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Sono essi che padroneggiano nella vita intellettuale, essi che a Costantinopoli
e nelle città maggiori del’Impero godono la maggiore considerazione come
finanzieri, medici, avvocati, professori, architetti.
E nelle campagne eccellono nei sistemi di coltivazione suscitando le più vive
gelosie dei feroci Kurdi.
Della gelosia di costoro scaltramente si servono i Turchi per mantenerli in lotta
e incitarli a saccheggi e massacri in danno degli armeni. In tal modo mentre i
Turchi impediscono che i Kurdi e armeni si stringano in una pericolosa alleanza
sfruttano le gelosie dei primi per evitare il pericolo dei secondi, e propiziarsi di
questi l’appoggio nelle lezioni o nelle guerre.
Gli armeni hanno molti punti di rassomiglianza con gli ebrei: come questi ultimi
durante il medio evo e fino a ieri in qualche nazione, essi sono la razza disprezzata
ed oppressa; come gli ebrei sono pazienti, ma al tempo stesso tenaci nel miraggio
del loro costante progresso.
Tuttavia la loro visione non è audace; e il pensiero di autonomia non esiste che assai
tepidamente nel loro spirito: più che altro preoccupati di mantenere le loro caratteristiche
di razza, i loro usi, la loro lingua.
Però essendo al tempo stesso proclivi alle ideologie, le teorie socialistiche ed anarchiche
trovano fra loro numerosi seguaci, e dei disordini che l’applicazione di tali idee non
mancano di provocare, approfittano destramente turchi e Kurdi per compiere i massacri
coi quali essi sperano di potere riuscire ad estirpare dal territorio il seme di questa razza.
Ma la sua miracolosa prolificità e costanza la salva.
Nel caso speciale della guerra nella quale la Turchia si trova impegnata, va notato che
essa si combatte nel Caucaso, cioè proprio nella terra confinante con l’Armenia.
Allo scoppio di essa, un vivo malcontento regnava fra i Kurdi contro i giovani turchi
governanti l’Impero.
E il malcontento era così vivo che, avendo il Governo deciso la formazione di bande
Kurde da lanciare contro i russi, le bande non si formarono o si ribellarono contro i
turchi stessi.
Nel frattempo gli armeni, seguendo la loro inclinazione pei russi, cercavano di favorire
la loro avanzata in territorio turco, ed è stata questa circostanza che è servita al Governo
ottomano per risvegliare l’odio sopito dei Kurdi dentro gli armeni e incitarli a nuovi
massacri.
Tutti i mezzi sono stati adoperati o favoriti dai turchi a tale fine, e sovente sotto il velo
di un apparente legalità.
Infatti non solo si sono eccitati i massacri col pretesto di una difesa interna contro le
insidie russofile degli armeni, ma si sono sottoposte le popolazioni civili di Armenia
alle più dure corvees per ucciderle in stenti, di fame e di fatiche; si sono accusate molte
persone di tradimento e di appartenere a società segrete soltanto perché trovate in
possesso di un’arma.
(27 Dicembre L’Ora, E. Aliprandi, 1915 Cronaca di un genocidio)