Precedente capitolo:
Prosegue in:
Da:
per controbattere la spiegazione
ufficiale della commissione
Warren riguardante
le ferite da pallottole
subite dal presidente,
era il dottor John Nichols,
un professore associato
di patologia presso
l’università del Kansas,
il quale si era studiato
il film di Zapruder e
altre fotografie della
scena dell’assassinio.
La corte qualificò il
dottor Nichols esperto di patologia e di medicina legale.
Per favorire la comprensione da parte della giuria della
testimonianza del dottor Nichols, avevamo disposto la
presentazione come prove documentali del film di Za-
pruder e di 21 fotografie a grande ingrandimento del
settimanale Life.
Era la prima volta, dopo più di cinque anni, che il film
di Zapruder veniva finalmente reso pubblico. Per la ve-
rità, l’FBI aveva dato una copia del film alla commissio-
ne Warren, ma due fotogrammi decisivi erano stati mi-
steriosamente invertiti per suscitare la falsa impressione
che il colpo di fucile, che aveva colpito la testa di Kenne-
dy, fosse stato sparato da dietro.
Anche il National Archives ne avevano una copia per
quei cittadini che erano in grado di interrompere il loro
lavoro e farsi un viaggio nella capitale.
Comunque il film di Zapruder non era mai stato proiet-
tato pubblicamente. Per tutti quegli anni era stato tenuto
in una camera blindata nel Time-Life-Building in Avenue
of Americas a New York.
A questo punto Al Oser, che stava conducendo l’interro-
gatorio del dottor Nichols, chiese alla corte il permesso di
mostrare il film di Zapruder. Mentre i miei viceprocurato-
ri stavano sistemando il proiettore e lo schermo, il pubbli-
co si spostò in massa da una parte all’altra dell’aula per
poter assistere alla visione della PRIMA del film della mor-
te del presidente.
La pellicola, che illustrava chiaramente con dettagli tre-
mendi il colpo fatale subito dal presidente Kennedy, venne
mostrata più di una volta, fino a quando tutti i membri del-
la giuria furono in grado di comprendere quello che era av-
venuto. Poi Oser chiese al dottor Nichols di stabilire in qua-
lità di esperto da quale direzione fosse venuto il colpo.
‘Avendo osservato queste diapositive, queste fotografie e il
film di Zapruder’, dichiarò il dottor Nichols, ‘ritengo che si-
ano compatabili con la tesi di uno sparo frontale’.
Il dottor Nichols testimoniò inoltre che il presidente era sta-
to colpito non solo da davanti ma anche da dietro. A grandi
linee, descrisse come i proiettili sparati da dietro fossero en-
trati necessariamente nel corpo di Kennedy con angolazioni
diverse, il che significava che coloro che avevano sparato
lo avevano fatto da due differenti posizioni.
Speravamo che la testimonianza del dottor Nichols avesse
chiarito, una volta per tutte, alla giuria l’assoluta impossibi-
lità della VERSIONE UFFICIALE DELLA COMMISSIONE
WARREN, secondo cui sette ferite in entrata e in uscita del
presidente Kennedy e sul governatore del Texas John Con-
nally erano state causate da una sola pallottola. Il governo
assunse questa posizione ufficiale, che finì per essere nota
come la teoria del ‘PROIETTILE MAGICO’, dopo che il film
di Zapruder aveva permesso di stabilire un intervallo mas-
simo di durata della sparatoria di 5,6 secondi.
In un tempo così breve, un assassino solitario avrebbe potu-
to sparare soltanto tre proiettili. Dal momento che il gover-
no aveva già concluso che un proiettile
era andato completamente
a vuoto e un secondo
proiettile aveva colpito
il presidente alla testa
fracassandone il cranio,
restava solo questo
terzo proiettile
‘magico’, il reperto
commissione, in grado
di spiegare le
rimanenti sette
ferite riscontrate su
Kennedy e Connolly.
Stando alla versione del
governo, le sette ferite
sarebbero state inflitte nel
modo seguente: IL
PROIETTILE penetrato nel
collo del presidente, si era
diretto in giù con un’inclinazione
di 17 gradi.
Poi si era spostato all’insù uscendo dal corpo di Kennedy
nella parte anteriore del collo.
Era proseguito entrando nel corpo di Connally sul retro
della sua ascella destra. Dal momento che il governatore
Connally si era trovato seduto direttamente di fronte al
presidente Kennedy, si doveva presumere che il proietti-
le in qualche modo si fosse spostato verso destra suffi-
cientemente per proseguire, con un’inclinazione rivolta
verso sinistra, dentro Connally.
A questo punto il proiettile si era diretto in basso con
un’inclinazione di 27 gradi, spezzando la quinta costo-
la di Connally e uscendo dal lato destro del suo torace.
Il proiettile proseguendo verso il basso sarebbe entrato
nel polso destro di Connally spezzandone l’osso. Poi sa-
rebbe uscito dall’altro lato del polso destro del governa-
tore e sarebbe entrato nella sua coscia sinistra, dove fi-
nalmente si sarebbe placato.
Stando alla versione ufficiale, questo proiettile venne in
seguito trovato in condizioni quasi perfette in un corri-
doio del Parkland Hospital evidentemente caduto da
una lettiga.
Il proiettile era praticamente privo di striature, legger-
mente deformato solo alla base. Curiosamente furono
trovati più frammenti del polso del governatore Connal-
ly di quanti risultò averne persi il proiettile numero 399.
Non chiedemmo al dottor Nichols di addentrarsi in parti-
colari tecnici riguardanti la sostenibilità della teoria del
proiettile magico. Volevamo solo indicare ai giurati che
una simile spiegazione, decisiva per sorreggere lo scena-
rio dell’interpretazione governativa dell’assassino solita-
rio, era una sfida alle leggi della fisica e anche al buon
senso comune.
Una volta che la giuria avesse accettato che non poteva es-
sere stato il proiettile magico a causare ben sette differenti
ferite sul presidente Kennedy e sul governatore Connally,
si sarebbe dovuto concludere che ci doveva essere stato un
secondo uomo a sparare, e quindi anche una cospirazione.
Era chiaro dalle reazioni dei giurati che la presentazione
delle prove di una cospirazione dietro i fatti di Dallas ave-
va lasciato un’impressione profonda.
(J. Garrison, JFK sulle tracce degli assassini)