VIAGGI IN ALTRI MONDI (e tempi): Django Reinhardt (5)

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I primi anni della sua carriera, dopo la costituzione del

quintetto a corde, furono particolarmente eccitanti:

Django veniva scoperto da un pubblico sempre più va-

sto ed entusiasta, e lui a sua volta poteva entrare in con-

tatto con alcuni grandi del jazz d’oltre oceano, di cui fi-

no allora aveva sentito parlare come di personaggi miti-

ci e che aveva conosciuto attraverso i dischi.

Conobbe Louis Armstrong, i cui primi dischi lo avevano

commosso fino alle lacrime, e una notte, all’alba, suonò

con lui nel club, a Parigi; poi incontrò Eddie South, il vio-

linista negro, e Coleman Hawkins e Benny Carter, esuli in

Europa, coi quali suonò tante volte in jam-session e inci-

se dei dischi importanti, nel 1937, per l’etichetta Swing.

Infine, nel 1939, per un breve ma emozionante momen-

to, si trovò a fianco di Duke Ellington, che si sarebbe ri-

cordato di lui anni dopo.

Intanto dal 1936, erano cominciate le tournées all’estero

del quintetto dell’Hot de France. La prima lo aveva porta-

to a Barcellona, poi vennero delle scritture in Olanda, in

Belgio, in Scandinavia e soprattutto in Inghilterra, dove il

complesso arrivò per la prima volta nel gennaio 1938 e ri-

tornò in seguito per dei lunghi soggiorni.

Nel frattempo i dischi del quintetto si erano moltiplicati.

Ai primi, incisi a Parigi per la Ultraphone, nel dicembre

1934, ne erano seguiti decine di altri per la Decca, in par-

te registrati a Londra, e quasi tutti si erano venduti benis-

simo, e non solo in Europa.


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Lo scoppio della guerra sorprese il quintetto a Londra e lo

fece andare a pezzi. Django, appena ebbe appreso la noti-

zia dell’inizio delle ostilità, tornò difilato a Parigi, senza

neppure curarsi di far le valigie e di prendere con sé la

chitarra; Grappelli invece se la prese comoda e finì per re-

stare in Inghilterra fino al 1947.

Per tutta la durata della guerra Django visse col cuore in

gola, fra mille paure. Scegliendo le sue nuove abitazioni a-

veva cura di domiciliarsi nei pressi dei più sicuri rifugi an-

tiaerei della città.

Tuttavia aveva più ragioni per essere soddisfatto che per

essere preoccupato: i primi anni di guerra furono infatti

i migliori della sua carriera.

Ora aveva dei complessi suoi, e aveva avuto la fortuna di

trovare, in sostituzione di Grappelli, un ottimo clarinetti-

sta in Hubert Rostaig; con quei gruppi diede numerosi con-

certi, nel 1940 e nel 1941 a Parigi e in provincia e sempre

con esito trionfale.

(A. Polillo, Jazz)





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