PANE E CASTAGNE (3)

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….Abbiamo scoperto essere il nostro patto con il ‘Diavolo’, così

come voi chiamate ogni verità nuova.

E lei è rimasta immutata nel nome, ma non negli eventi che

‘non vista’ cela alla vostra comprensione. Con molti di quei personaggi,

abbiamo bevuto parlato, discusso…e studiato il segreto e vero dire.

Tutto ciò che hai intrappolato entro le pieghe del Tempo, per

rimodellare a tuo piacimento la verità.

Essa corre ovunque, quando una persona è in pace con se stessa e

soprattutto con il prossimo.

Invece, Eraclio, quando purtroppo una persona in nome di tante, e tante

in nome di una sol persona, hanno confuso la verità,

dovranno sempre accompagnarsi al dire dei loro gesti, anche

la medesima violenza nei modi.

Dovranno sempre accompagnarsi nelle ragioni della

storia, alla violenza che si sposa con i loro inganni e misfatti.

Noi ci siamo allontanati da tutto ciò, e non abbiamo pregato una

 dissimile verità, ma abbiamo compreso il motivo del nascere di

questa nuova preghiera.

Abbiamo scrutato il motivo, non lo abbiamo accettato come realtà

monolitica.

Poi siamo convenuti a delle possibili ragioni di verità.

Eraclio, non solo le ragioni della luce che combattono le tenebre,

ma quella luce interiore che ha bisogno nell’oscurità dove spesso

relegata, di esprimere una verità. 

La luce è dentro di noi, la manifestazione di essa al di fuori del buio

dove stiamo celebrando la storia, è la certezza di percepire la reale 

dimensione delle cose illuminate all’opposto dire del vostro falso 

sapere.

Una realtà opposta e simmetrica a questo mondo, dimostra

l’infondatezza delle tue scelte e opinioni.

Un mondo analogo e parallelo, dimostra che l’immateriale da cui 

proveniamo è imperscrutabile ed impercettibile. 

Della stessa materia immutata del nostro spirito, della nostra anima.

Ma essa non è quantificabile, percettibile, misurabile e sicuramente 

neppure inquisibile, così ora come voi tutti assieme, convenuti contro

il mio umile dire.

Io, Eraclio, non posso darti risposta certa quanto da te domandato.

Agli occhi della luce che emana la tua verità, la mia potrà apparire

solo una bestemmia.

Ma la luce illumina solo un piccolo frammento, lasciando in ombra

la radice.

( Giuliano Lazzari, Dialoghi con Pietro Autier, Andmybook )

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PANE E CASTAGNE 2

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Quel mondo spesso per noi era il vero Inferno e dimenticarlo e raccontarlo e

poi spiegarlo in quella specie di Paradiso diveniva la nostra segreta cerimonia.

Del quale comprendevamo i limiti per sempre imposti dal potere cui fratello

Eraclio ci scrutava ed apprendeva.

Ma non tutti avevano le chiavi della comprensione, questa era sempre comandata

da fratello – Eraclio -.

Custode della terra, del lavoro, e troppo spesso di tutti i nostri pensieri.

Ragione per cui, quando ora domandava a proposito del dire, del parlare

…io ricordo i profondi ragionamenti che prima di quel frammento avevano

scaturito un probabile pensare.

La disquisizione non poteva essere riportata dai miei Inquisitori, perché immagino,

chi aveva avuto l’onore di tradirmi in questo o in altri posti, non aveva il

dono né della dialettica, né l’intelligenza del sapere.

Così come sempre avviene in questo mondo, il nemico fu probabilmente il più

umile che sedeva alla nostra tavola.

Che spezzando lo stesso pane con due padroni differenti, ha palesato i veri nemici

della conoscenza, convinti come sempre nella grammatica della vita di preservarla.

Quando non si comprende la diversità dell’espressione, si tende ad assoggettare alla

forma precostituita del comune interpretare, la realtà delle cose.

Così è, e per sempre sarà.

Questo è l’uomo.

Ma noi avevamo smesso di essere uomini, e lentamente ci avvicinavamo al mondo

senza tempo dei tanti o troppi Dèi, cui rivolgevamo una preghiera nuova, di

comprensione nell’umana interpretazione che la storia e fratello Eraclio ci

propinavano.

Il nemico comune della conoscenza allo stesso porto di fratello -Eraclio – ed il mio

di umil perfetto…fu l’ignoranza.

Di colui che fermo nello sforzo della comprensione, indica l’ignoranza dei propositi

altrui.

Il nemico con il quale divisi il mio pensare e dire, con il quale bevvi il vino dell’antica

comprensione, con il quale celebrai non più il rito, ma il nettare degli Dèi.

( Giuliano Lazzari, Dialoghi con Pietro Autier)

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