Precedente capitolo:
cronaca-nera-il-processo-della-domenica-l-assassino-e-scoper.html
Eretici, viaggi e strane fosse in:
Scriva signor Giudice, che in tutti ci ho colpa io e gli ho ammazzati io.
Gli ho uccisi per vendetta, perché il Boneca, padre di Burchi Fortunato
un giorno mi tinse il viso col pennello della tinta di Minio e stetti col
viso tinto tre giorni, perché era tinta a olio, e fu proprio il bambino
Fortunato Burchi che mi tinse e non il di lui padre; e la vigilia della
Candelora la sera alle venti quattro venne nella mia bottega, ed’io
avevo fatto una buca nel sotto-scala apposta per mettercelo appena
mi capitava in bottega, mi capitò, lo portai là nella buca, lo gettai giù,
e lo coprii di terra, e sopra ci misi le legne.
Arturo Degli Innocenti venne nella mia bottega il giorno della vigilia
di S. Giuseppe, mi fece la birichinata di versarmi tre libbre di Tinta,
gli detti una palata, lo ammazzai e lo seppellii lì in bottega nello
sterrato, e a fare la buca facevo presto, perché la terra era morbida.
Il Martelli Angelo mi cacò nel carbone, lo uccisi, e lo seppellii nella
buca voltato in su con la faccia, e nella bocca gli pigiai la terra, e
coprii tutto il suo corpo di terra, e sopra la terra ci spargevo la
segatura.
Domenica mattina Ventuno di questo mese, venne nella mia bottega
il Paladini, ma veramente quando venne erano le quattro pomeridiane,
avevo preparato la fossa, lo feci entrare nella fossa, e lo coprii di
terra, ma prima l’avevo strozzato con una funicella e la funicella la
bruciai. Questo ragazzo mi aveva dato una spinta una volta, e poi
mi diceva sempre Pelato.
Il Turchi mi tirava sempre le sassate, mi diceva sempre pelato, e
preparai la fossa, ce lo feci entrare, gli vuotai addosso un corbello
di terra per seppellirlo, ma lui alzò la testa, cominciò a gridare, corse
Gente, ed io scappai in un canto della bottega, poi in Casa, e così il
Turchi fu salvato.
Io non ho mai detto nulla a nissuno di aver seppellito in bottega questi
ragazzi, e di averli uccisi, ma jeri sono stato scoperto, e ora era inutile che
seguitassi a negare, e ho confessato la verità perché io solo sono colpevole
e tutti quelli della mia famiglia sono innocenti, e non ne sapevano nulla,
nulla, e gli ho uccisi tutti da me senza l’aiuto di alcuno.
Nel paese dell’Incisa tutti i ragazzi mi canzonavano, mi prendevano a
burla, mi dileggiavano, mi dicevano pelato, ventundito, perché in un
piede ho sei diti, mi dicevano guercio, e nano, e mi facevano il capo grosso,
e quando venivano in bottega mi facevano sempre qualche birichinata,
e ora che ne avevo ammazzati quattro stavo sempre meglio, e mi lasciavano
in pace.
Si persuada che due gli ho buttati giù nella buca, gli ho strozzati, e gli ho
ricoperti con la terra, e gli altri due, gli ho uccisi gettandogli nella buca e
facendogli cadere addosso una ruota di barroccio, poi gli ho coperti di terra.
Il Paladini e il Martelli gli ho strozzati, e il Burchi, e il Degli Innocenti gli ho
fatto cadere la ruota giù nella buca, e poi gli ho ricoperti di terra; e quello
di ieri era forte e mi scappò dalla buca.
Per il Turchi la buca l’avevo preparata il sabato sera.
(P. Guarnieri, L’ammazzabambini)