Quando stavano a rota e volevano rimediare una pera,
colpivano persino i loro compagni di buco con un sasso
sulla testa.
Il più selvaggio di tutti si chiamava Il Sinistro.
Tutti lo chiamavano Il Sinistro perché era veramente il tipo
più sinistro del giro.
Quando gli spacciatori lo vedevano scappavano ancora più
veloci di quando c’era una retata. Perché quando riusciva a
mettere le mani su un piccolo spacciatore lui semplicemente
si prendeva la roba.
Nessuo osava opporglisi, men che meno i piccoli bucomani.
Una volta mi è capitato di vedere Il Sinistro in piena azione.
Mi ero appena chiusa in un gabinetto per donne, per farmi una
pera, e qualcuno mi piomba letteralmente addosso saltando la
parete divisoria del cesso.
Era Il Sinistro.
Sapevo già dai racconti degli altri come lui si organizzava: aspettava
nei gabinetti per donne finchè arrivava una ragazzina fornita di ero.
E sapevo quanto poteva essere brutale.
Gli diedi quindi la mia siringa e la mia roba.
Lui uscì subito dal cesso e si mise di fronte allo specchio.
Non aveva più paura di niente.
Quindi si sparò il buco nel collo.
Non gli era rimasto un punto in tutto il corpo nel quale
poteva bucarsi.
Sanguinava davvero come un porco.
( Christiane F., Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Rizzoli )