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….La nostra vita si compone di più vite, e di aspirazioni,
forse ancora nel limbo del subcosciente, si compone la
nostra aspirazione vitale.
Non è sogno più assurdo di tanti altri sogni considerati
valide teorie, quello di credere che le nostre cellule, i
nostri globuli abbiano qualcosa di simile a una coscienza
o ad una base rudimentale, cellulare, globulare, di coscien-
za.
O che possano pervenire ad averla. E giacché abbiamo pre-
so la via della fantasia, possiamo fantasticare che tali cellu-
le comunichino tra di loro, e che qualcuna di esse esprima
la propria credenza di aver fatto parte di un organismo su-
periore dotato di coscienza collettiva personale.
Fantasia che si è manifestata più volte nella storia del senti-
mento umano quando qualcuno, filosofo o poeta, ha suppo-
sto che noi uomini siamo come i globuli sanguigni di un
Essere Supremo dotato di una coscienza collettiva personale,
la Coscienza dell’Universo.
E forse l’immensa via lattea, che nelle notti serene contemplia-
mo nel cielo, quell’enorme anello di cui il nostro sistema pla-
netario non è che una molecola, non è a sua volta una cellula
dell’Universo, del Corpo di Dio.
Tutte le cellule del nostro corpo cospirano e concorrono con
la loro attività a tenere in vita e ad accendere la nostra coscien-
za, la nostra anima; e se le coscienze e le anime di tutte le cel-
lule entrassero interamente nella nostra, nella componente,
se io avessi coscienza di tutto quello che avviene nel mio or-
ganismo corporale, sentirei scorrere in me l’universo, e forse
svanirebbe la dolorosa percezione dei miei limiti.
E se tutte le coscienze di tutti gli esseri confluiscono per intero
nella coscienza universale, questa, vale a dire Dio, è tutto.
(M. De Unamuno, Del sentimento tragico della vita)