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L’aspetto che più ci colpisce di questi detti è la loro continua
insistenza sul fatto che tutto è già aperto alla nostra conoscen-
za.
Dobbiamo soltanto bussare ed entrare.
La parte più antica e più nobile del nostro essere risponderà
pienamente a ciò che accettiamo di vedere. L’insegnamento
più profondo di questo Gesù gnostico non viene mai afferma-
to direttamente ma resta sempre implicito, in quasi ogni singo-
lo detto:
‘c’è in noi una luce, e questa luce non fa parte del mondo crea-
to. Non è adamitica’.
Conosco soltanto due tesi alle quali la ‘gnosis’ non può rinun-
ciare: la Creazione e la caduta sono state un unico e medesimo
evento; e la parte più nobile del nostro essere non è mai stata
creata e, quindi, non può cadere.
Il Gesù vivente del Vangelo di Tommaso parla a tutti i suoi di-
scepoli, ma nel tredicesimo detto – un detto dalla cruciale impor-
tanza – egli parla soltanto a Tommaso, e le tre parole segrete che
gli dice prendendolo in disparte non ci vengono mai rivelate.
Possiamo solo limitarci ad avanzare delle ipotesi, dato che quel-
le tre parole, dette in disparte costituiscono il cuore segreto del
Vangelo di Tommaso.
Tommaso si era guadagnato il privilegio di ascoltare queste tre
parole (o detti) affermando di non essere assolutamente in gra-
do di dire a chi fosse simile Gesù.
Il suo gemello non è simile a un angelo giusto o a un profeta,
e non è simile neppure a un saggio filosofo, un maestro della
sapienza greca.
Le tre parole, quindi, dovrebbero riguardare la natura di Gesù,
ciò che egli è. La sua natura è tanto luminosa da essere la luce
stessa, ma non la luce del cielo, o di quel cielo che si trova al
di sopra del cielo.
Va identificato con il Dio estraneo e sconosciuto: non con il
Dio di Mosé e di Adamo, ma con l’uomo-dio dell’abisso, an-
teriore alla Creazione.
Tuttavia, questa è soltanto una delle tre verità…..
(H. Bloom, La saggezza dei libri)