CONVINTI IL PROGRESSO AVER CONQUISTATO

 convinti il progresso aver conquistato

 

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L’Europa dell’età glaciale si trovava in uno stadio culturale che

alcuni hanno definito come ‘selvaggio’.

Bande di uomini seminomadi inseguivano e cacciavano le ren-

ne, i bisonti, i mammut e abitavano in grotte e ripari sotto roccia.

Malgrado le opere d’arte meravigliose che ci hanno lasciato, è 

molto difficile riconoscere nel loro modo di vita le basi sulle qua-

li si fonda la nostra società di oggi.

Bisogna convenire che i legami che ancora ci congiunguno a quei

cacciatori dell’età glaciale sono tenui. Ma quando prendiamo in

considerazione le prime culture storiche e protostoriche che fiori-

rono nell’Europa mediterranea, a Micene, in Etruria o nel mondo

gallo-celtico, ci accorgiamo che la civiltà come la concepiamo og-

gi, già allora possedeva tutti i suoi attributi e le sue leggi.

Ci accorgiamo che la chiave della nostra civiltà va ricercata prima

dell’inizio della piena storia, in quei millenni che separano la fine

dell’età glaciale dall’inizio della Grecia classica e di Roma.

 

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Profonda valle che penetra nel cuore delle Alpi per oltre 70 Km,

in uno stupendo paesaggio di alte montagne, la Valcamonica è

situata a nord delle città di Brescia e Bergamo, tra il lago d’Iseo

e i ghiacciai dell’Adamello e del Cevedale.

Inizia a circa 200 metri sul livello del mare presso il lago  e si 

conclude al Passo del Tonale, all’altezza di oltre 1800.

L’antica civiltà della Valcamonica scomparve con l’avvento dei

Romani; le generazioni che seguirono dimenticarono il signifi-

cato e perfino l’esistenza dell’arte rupestre. Essa però rimaneva,

difesa dal terriccio, dai licheni e dal muschio, quasi inalterata

dal tempo.

 

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Agli occhi delle popolazioni posteriori, che non potevano imma-

ginarne l’origine, le strane incisioni dovettero ben presto appari-

re opera di stregoni o di spiriti maligni e non si tardò ad attribui-

re a quei segni misteriosi, dei poteri malefici che bisognava esor-

cizzare (con tutto ciò che ne consegue negli altari della storia…..). 

Probabilmente le croci scongiuratorie di età storiche che trovia-

mo talvolta accanto a incisioni preistoriche, possono essere così

spiegate.

 

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….Continuando a ricercare, non tardammo a renderci conto che

le incisioni si estendevano a rocce e in zone ancora inesplorate.

Sotto al muschio e all’erbe si nascondeva un inestimabile tesoro

di arte preistorica.

Sia per la sua ubicazione geografica, sia per la qualità insolita 

delle figure, e per il loro carattere realistico-descrittivo, era pre-

vedibile che la Valcamonica potesse dare dei risultati etnologi-

ci di gran lunga superiori agli altri gruppi di arte rupestre euro-

pea di cui mi occupavo in quel momento, in Francia, Spagna, e

altrove, e che, se studiata a fondo, questa zona avrebbe potuto

procurare la soluzione di molti problemi di preistoria, tanto

sul piano locale come su quello europeo.

Oggi si conoscono in Valcamonica più di 600 rocce, che racchiu-

dono nel loro insieme oltre 30.000 incisioini preistoriche.

Molte di queste sono già state rilevate e fotografate, mentre la

loro analisi e il loro studio procedono con ritmo crescente. 

(Sono delle vere perle simmetriche alla storia….)

(E. Anati, Civiltà preistorica della Valcamonica)

 

 

 

 

 

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