cosa ancora più fuggevole che parlare ai muri.

Come amare questa Francia che pensa tutto ciò che aborro?

(Pierre Drieu la Rochelle, Diario)

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18 novembreultima modifica: 2010-11-18T21:00:00+01:00da giuliano106
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