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….Libri proibiti…..
….L’ultimo libro proibito….et in rima ‘acerba’
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I primi poeti del lago……
Fra i poeti, risponde per primo all’appello Fazio degli Uberti
col suo ‘Dittamondo’, composto, a più riprese, tra il 1346 e il
1367.
Fazio immagina una fantastica ‘tournée intorno alle tre parti
del mondo, compiuta per incitamento della Virtù e in compa-
gnia dell’antico geografo Solino.
Descrive paesi e contrade, ricorda storie e personaggi in una
sequenza di allegorizzazioni moraleggianti che raggelano il
suo verso, descrittivo e sciolto, ma senza un intimo movimento
lirico.
Ebbene, Fazio, da buon toscano che punzecchia volentieri i
‘marchisani’, come Boccaccio e il Sacchetti – perché i toscani
hanno sempre un po’ sul naso i marchigiani, fino a Michelan-
gelo che si avvelenava il sangue contro Raffaello e più contro
il suo conterraneo ‘protettore’ Bramante – fa della Marca niente-
meno che la patria di Giuda:
Entrai nella Marca, com’io conto,
Io vidi Scariotto, onde fu Giuda,
Secondo il dir d’alcun, di cui fu conto. (38)
Gli studiosi hanno voluto cercare veramente qualche paese
delle Marche che suonasse come ‘Scariotto’, e il Crocioni pensa
a Montecarotto, che al genetivo latino suona ‘Montiscarotti’.
Fazio, più attento alle favole strane che alle vere bellezze del
Piceno, subito dopo, in alcuni versi ascrivibili al 1360 circa, ri-
corda anche la fama negromantica del Lago di Pilato:
La fama qui non vo’ rimanga nuda
Del Monte di Pilato, ov’è un lago
Che si guarda la state a muda a muda,
Perché, quale s’intende in Simon Mago,
Per sacrar il suo libro là si monta,
Ond’è tempesta poi con grande smago,
Secondo che per quei di là si conta (libro III, cap.I)
(prosegue in proibiti.html)