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Dialoghi con Pietro Autier 2 &
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I primi anni della sua carriera, dopo la costituzione del
quintetto a corde, furono particolarmente eccitanti:
Django veniva scoperto da un pubblico sempre più va-
sto ed entusiasta, e lui a sua volta poteva entrare in con-
tatto con alcuni grandi del jazz d’oltre oceano, di cui fi-
no allora aveva sentito parlare come di personaggi miti-
ci e che aveva conosciuto attraverso i dischi.
Conobbe Louis Armstrong, i cui primi dischi lo avevano
commosso fino alle lacrime, e una notte, all’alba, suonò
con lui nel club, a Parigi; poi incontrò Eddie South, il vio-
linista negro, e Coleman Hawkins e Benny Carter, esuli in
Europa, coi quali suonò tante volte in jam-session e inci-
se dei dischi importanti, nel 1937, per l’etichetta Swing.
Infine, nel 1939, per un breve ma emozionante momen-
to, si trovò a fianco di Duke Ellington, che si sarebbe ri-
cordato di lui anni dopo.
Intanto dal 1936, erano cominciate le tournées all’estero
del quintetto dell’Hot de France. La prima lo aveva porta-
to a Barcellona, poi vennero delle scritture in Olanda, in
Belgio, in Scandinavia e soprattutto in Inghilterra, dove il
complesso arrivò per la prima volta nel gennaio 1938 e ri-
tornò in seguito per dei lunghi soggiorni.
Nel frattempo i dischi del quintetto si erano moltiplicati.
Ai primi, incisi a Parigi per la Ultraphone, nel dicembre
1934, ne erano seguiti decine di altri per la Decca, in par-
te registrati a Londra, e quasi tutti si erano venduti benis-
simo, e non solo in Europa.
Lo scoppio della guerra sorprese il quintetto a Londra e lo
fece andare a pezzi. Django, appena ebbe appreso la noti-
zia dell’inizio delle ostilità, tornò difilato a Parigi, senza
neppure curarsi di far le valigie e di prendere con sé la
chitarra; Grappelli invece se la prese comoda e finì per re-
stare in Inghilterra fino al 1947.
Per tutta la durata della guerra Django visse col cuore in
gola, fra mille paure. Scegliendo le sue nuove abitazioni a-
veva cura di domiciliarsi nei pressi dei più sicuri rifugi an-
tiaerei della città.
Tuttavia aveva più ragioni per essere soddisfatto che per
essere preoccupato: i primi anni di guerra furono infatti
i migliori della sua carriera.
Ora aveva dei complessi suoi, e aveva avuto la fortuna di
trovare, in sostituzione di Grappelli, un ottimo clarinetti-
sta in Hubert Rostaig; con quei gruppi diede numerosi con-
certi, nel 1940 e nel 1941 a Parigi e in provincia e sempre
con esito trionfale.