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Destinato come sei alla polvere fin dalla nascita, perché in
questo basso mondo erigere palazzi elevati?
Nella polvere sarai calpestato; a che pro costruire un palazzo
alto quanto il cielo?
Anche se ammassi l’oro e l’argento, non potrai senza dolore
bere un sorso d’acqua.
Compiangi il tuo stato, poiché nessuno supplirà alla tua
negligenza!
Alla polvere è votato il tuo corpo; ma non la tua anima, se è
pura.
Gli angeli non si sono forse prosternati davanti a te?
Forse non rechi la corona del ‘vicario di Allah’?
Successore del vicario di Allah, lascia i luoghi impuri; scuoti
dal torpore la tua anima, e merita il Paradiso!
La sovranità ti attende in Egitto. Perché, come Giuseppe, restare
in fondo al pozzo?
Se non hai imperio sulla tua anima, invece di Salomone vuol
dire che vi regna il demonio.
Il sovrano sei tu, al principio e alla fine. Ma, ahimé, l’uomo
vede doppio.
In luogo di uno, vedi due; in luogo di due, vedi cento.
Uno due o cento, tu sei tutto.
Tu non hai, o sventurato, che un solo cuore carico di cento fardelli.
Come potrai sgravarti di tanti pesi?
Fino a quando manterrai la preoccupazione delle vesti e del
pane, e la aura della disgrazia, e l’amore della fama?
Dotato in origine di un’essenza meravigliosa, hai rattoppato
di cenci la tua veste di raso.
Se ti sforzerai in ogni istante di accadere alla Presenza, meriterai
l’abito d’onore e udrai questo apello: ” Prosternati e ravvicinati!”.
(Farid ad-Din ‘Attar)