SULLA STRADA DI CASA

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sulla strada di casa

 

 

“Caro Mazzotti,

 lassù attorno alla piccola cappelletta profanata,

si svolge la lotta fra pastori ed albergatori.

Purtroppo vinceranno questi ultimi che hanno

dalla loro i potenti ed i furbi.

Verrà l’anno in cui il poetico suono de’ campani

delle mandrie aostane sarà sostituito dagli squilli

che chiamano a raccolta altre mandrie di cittadini

meno pacifiche e più volgari.

Ma io non vi sarò più”.

                                     Guido Rey


 

 

sulla strada di casa

 


TEORIA DELLE STRADE


              I


Bisogna condurre tanta gente in montagna.

E’ giusto.

Ma se questa gente pretende nuove strade carrozzabili

e nuovi grandi alberghi, può restare a casa.

E’ inutile che si scomodi per ritrovare fra i monti le con-

suete forme superficiali del vivere.


         II


Non ci si accorge che, continuando a costruire strade

e teleferiche, si rende sempre più piccola la montagna.

Arrivare su un colle in teleferica, è una cosa assoluta-

mente diversa dall’arrivarvi a piedi.

Perché la montagna possa essere capita, è necessario

lasciare vasta ‘zona di rispetto’ fra la pianura e i mon-

ti come fra i rifugi e le cime.

Le strade e le altre opere, consentendo che il cittadino

avvicini con facilità la montagna, virtualmente la di-

minuiscono.

I grandi monti sono tolti a poco a poco dal loro iso-

lamento, e finiranno per parere soltanto mucchi di roc-

ce e di ghiaccio.

L’equivoco sta in questo: che molti si illudono di salire

andando con tali mezzi sui monti.

Si rende meschino un ideale per non faticare a raggiun-

gerlo:

è più comodo.

Basta sapersi accontentare.

(G. Mazzotti, La montagna presa in giro)



 

 

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