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Nessun armatore amava la vela quanto Jock Willis, un eccentrico soprannominato
di volta in volta ‘Capitano John’, ‘Old Jock’ o ‘Old White Hat’, dal cilindro di castoro
chiaro che indossava sempre sulle banchine di Londra. Marinaio sin dall’infanzia,
aveva percorso tutte le tappe della carriera fino al grado di capitano, e aveva navigato
fin nei più remoti angoli del mondo.
Quando succedette al padre, alla testa della John Willis & Son, era un eccellente
conoscitore delle navi e della natura umana. Estremamente pignolo, ogni volta che
una sua nave prendeva il largo, Jock Willis lasciava il suo ufficcio di Leadenhall
Street per presiedere di persona all’operazione.
Mentre il rimorchiatore tesava il cavo per trainare la nave fuori dal porto, gli
apprendisti si schieravano lungo la murata e gridavano: ‘Arrivederci, signore!’, e
Jock, la barba bianca agitata dal vento, si levava il cappello e rispondeva:’Arrivederci,
ragazzi!’. Un’altra nave di Willis era partita, e un nuovo legame univa l’armatore al suo
equipaggio.
Jock Willis era animato da un forte spirito di competizione. Nel 1868 si era offeso
quando George Thompson, un armatore rivale, aveva varato il clipper Thermopylae
sostenendo che sarebbe stato il più veloce del mondo.
corrisposto alle
aspettative, effettuando
il primo viaggio dalla
Cina a Londra in 91
giorni.
In testa all’albero
maestro inalberava un
marcavento dorato a
forma di galletto, a
significare la sua
posizione di dominio.
Willis aveva raccolto
prontamente la sfida e aveva commissionato un nuovo clipper per la propria flotta:
il Cutty Sark. Si rivolse a un nuovo pregettista, ma scelse un modello sperimentato.
La nave ammiraglia della sua flotta, e anche la sua beniamina, era il Tweed, di 1745
tonnellate, un mercantile che somigliava a una fregata: quando Willis l’aveva comprato
era un vapore a pale e gli era piaciuto sia per la linea sia perché era in teak del Malabar,
un bel legno resistente alla putrescenza.
Willis l’aveva trasformato in veliero facendone un bastimento veloce e manovrabile, e
si era convinto che fosse possibile adattarne le linee a una versione clipper per
ottenere una nave impareggiabile. Scelse un architetto di 33 anni, Hercules Linton,
che si era da poco associato a Dombarton, in Scozia, con il ventiquattrenne William
Scott. Era un rischio perché fino ad allora i due giovani avevano varato insieme una
sola nave.
Ma Linton aveva imparato il mestiere nel famoso cantiere Hall di Aberdeen,
quello che aveva costruito lo Stornoway e il Chrysolite, i primi due clipper inglesi
rivali degli americani.
L’occhio clinico di Willis gli disse che quei giovani avrebbero fatto un buon lavoro e
il suo acuto senso degli affari gli suggerì di legarli a sé con un contratto di ferro.
Dal canto loro, la molla dell’ambizione spinse i due a cogliere l’occasione di realizzare
una nave per un armatore come Willis, ed essi accettarono di ricevere 17 sterline per
tonnellata costruita, cioè 2 sterline di meno a tonnellata di quanto chiedeva Hall per un
clipper di stazza media. Concluso il contratto, Willis portò Linton a vedere il Tweed nel
bacino di carenaggio, ma il progettista aveva una sua idea in mente e, pur prendendo
ispirazione dal Tweed, non intese farne una copia. La poppa del Tweed era
infatti troppo a botte per i suoi gusti, perciò egli conferì alla struttura poppiera
e alla carena del Cutty Sark sezioni più squadrate, tanto che all’inizio alcuni
critici osservarono maliziosamente che il veliero somigliava più a un cavallo
da tiro che a un purosangue; tuttavia fu proprio questo accorgimento che
permise al Cutty Sark di portare una maggiore superficie velica.
(I clipper, Whipple, a cura dei redattori delle edizioni Time-Life)
Da http://giulianolazzari.splinder.com