4 AGOSTO 1915

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Al battaglione c’è un capitano così rotondo che potrebbe risparmiarsi la

fatica di camminare: basterebbe che rotolasse.

Il capitano il grosso strato di adipe ha l’anima di Tartarin.

Oggi, in piazza d’armi, egli ha sguainata la sciabola, che nessuno porta più,

perché è diventato un arnese inutile e decorativo per le retrovie.

Tartarin ha dato un formidabile ‘attenti’, poi ci ha annunciato le sue teorie

tattiche con VENETA dolcezza:

– Adesso vi darò alcuni schiarimenti sula manovra di ogi, in ordine sparso….

– Dunque noi siamo il partito bianco e dobiamo puntare su quela colineta

dove si sa che deve arivare il partito nero…

– Fare atensione!

– Quando io suonerò il fischieto voi vi meterete in ordine sparso, avanzando

per uno di fronte…..

– Camminate curvi per evitare di scoprirsi….

– Dunque, atenti al fischio e caminare adagio, perché io devo sempre precedere

la trupa….

– Quando sentirete due fischi fermarsi e butarsi per tera e aprire il fuoco!

– Siamo pronti?

– Alora, avanti!

– Caminare curvi, o detto, se no il nemico ci fulminatuti!

– Frrrrrit!  Frrrrrrit! Alt!

– Piombare a tera!

– Also, seicento metri!

– Puntare bene!

– Nel combattimento non si devono sprecare cartucce!

– Ogni colpo deve essere un uomo morto!

 Adeso, fare atensione: faremo un piccolo asalto alla baionetta!

– Andare adagio perché io devo sempre precedere la trupa!

– Piombare sul nemico colla baionetta, che è l’arma italiana, senza dargli

quartiere!

– Baionet-cann! Fate atensione! dico a quei mamalucchi là in fondo!

– Baionet-cann! vuol dire inestare la baionete….

– Pronti per l’assalto….

Al mio grido di: ala baioneta! rispondere con un forte urlo:

SAVOIA!

– Pronti?

– Mi raccomando di procedere adagio, perché io devo essere sempre in testa a tuti!

– A LA BAIONETA!

– A LA BAIONETA!

(M.R. Stern, 1915-1918 La guerra sugli Alti-piani)

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1915 CRONACA DI UN GENOCIDIO

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“LA QUESTIONE ARMENA”

I numerosi e feroci massacri di armeni avvenuti in Turchia in queste

ultime settimane, destando nel mondo la più viva commozione, hanno

rimesso la questione armena in una luce di tragica attualità.

Qualche cosa intorno alle ragioni attuali delle persecuzioni che i Turchi

infliggono agli armeni, io vi dissi recentemente in un articolo dedicato

alla Turchia in guerra. Dissi cioè come l’opera di penetrazione della

Germania e della Inghilterra in Turchia prima della guerra, potè compiersi

anche grazie ai legami che esse riuscirono a stabilire rispettivamente con

i Turchi e con gli altri armeni.

Dall’avvenimento che la Germania è riuscita ad imporre ai Turchi si è avuto

la prova più manifesta nel fatto di aver saputo per mezzo loro trascinare l’Impero

in guerra.

Era conseguentemente naturale che, scoppiata la guerra, gli armeni, i quali

venivano per conto considerati una lunga mano dell’Inghilterra, fossero trattati

come nemico interno dello Stato, legato ai nemici esterni.

Forse la divisione fra le due razze così concepita, pecca di un certo semplicismo,

e non risiede tutta qui; ed in altri tempi, altri e ben diversi furono i fattori, che

provocarono le loro reciproche divergenze, col solito ed unico effetto però di

essere sempre gli armeni a riuscire soccombenti…..comunque non potrebbe

negarsi che oggi come oggi, come è stata sopra impostata, risponda assai al vero.

Dal punto di vista economico per esempio la Banca Armena non era che una

affiliazione della Banca d’Inghilterra.

Dal punto i vista politico era stato da lungo tempo notato come gli armeni

avessero fatto succedere alla primitiva diffidenza verso i russi, gli odierni

alleati dell’Inghilterra, sentimenti ben chiari di amicizia.

La metamorfosi, incomprensibile in apparenza, era naturalissima, poiché gli

armeni, razza progressista per temperamento, avevano avuto modo di

constatare in quali migliori condizioni fossero venuti a trovarsi gli armeni

dei territori conquistati dai russi, in confronto di quelli del territorio turco.

E i Turchi, nemici dei russi ed insieme del progresso, avevano trovato nell’

avvicinamento russo-armeno stimolo o pretesto a nuove persecuzioni contro

gli armeni.

I quali possono essere considerati come la razza alla testa della civiltà nella

incivile Turchia.

(27 Dicembre 1915 L’Ora, E. Aliprandi, 1915, Cronaca di un genocidio)

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DIARIO DI GUERRA DI UN FANTE

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9 giugno. Prima azione di guerra

Siamo attendati sul monte Pore, piove sempre.

I rifornimenti per i pasti non arrivano.

L’acqua da bere è lontana.

S’incomincia a gustare la vera vita di guerra!

Serpeggia la voce che sull’Isonzo va splenditamente.

Vuoi vedere che finisce la guerra e noi non facciamo niente?

Questa notte c’è stato l’allarme. Tutti fuori dalle tende. Baionette innestate.

Piove governo ladro!

Che cosa succede?

Nessuno sa niente.

Giù in fondo valle si vede un lume apparire e scomparire.

Saranno gli austriaci?

Ma!

Ci dispongono su due file.

– Pronti ragazzi a far fuoco.

Un colpo parte fra noi.

– Cosa fai imbecille? Ci ammazziamo fra noi?

Si sa poi che è stato un ufficiale a cui è partito un colpo dalla sua browing.

Tutta la notte sotto la pioggia.

Poi all’alba sappiamo che erano dei carabinieri in perlustrazione.

Roba da operetta.

(Enrico Costantini, Dalle Dolomiti a Bligny, diario di guerra di un fante 1915/19)

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