Precedente capitolo:
storia delle nostre fognature (2)
Prosegue in:
forse ciò che ci governa è solo una rosa
dei procedimenti più
semplici che
stroncano la volontà
e la personalità
del detenuto senza
lasciare tracce
sul corpo.
COMINCIAMO DAI
METODI PIU’
RAFFINATI MA
SICURAMENTE NON
MENO CRIMINALI PER
LA LORO ASTUZIA DI
METODI PIU’ ROZZI O
VOLGARI, ANZI E’ DA RITENERSI
QUESTI PRIMI SICURAMENTE PIU’ VIOLENTI.
INIZIAMO DAI METODI PSICOLOGICI.
Per i conigli che non si erano mai preparati alle sofferenze della
prigione (a maggior ragione se innocenti) sono metodi di enorme,
perfino distruttiva efficacia.
Per quanto grande sia la convinzione del detenuto di essere dalla
parte della ragione, non è facile resistere.
(Ma l’aguzzino trae spunto della presunta conoscenza della sfera
psicologica nonché neurologica, così da prevedere con meccanica
ed OSSESSIVA AFFERMAZIONE LA SUA OSTINATA VO-
LONTA’ PERSECUTORIA. Da essa trae linfa per innestare quei
meccanismi che pensa padroneggiare’, nella ‘macchina celebrale’ di
cui si sente sicuro pilota e che lo condurranno alle finalità volute.
In genere questi soggetti odiano l’intelligenza creativa e non mec-
canicistica, nonché qualsiasi forma di libero pensiero che si disco-
sta da quella natura cartesiana di cui difendono le giuste o conve-
nienti finalità asservite al regime del momento.
Così come (odiano) il genio o l’intuito.
Il sadismo è condizione necessaria e sufficiente per questo tran-
sfert, cui tendono trasferire, per l’appunto, come già nei bui tem-
pi dell’inquisizione, i loro problemi della stessa natura cui vesto-
no l’abito che indossano, che maschera in questo teatro politico,
la vera specie del persecutore, il quale diligentemente opera di
volta in volta medesima bonifica per gli apparati del potere.
Nella vittima sacrificale viene ‘somministrato’ il veleno cui l’-
aguzzino è portatore, ma dispensato, dallo stesso apparato che
asserve con maniacale ossessione.
La trama è uguale ed invariata da secoli.
Gli inquisitori come i politici, si sentono autorizzati a intrat-
tenere UN RAPPORTO ESCLUSIVO CON ‘TUTTA LA VE-
RITA’, che essi soltanto saprebbero dire e da cui discindereb-
be l’economia della menzogna.
La loro persona deve rimanere lo spettacolo visibile della veri-
tà sacrificale, segregativa, la rappresentazione del nudo della
verità. La credenza si ripiega sul travestimento: ‘IO LA VERI-
TA’PARLO’.
E SI TRATTA DI UNA PAROLA CHE OPERA LA PARO-
DIA DI UNA PADRONANZA DEL LINGUAGGIO.
Per questo, forse la tortura assume in ogni regime importanza
vitale, perché la vittima privata della ragione e della parola, va-
cilla nell’emisfero o nell’Universo del ‘VERO’.
Quel vacillare nel baratro del buio, piacere e diletto dell’inqui-
sitore e del regime che asserve, sono alibi e conferma della fina-
lità persecutoria.
Il regime di qualsiasi natura appartenga il suo credo, ha rag-
giunto il suo scopo.
La sua finalità.
Per questo la tortura di natura psicologica è così importan-
te, …non lascia segno, solo il terrore indelebile dell’infamia
dell’aguzzino. – nota del curatore del blog -)
1) INIZIAMO DALLE NOTTI STESSE. Perché l’opera diretta a
stroncare le anime si svolge principalmente di notte? Perché fin
dai primi anni gli Organi hanno scelto la notte? Perché di notte,
strappano il sonno, il detenuto non può essere equilibrato e ra-
gionevole come di giorno, è più maneggevole.
2) PERSUADERE DELLA SINCERITA’ DEL TONO. E’ il mezzo
più semplice. A che pro giocare a nascondino? Dopo essere sta-
to un poco in mezzo ad altri detenuti in fase istruttoria, l’arre-
stato si è già reso conto della situazione comune. Il giudice gli
parla con tono pigro e amichevole: ‘Lo vedi da te, una pena la
dovrai scontare comunque. Ma se resisti, perderai la salute
qui, in prigione, ci lascerai la pelle. Se invece andrai in un la-
ger vedrai l’aria, la luce….
FIRMA SUBITO, DAMMI RETTA’.
Molto logico.
E’ ragionevole chi acconsente e firma, se…Se si tratta di lui
solo! Ma questo avviene di rado. E la lotta diventa inevitabi-
le. (Su ..via, firma, poi ci pensiamo noi….)
Altra variante di persuasione per l’uomo di partito. ‘Se nel
paese vi sono manchevolezze e addirittura la fame, lei come
bolscevico deve decidere, per sé: è concepibile che ne abbia
colpa l’intero partito’ o il potere sovietico?’ ‘No certamente!’
si affretta a rispondere il direttore del Centro …..
‘Dunque abbia il coraggio di accollarsi la colpa!’ E quello se
l’accolla.
3) GROSSOLANO TURPILOQUIO. Espediente semplicissimo,
ma può agire assai bene su persone educate, di delicata costi-
tuzione. Mi sono noti sacerdoti che hanno ceduto di fronte
al semplice turpiloquio. Nel caso di uno di essi il giudice istrut-
tore era una donna. Da principio, in cella, egli non finiva di lo-
darla per la sua cortesia. Ma una volta tornò dall’interrogato-
rio affranto e per molto tempo si rifiutò di ripetere le oscenità
che la donna a gambe accavallate, aveva sciorinato con tanta
fantasia.
4) COLPO DEL CONTRASTO PSICOLOGICO. Improvvisi
voltafaccia. Essere estremamente cortesi durante l’intero in-
terrogatorio o una sua parte, rivolgersi al detenuto chiaman-
dolo per nome e promettere mari e monti. Poi, di punto in
bianco, minacciarlo col fermacarte.
Una variante: si avvicendano due giudici istruttori, uno urla
e impreca, l’altro è simpatico, quasi cordiale. L’interrogato
trema ogni volta che entra nell’ufficio: quali dei due vedrà?
Per contrasto viene voglia di firmare qualunque cosa, in pre-
senza del secondo, e di confessare anche quello che non è
mai stato.
(Solzenicyn, Arcipelago Gulag)