Prosegue in:
La natura crea ciò che non si svela,
l’idiota persevera e distrugge ogni cosa,
nellla sua strana idea….
di questa Terra.
Pomeriggio. Passaggio tra la Tasmania e le isole vicine – isole da cui
i poveri selvaggi tasmaniani esiliati guardavano la loro patria perduta
e piangevano; e morivano con il cuore spezzato.
Come sono lieto che tutte queste razze native siano morte e sepolte,
…o quasi.
Il lavoro fu pietosamente rapido e orribile in alcune zone dell’Australia.
Quanto alla Tasmania, lo sterminio fu completo: non resta neppure un
nativo.
Fu una lotta di anni, di decenni.
I bianchi e i neri si davano la caccia a vicenda, si tendevano le imbosca-
te a vicenda, si scannavano a vicenda.
I neri non erano numerosi. Ma erano circospetti, vigili, scaltri, e
conoscevano bene il territorio. Rispetto alla loro esigua quantità
durarono molto tempo e inflissero molte perdite ai bianchi.
….Poi alla fine, un quarto di secolo dopo l’inizio dei problemi tra le
due razze, si trovò l’uomo giusto.
No! Fu lui a trovare se stesso.
Si trattava di George Augustus Robinson, passato alla storia come
il ‘Conciliatore’.
Uomo non colto, né in alcun modo eminente.
Era un muratore di Hobart Town.
Ma deve essere stato una straordinaria personalità; un uomo per
incontrare il quale valeva la pena fare un viaggio tanto lungo. E’
possibile che nella storia ricorra un suo equivalente, ma io non
so dove cercarlo.
Egli si pose questo incredibile obiettivo: andare nelle terre selvagge,
nella giungla e nei rifugi di montagna dove i nativi braccati e implaca-
bili si nascondevano, e presentarsi loro disarmato, parlando loro la
lingua dell’amore e della gentilezza, e persuaderli ad abbandonare
le loro case e la vita libera e selvaggia che aveva tanto cara, e anda-
re con lui e arrendersi agli odiati bianchi e vivere sotto il loro control-
lo e la loro tutela e grazie alla loro carità il resto della loro vita!
Sul suo volto vi era il sogno di un pazzo.
All’inizio, il suo progetto di persuasione era sarcasticamente
soprannominato ‘speculazione dello zuccherino’. Se il piano era
sorprendente, e nuovo nell’esperienza del mondo, la situazione
non era da meno.
Si trattava di questo.
La popolazione bianca assommava a 40.000 unità nel 1831; la
popolazione nera assommava a 300 (trecento).
Non trecento (300) guerrieri, ma 300 (trecento) tra uomini, donne
e bambini.
I bianchi erano armati di fucili, i neri di mazze e lance.
I bianchi avevano combattuto i neri per un quarto di secolo, e aveva-
no tentato in ogni modo immaginabile di catturarli, ucciderli o sotto-
metterli; e non vi erano riusciti.
….In quattro anni, senza versare una goccia di sangue, Robinson li
convinse a sottomettersi volontariamente e li consegnò al governa-
tore bianco, e pose termine alla guerra che la polvere da sparo e le
pallottole, e le migliaia di uomini che le usavano, avevano portato
avanti senza risultato sin dal 1804.
Marsia che incanta le bestie feroci con la sua musica: questa è una
favola; ma il miracolo compiuto da Robinson (Il muratore) è un
fatto. E’ storia – e autentica; e di certo non v’è nulla di più grande,
nulla di più degno rispetto nella storia di nessun Paese, antico o
moderno.
E in memoria del più grande uomo che l’Australasia abbia mai
messo al mondo e mai metterà al mondo, vi è un maestoso monumento
intitolato a George Augustus Robinson il Conciliatore, che si trova…..
no, è intitolato a un altro uomo, il nome …l’ho dimenticato.
(Mark Twain, seguendo l’equatore)