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Venite spensierati e compagnoni,
voi ch’avete sì in odio il lavorare,
amici delli grassi e buon bocconi,
nemici del disagio e del stentare.
Omini di gran cor, non già poltroni,
come gli avari vi voglio(n) chiamare,
venite tutti, che andiamo in Cuccagna,
dove chi più dorme più guadagna.
Venite, su, ch ‘l dritto e buon camino
intendo di mostrarvi allegramente,
senza che pur spendiate un sol quatrino,
e buona ciera arete dalla gente;
ora il viaggio del primo mattino
a man manca sarà verso ponente,
per la gran strada delli desviati,
che a l’ostaria va dei spensierati.
Larga è la strada e molti troverai
che s’aggiran per essa volentieri,
e senza più temer d’affanni e guai
lassan gir oggi ‘l mondo come ieri,
tanto che a l’ostaria tu giongerai
dei spensierati, dove ai forestieri
si fa grata accoglienza col bocale,
galdeano, pan unto e carnevale….
(Il piacevole viaggio di Cuccagna, 1588)