FRAMMENTI

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(Nei tempi moderni vi sono state quattro spiegazioni principali dello

gnosticismo. Secondo l’opinione di vari studiosi lo gnosticismo sorse:

1) da una filosofia ellenistica; 2) da un religione orientale, principalmente

quella iranica; 3) dal cristianesimo; 4) dal giudaismo eterodosso.

Non si può negare che elementi di tutte e quattro queste teorie si trovino

nello gnosticismo….e per secoli hanno convissuto in pace in quella

parte di mondo dove furono rinvenuti….)

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L’errore fuggì da loro e non li incontrò,

ma la Verità procede nella via giusta.

Tutto ciò che io non conoscevo essa me lo mostrò,

tutti i veleni dell’Errore e i flagelli che passano per il timore

di morte e il rovinoso distruttore.

Ho chiesto alla Verità, ‘Chi sono costoro?’

Ed essa mi disse, ‘Questi è l’Ingannatore e l’Errore’….

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L’ignoranza del Padre fu sorgente di angoscia e di paura.

L’angoscia si è condensata come una caligine,

sicché nessuno ha potuto vedere.

Perciò l’errore si è affermato: ignorando la verità,

ha elaborato la sua materia nel vuoto.

Si industriò a formare una creatura

sforzandosi di ancorare nella bellezza

l’equivalente della verità.

Ma ciò non era una umiliazione per lui,

l’inafferabile l’incomprensibile:

questa angoscia, questo oblio, e quest’opera menzognera

erano un nulla,

mentre la verità è stabile, inalterabile, inamovibile,

è imperfettibilmente bella.

Perciò disprezzate l’errore.

Non avendo radice, era una caligine rispetto al Padre,

apprestandosi a predisporre opere,

oblii e paure per attrarre

– per loro tramite –

coloro che si trovano nel (luogo) di mezzo,

e farli prigionieri.

(Odi di Salomone – Ode XXXVIII, e Vangelo di Verità)

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CORPO ERMETICO

…Quando tu non potrai dire più nulla di lui, solo allora lo vedrai;

poiché la conoscenza di Dio è divino silenzio e cessazione di ogni

sensazione.

Infatti chi ha compreso Dio, non può apprendere nient’altro, chi lo

ha contemplato, non può contemplare nient’altro, né può udire

parlar d’altro, e non può neppure muovere il proprio corpo, poiché

privato di ogni sensazione, di ogni movimento, rimane immobile.

Questa bellezza divina, dopo aver illuminato con la sua luce l’intelletto,

illumina anche l’anima e, traendola fuori dal corpo verso di sé,

muta l’uomo in essenza. E infatti impossibile, figlio mio, che l’anima

che ha contemplato la bellezza del bene sia innalzata fino a Dio

mentre si trova nel corpo.

“Che cosa intendi per essere innalzata fino a Dio, o padre?”.

“Ogni anima separata, figlio mio, subisce delle trasformazioni”.

“Ma ancora, che cosa intendi tu per separata?”.

“Non hai sentito, qando ti ho tenuto i discorsi generali, che da una

sola anima dell’universo, hanno avuto origine tutte le anime che si

aggirano nel mondo, come distribuite nelle sue parti? Le trasformazioni

di queste anime sono innumerevoli: alcune procedono verso una sorte

migliore, altre verso una sorte infausta.

Infatti le anime degli animali che strisciano passano in animali acquatici,

le anime di quelli acquatici passano in animali terrestri, le anime degli 

animali terrestri in volatili, mentre le anime che volano nell’aria trasmigrano

negli uomini, infine le anime umane incominciano a divenire immortali

mutandosi in dèmoni, poi in tal modo passano a far parte del coro 

degli dèi: quello dei pianeti e quello delle stelle fisse. 

E questa è la gloria più completa per l’anima, ma se l’anima che è

entrata in un corpo di uomo permane nel peccato, non gusta la gioia

dell’immortalità, né partecipa al bene, ma, retrocedendo, ripercorre

la strada all’inverso fino agli animali che strisciano, e questa è la

punizione di un anima schiava del peccato.

Il peccato dell’anima è costituito dall’ignoranza.

Quando infatti un’anima non è capace di conoscere gli esseri, né la

loro natura, né il bene, ma è del tutto cieca, allora è soggetta alle

passioni del corpo, e la sventura, essendo stata incapace di riconoscere

se stessa, diviene schiava di corpi mostruosi e perversi, porta il suo

corpo come un fardello, non lo domina, ma ne è dominata.

In questo dunque consiste il peccato dell’anima.

Al contrario la virtù dell’anima è la conoscenza: colui che conosce, è

anche buono, pio, ed è già divino”.

(Ermete Trismegisto, Corpo Ermetico)

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