INTERMEZZO NELLA MIGRAZIONE: VALORI AMBIENTALI

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

      http://pietroautier.myblog.it

In confronto a società molto più stabili e tradizionaliste, il nostro moderno

‘ethos’ politico e culturale dimostra una forte difficoltà a riconoscere i valori

a lungo termine. Si sa che i politici guardano raramente oltre le prossime elezioni,

ma anche se lo fanno, i consiglieri economici suggeriranno loro che qualunque

bene ottenibile in prospettiva futura deve essere scontato, e a un tasso tale che

fa diventare facile sottovalutare il futuro a lungo termine.

Agli economisti è stato insegnato che a tutti  i beni futuri si deve applicare un tasso

di sconto: in altre parole: un milione di dollari tra vent’anni varrà meno di un

milione di dollari oggi. Gli economisti applicheranno al valore del milione di

dollari una certa percentuale di sconto, di solito corrispondente ai tassi

d’interesse reali a lungo termine.

La cosa, economicamente, ha un senso.

Se oggi possedessi mille dollari potrei investirli: quindi, in termini reali, i mille

dollari disponibili oggi sono ‘più’ di mille dollari disponibili tra vent’anni.

Ma l’applicazione di un tasso di sconto comporta che i beni ottenuti tra 100 anni

conteranno assai meno di quelli ottenuti oggi, mentre i beni ottenuti tra mille anni

quasi non conteranno nulla. E ciò non a causa di una qualunque incertezza riguardante

la presenza di esseri umani o creature senzienti sul nostro pianeta a quell’epoca,

ma semplicemente a causa dell’effetto cumulativo del tasso d’interesse sul denaro

investito oggi. Dal punto di vista dei valori senza prezzo e senza tempo dell’ambiente

naturale, però, l’applicazione di un tasso di sconto è la risposta sbagliata.

Esistono cose che, una volta perdute, non possono essere restituite con alcuna somma

di denaro. In tal modo, diviene problematico giustificare la distruzione di un’antica 

foresta sostenendo che l’esportazione del suo legno ci darà entrate sostanziali, anche

se potessimo investire quelle entrate incrementandole il valore di anno in anno; 

infatti, qualunque sia questo incremento, esso non potrà mai ricomprare il legame

con il passato rappresentato dalla foresta.

Questo argomento non dimostra che non esiste alcuna giustificazione per l’abbattimento

di una foresta vergine, però illustra che qualunque giustificazione del genere deve 

prendere in piena considerazione il valore delle foreste per le generazioni appartenenti

a un futuro non solo prossimo ma anche remoto. 

Questo valore sarà ovviamente correlato alla particolare rilevanza paesaggistica e

biologica della foresta, ma, siccome l’estensione delle distese naturali intatte si

assottiglia sempre più, ogni loro parte diventa significativa poiché le opportunità di

godere la natura diventano sempre più scarse e nello stesso tempo si riduce la probabilità

che una ragionevole selezione delle principali forme di vita selvaggia venga conservata.

(P. Singer, La vita come si dovrebbe, il Saggiatore)  

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INTERMEZZO NELLA MIGRAZIONE: VALORI AMBIENTALIultima modifica: 2010-03-20T15:51:00+01:00da giuliano106
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